30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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ato ripristino della biomeccanica dell’anca.<br />
È stato inoltre <strong>di</strong>mostrato come l’impiego <strong>di</strong><br />
colli modulari sia in grado <strong>di</strong> ridurre il tasso <strong>di</strong><br />
lussazioni rispetto all’uso <strong>di</strong> steli monoblocco<br />
(0,08% per gli steli modulari, 0,46% per gli<br />
steli monoblocco) 18 .<br />
Il sistema modulare fin qui descritto presenta<br />
una fondamentale limitazione, relativa al fatto<br />
che una variante anti/retroversa è <strong>di</strong>sponibile<br />
solo per il collo standard. Per tale ragione se<br />
si rende necessario mo<strong>di</strong>ficare l’antiversione<br />
del sistema protesico impiantato si deve sacrificare<br />
la possibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare l’off-set e, <strong>di</strong><br />
conseguenza, il braccio <strong>di</strong> leva degli abduttori.<br />
Un nuovo sistema è stato pertanto introdotto,<br />
al fine <strong>di</strong> eliminare gli svantaggi <strong>di</strong> quello<br />
precedente. Il sistema modulare MODULA (Adler Ortho, Italia)<br />
accoppia tre off-set <strong>di</strong>fferenti (varo, valgo, retto) a tre <strong>di</strong>fferenti<br />
lunghezze (corto, me<strong>di</strong>o, lungo) prevedendo per ogni collo modulare<br />
una variante antiversa, una retta ed una retroversa (Fig. 3). La<br />
capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare intraoperatoriamente l’off-set viene pertanto<br />
implementata, mentre l’aggiunta <strong>di</strong> varianti anti/retroverse dei vari<br />
colli è particolarmente utile al fine <strong>di</strong> evitare problemi <strong>di</strong> impingement<br />
legati ad una eccessiva me<strong>di</strong>alizzazione e/o antiversione della<br />
componente acetabolare ed alla eccessiva antiversione del collo<br />
femorale. Se si utilizzano materiali <strong>di</strong> accoppiamento in ceramica<br />
l’impingement deve essere accuratamente evitato poiché, determinando<br />
fenomeni <strong>di</strong> sublussazione della testina, può portare alla rottura<br />
dell’inserto 19 e, <strong>di</strong> conseguenza, alla necessità <strong>di</strong> un intervento<br />
<strong>di</strong> revisione. La maggiore stabilità articolare ottenuta per mezzo dei<br />
colli modulari riduce l’incidenza <strong>di</strong> rotture dell’inserto in ceramica,<br />
che risulta essere 4 volte maggiore per steli monoblocco rispetto<br />
alle protesi modulari. Considerata l’ampia <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> protesi con<br />
accoppiamento ceramica-ceramica, si comprende facilmente il ruolo<br />
fondamentale <strong>di</strong> un sistema modulare che consente <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare<br />
intraoperatoriamente l’antiversione del collo protesico.<br />
Le 27 opzioni del sistema MODULA assicurano un range <strong>di</strong> off-set<br />
variabile da 28 mm a 54 mm. Un intervallo così esteso <strong>di</strong> valori<br />
sembra appropriato a ripristinare una corretta anatomia praticamente<br />
in tutti i casi possibili.<br />
In uno stu<strong>di</strong>o ra<strong>di</strong>ografico è stato evidenziato come questo sistema<br />
modulare sia in grado <strong>di</strong> ripristinare un off-set corretto nel 84,8%<br />
dei casi contro il 48,5% ottenibile con steli monoblocco, garantendo<br />
il recupero dell’eumetria nel 100% dei casi, contro il 42,4% dei<br />
casi con steli monoblocco 20 .<br />
La nostra esperienza con protesi modulari comprende 2570 protesi<br />
AnCA Fit, impiantate tra il 1995 ed il 2005, e 2455 protesi APTA<br />
(sistema modulare MODULA), impiantate tra il 2005 ed il 2009.<br />
Sulla base <strong>di</strong> questa ampia esperienza possiamo affermare che la<br />
modularità è un’arma formidabile nelle mani del chirurgo ma il<br />
suo utilizzo deve essere subor<strong>di</strong>nato, a nostro parere, ad un’attenta<br />
pianificazione preoperatoria, sia essa realizzata attraverso il sistema<br />
convenzionale del lucido sovrimposto su ra<strong>di</strong>ografia oppure<br />
per mezzo <strong>di</strong> più moderni e precisi sistemi <strong>di</strong> pianificazione computer-assistita.<br />
Solo un planning accurato può guidare il chirurgo<br />
nella scelta delle componenti protesiche, permettendo <strong>di</strong> fatto il<br />
a. Toni, et al.<br />
Fig. 3. Artrosi secondaria a <strong>di</strong>splasia congenita dell’anca: utilizzando i colli modulari è stato possibile ripristinare un off-set femorale<br />
adeguato e correggere la <strong>di</strong>smetria.<br />
raggiungimento dell’obiettivo per il quale i sistemi modulari sono<br />
stati pensati, cioè il corretto ripristino della cinematica articolare<br />
dell’anca e l’eliminazione <strong>di</strong> eventuali <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> lunghezza<br />
degli arti.<br />
I vantaggi dei sistemi modulari sono molto importanti nei pazienti<br />
affetti da artrosi primaria dell’anca ma risultano fondamentali nei<br />
casi <strong>di</strong> artrosi secondaria, laddove spesso l’anatomia è gravemente<br />
alterata (Fig. 3). Il caso emblematico è rappresentato dall’artrosi<br />
secondaria a <strong>di</strong>splasia congenita dell’anca, patologia che conduce<br />
a mo<strong>di</strong>ficazioni importanti dell’anatomia femorale, come un<br />
incremento dell’antiversione femorale ed una riduzione dell’offset<br />
21 22 , e che determina spesso una notevole <strong>di</strong>smetria. L’anatomia<br />
alterata dei pazienti <strong>di</strong>splasici rende l’intervento <strong>di</strong> sostituzione<br />
protesica particolarmente impegnativo, nonché gravato da una<br />
tasso <strong>di</strong> fallimento superiore alla norma 23 . Nella nostra esperienza<br />
i colli modulari si sono <strong>di</strong>mostrati in grado <strong>di</strong> ricostruire un off-set<br />
femorale ed un braccio <strong>di</strong> leva dei muscoli abduttori comparabile<br />
ai valori <strong>di</strong> un anca normale anche in pazienti <strong>di</strong>splasici 24 . Inoltre,<br />
il tasso <strong>di</strong> fallimenti e le complicanze riportate sono paragonabili<br />
a quello delle protesi su artrosi primaria, il che testimonia l’effetto<br />
<strong>di</strong> semplificazione della procedura chirurgica determinato dall’uso<br />
<strong>di</strong> colli modulari.<br />
Le considerazioni fatte riguardo ai vantaggi derivanti dalla<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un sistema modulare nel trattamento della <strong>di</strong>splasia<br />
congenita dell’anca valgono per tutti gli altri casi <strong>di</strong> artrosi<br />
secondaria dell’anca (malattia <strong>di</strong> perthes, epifisiolisi, artrosi posttraumatica,<br />
ecc.).<br />
Il rischio principale legato all’uso <strong>di</strong> colli modulari risiede nella<br />
possibilità <strong>di</strong> un ce<strong>di</strong>mento meccanico del collo stesso oppure della<br />
giunzione tra collo modulare e stelo. Nel primo sistema modulare<br />
da noi impiegato (Wright me<strong>di</strong>cal technology) il tasso <strong>di</strong> rottura si<br />
attesta sullo 0,027% (35 casi su oltre 130.000 protesi) ed aumentando<br />
la lunghezza e l’off-set dei colli questo rischio aumenta.<br />
Per rendere affidabile la seconda generazione <strong>di</strong> colli modulari<br />
(Modula, Adler Ortho) come la prima sono state apportate delle<br />
mo<strong>di</strong>fiche del <strong>di</strong>segno che prevedono una maggiore lunghezza<br />
dell’incastro conico tra stelo e colletto.<br />
In conclusione, i colli modulari rappresentano un’alternativa vantaggiosa<br />
rispetto all’uso dei tra<strong>di</strong>zionali steli monoblocco. Infatti,<br />
essi semplificano la procedura chirurgica, permettendo al chirurgo<br />
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