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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Tecniche innovative per la fabbricazione <strong>di</strong> scaffold ad uso ortope<strong>di</strong>co<br />

a. rainer, a. Di Martino, G. Vadalà, V. Denaro, M. Trombetta<br />

rIaSSuNTO<br />

L’ingegneria tissutale in ambito ortope<strong>di</strong>co si avvale <strong>di</strong> nuove<br />

tecniche <strong>di</strong> fabbricazione, volte ad ottenere scaffold dalle caratteristiche<br />

avanzate, destinati ad una migliore integrazione con il<br />

tessuto ospite. Nello specifico, le tecniche <strong>di</strong> elettrofilatura e <strong>di</strong><br />

fabbricazione computer-assistita appaiono tra quelle con un campo<br />

applicativo più vasto.<br />

Parole chiave: ingegneria tissutale, elettrofilatura, biofabbricazione<br />

SuMMary<br />

Tissue engineering in orthope<strong>di</strong>cs field takes advantage of innovative<br />

fabrication techniques to obtain advanced scaffolds, which<br />

exhibit a higher integration with host tissues. In particolar, electrospinning<br />

and computer-aided fabrication techniques are among the<br />

most promising for a prompt application.<br />

Keywords: tissue engineering, electrospinning, biofabrication<br />

INTrODuzIONE<br />

L’ingegneria tissutale ha come scopo la creazione <strong>di</strong> costrutti<br />

costituiti da cellule immerse in una matrice extracellulare artificiale,<br />

allo scopo <strong>di</strong> realizzare tessuti autologhi ingegnerizzati (tissue<br />

engineering constructs, TEC) per la riparazione <strong>di</strong> lesioni 1 2 .<br />

Scopo ultimo dell’ingegneria tissutale è ottenere la completa integrazione<br />

del TEC con il tessuto ospite, fino al completo rimodellamento<br />

del sito <strong>di</strong> impianto. Questo obiettivo è raggiunto anche me<strong>di</strong>ante il<br />

progressivo riassorbimento del biomateriale utilizzato per la creazione<br />

dello scaffold. L’ingegneria tissutale mira dunque alla rigenerazione<br />

tissutale, piuttosto che alla semplice sostituzione e riparazione.<br />

Appare quin<strong>di</strong> evidente come le caratteristiche dello scaffold giochino<br />

un ruolo fondamentale nel determinare le prestazioni <strong>di</strong> un<br />

TEC. Lo scaffold deve, infatti, garantire un sito d’adesione per le<br />

cellule, permettendo la loro proliferazione e migrazione all’interno<br />

dello stesso. Deve altresì garantire la stabilità meccanica sotto il<br />

sistema <strong>di</strong> carichi fisiologici al sito d’impianto (caratteristica, questa,<br />

particolarmente importante nel caso <strong>di</strong> scaffold destinati all’apparato<br />

CIR - Centro Integrato <strong>di</strong> Ricerca, Università Campus Bio-Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Roma.<br />

In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza:<br />

Alberto Rainer, Laboratorio <strong>di</strong> Chimica & Biomateriali, CIR - Centro Integrato <strong>di</strong><br />

Ricerca, Università Campus Bio-Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Roma, Via Alvaro del Portillo 21, 00128<br />

Roma. Tel. +39 06 225419640. Fax +39 06 225411949.<br />

G.I.O.T. 2010;36(suppl. 1):S135-S136<br />

muscoloscheletrico). Inoltre, lo scaffold deve avere una porosità controllata,<br />

in grado <strong>di</strong> consentire la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> ossigeno e nutrienti al<br />

suo interno, e, nel contempo, l’eliminazione dei metaboliti. Infine<br />

la degradazione dello scaffold deve avvenire in maniera controllata,<br />

compatibile con i processi <strong>di</strong> formazione del neo-tessuto, e i prodotti<br />

<strong>di</strong> degradazione devono risultare non citotossici.<br />

La letteratura riporta innumerevoli stu<strong>di</strong> relativi a scaffold con<br />

caratteristiche idonee all’applicazione nell’ambito ortope<strong>di</strong>co, per<br />

i quali sono state sperimentate tecniche <strong>di</strong> fabbricazione quali la<br />

separazione <strong>di</strong> fase, la schiumatura in situ e l’utilizzo <strong>di</strong> porogeni<br />

3 4 . La sfida, al momento, rimane quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare con precisione<br />

la microarchitettura dello scaffold.<br />

Diversi stu<strong>di</strong> hanno confermato come la matrice extracellulare<br />

(MEC) abbia caratteristiche su scala nanometrica 5 . Per questo motivo,<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> realizzare un ambiente sintetico il più possibile<br />

somigliante alla MEC, le tecniche <strong>di</strong> fabbricazione <strong>di</strong> scaffold si<br />

sono fortemente avvalse delle nanotecnologie. La tecnica <strong>di</strong> elettrofilatura<br />

(electrospinning) ha suscitato notevole interesse all’interno<br />

della comunità scientifica in quanto consente un accesso <strong>di</strong>retto alla<br />

sintesi <strong>di</strong> nanomateriali, sotto forma <strong>di</strong> tessuti non tessuti costituiti<br />

da nanofibre. L’assetto fibrillare è in grado <strong>di</strong> mimare fedelmente le<br />

caratteristiche morfologiche della MEC nativa.<br />

In campo ortope<strong>di</strong>co, specie nei casi <strong>di</strong> grosse per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> sostanza, vi è<br />

la necessità <strong>di</strong> costruire scaffold a forma libera, in grado <strong>di</strong> ricostruire<br />

con buona precisione forme anatomiche. Le tecniche <strong>di</strong> fabbricazione<br />

computer-assistita si basano sull’utilizzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> movimentazione<br />

controllati da computer per la fabbricazione <strong>di</strong> scaffold a partire<br />

da modelli soli<strong>di</strong> ricavati da immagini tomografiche.<br />

ELETTrOFILaTura<br />

La tecnica <strong>di</strong> elettrofilatura consiste nella fabbricazione <strong>di</strong> fibre<br />

micro- e nanometriche a partire da soluzioni polimeriche, me<strong>di</strong>ante<br />

l’applicazione <strong>di</strong> un forte campo elettrico tra una siringa contenente<br />

il polimero e una piastra metallica <strong>di</strong> raccolta (collettore). Le<br />

forze elettrostatiche sono in grado <strong>di</strong> estrarre un sottile getto dalla<br />

soluzione polimerica, che si deposita sul collettore sotto forma <strong>di</strong><br />

tessuto non tessuto. Durante il tempo <strong>di</strong> volo, l’elevato rapporto<br />

d’aspetto del getto polimerico favorisce il processo <strong>di</strong> eliminazione<br />

del solvente, che raggiunge il collettore praticamente asciutto. La<br />

tecnica <strong>di</strong> elettrospinning garantisce quin<strong>di</strong> l’ottenimento <strong>di</strong> scaffold<br />

fibrillari, con una morfologia assimilabile a quella della MEC.<br />

Una notevole varietà <strong>di</strong> polimeri biocompatibili e bioassorbibili<br />

sono stati sottoposti a elettrofilatura 6 , e valutati come possibili<br />

scaffold per l’ingegneria tissutale in campo ortope<strong>di</strong>co 7-9 . Tra<br />

questi, spiccano sia polimeri naturali, come collagene, acido ialuronico<br />

e chitosano (un derivato della chitina), sia polimeri sintetici<br />

come acido polilattico, acido poliglicolico e policaprolattone. Per<br />

aumentare la bioattività <strong>di</strong> questi materiali, sono state proposte in<br />

S135

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