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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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uso <strong>di</strong> staminali da tessuto periferico<br />

presenti nel CLP realizzando elevate concentrazioni, <strong>di</strong> piastrine<br />

e in particolare <strong>di</strong> cellule mononucleate pari a 124 ±58 x10 6 /mL<br />

<strong>di</strong> cui 199 ±66 x10 3 /mL CD34+. È possibile realizzare questa<br />

composizione cellulare grazie al prelievo con il separatore, che<br />

consente <strong>di</strong> concentrare rispetto al sangue del paziente le cellule<br />

<strong>di</strong> interesse rigenerativo; piastrine contenenti fattori <strong>di</strong> crescita,<br />

monociti e cellule staminali CD34+ parte delle quali in grado <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenziarsi in endotelio. La matrice fibrinica della membrana,<br />

risultato dell’arricchimento in fibrinogeno e della successiva attivazione<br />

e centrifugazione del CLP, permette <strong>di</strong> ottenere membrane<br />

con ottime proprietà <strong>di</strong> elasticità, deformabilità, modellabilità, adesività<br />

e resistenza meccanica grazie al contenuto in fibrina, quin<strong>di</strong><br />

facilmente applicabili endoscopicamente.<br />

CONCLuSIONI<br />

In conclusione, l’emocomponente presentato è un’evoluzione dei<br />

tra<strong>di</strong>zionali emocomponenti piastrinici utilizzati a scopi rigenerativi,<br />

in quanto aggiunge allo stimolo dei GFs delle piastrine<br />

la presenza <strong>di</strong> altri componenti cellulari implicati nei processi<br />

<strong>di</strong> rigenerazione. L’inaspettata resa <strong>di</strong> cellule staminali CD34+,<br />

ottenuta senza stimolo pre-raccolta, aumenta la complessità<br />

dell’emocomponente e arricchisce l’interazione con il tessuto.<br />

Questo potrebbe configurare un metodo alternativo, agevole e<br />

meno invasivo <strong>di</strong> raccolta delle CD34+ per scopi rigenerativi,<br />

rispetto al prelievo <strong>di</strong> midollo osseo, anche in considerazione<br />

delle minime manipolazioni necessarie per ottenere l’emocomponente<br />

finale. Recenti evidenze scientifiche hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />

le cellule CD34+, originate dal midollo osseo, sono normalmente<br />

reclutate attraverso il sangue periferico nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> lesione tissutale<br />

6-8 . A questo si deve aggiungere che il reclutamento nella<br />

lesione è sollecitato fisiologicamente da molti fenomeni reattivi<br />

come l’ipossia, l’aggregazione piastrinica, l’attivazione monocita/macrofago<br />

attraverso la secrezione <strong>di</strong> citochine. Nel tessuto<br />

danneggiato poi le cellule CD34+ interagendo con piastrine,<br />

monociti e cellule residenti contribuiscono <strong>di</strong>rettamente, <strong>di</strong>fferenziandosi<br />

in endotelio, alla neoangiogenesi processo chiave della<br />

riparazione. Si configura quin<strong>di</strong>, per le cellule staminali CD34+,<br />

una continuità midollo-vasculo-tissutale che le rende parte strutturale<br />

e funzionale del tessuto in riparazione. L’emocomponente<br />

proposto, applicato in forma <strong>di</strong> gel, non fa che mimare le risposte<br />

fisiologiche che si verificano nel corso della riparazione <strong>di</strong> una<br />

S164<br />

lesione, quali l’attivazione della cascata coagulatoria con formazione<br />

del clot fibrinico, l’aggregazione piastrinica con liberazione<br />

<strong>di</strong> GFs e apportando in sede cellule che normalmente partecipano<br />

alla rigenerazione. Contrariamente alle manipolazioni estese,<br />

come l’espansione ex-vivo <strong>di</strong> cellule per strutturare parti <strong>di</strong><br />

tessuto da applicare successivamente dove sono mancanti, l’intento<br />

della nostra procedura è <strong>di</strong> “costruire” localmente il tessuto<br />

mancante. Questo obiettivo viene raggiunto portando in sede <strong>di</strong><br />

lesione cellule e citochine che partecipano alla riparazione sollecitando<br />

le riserve funzionali dell’organismo. Proprio per questa<br />

continuità midollo-vasculo-tissutale, e il rispetto della manipolazione<br />

minima, riteniamo che il CLP debba essere collocato<br />

non fra i presi<strong>di</strong> farmaceutici ma fra gli emocomponenti e quin<strong>di</strong><br />

soggetto alla legislazione trasfusionale (legge 219 del 21 ottobre<br />

2005). Questo permetterà <strong>di</strong> utilizzare il CLP per scopi rigenerativi<br />

tissutali senza dover ricorrere a strutture produttive <strong>di</strong> elevato<br />

impatto tecnologico ed economico (cell-factory); <strong>di</strong> contenere i<br />

costi, pur assicurando tutte le caratteristiche <strong>di</strong> qualità, efficacia<br />

e sicurezza del prodotto; e, soprattutto, potrebbe rendere più agevole<br />

e <strong>di</strong>ffusamente utilizzabile questa tecnologia.<br />

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