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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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L’anca nell’artrite reumatoide<br />

Policlinico S. Orsola-Malpighi <strong>di</strong> Bologna nel periodo dal maggio<br />

1995 all’aprile 2010. Tali casi sono stati isolati da un numero<br />

complessivo <strong>di</strong> protesi totale dell’anca <strong>di</strong> 2600 operati nello stesso<br />

periodo. Altre fonti del nostro materiale sono state osservazioni<br />

dell’ambulatorio <strong>di</strong> Ortope<strong>di</strong>a del Policlinico <strong>di</strong> Bologna e della<br />

Ra<strong>di</strong>ologia dell’Istituto Ortope<strong>di</strong>co Rizzoli.<br />

Sulla base <strong>di</strong> tale casistica considereremo la storia naturale della<br />

malattia, l’anatomia patologica, le alterazioni ra<strong>di</strong>ologiche, proponendo<br />

una classificazione, le particolarità del trattamento chirurgico,<br />

le complicazioni, i risultati a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong>sponibili.<br />

La nostra casistica è costituita da 31 pazienti, <strong>di</strong> cui 22 <strong>di</strong> sesso<br />

femminile; 7 pazienti sono stati sottoposti ad intervento bilaterale<br />

<strong>di</strong> protesi totale d’anca, per un totale <strong>di</strong> 38 impianti. L’età me<strong>di</strong>a al<br />

momento dell’intervento è <strong>di</strong> 63.2 anni (min. 50 – max. 74). I casi<br />

sono stati classificati in base alle ra<strong>di</strong>ografie convenzionali dell’anca<br />

eseguite in due proiezioni (antero-posteriore e assiale) secondo i<br />

criteri proposti nella Tabella I. Alla categoria A1 appartengono 18<br />

casi, 4 casi sono classificati A2, 4 casi B1, 5 casi B2, 4 casi C1, 3<br />

casi C2. Nei primi 12 casi l’impianto protesico eseguito è <strong>di</strong> tipo<br />

ibrido con lo stelo femorale cementato a pressione con tecniche <strong>di</strong><br />

terza generazione; successivamente sono state impiantate solo protesi<br />

non cementate. In tutti i casi la componente acetabolare impiantata<br />

è del tipo press-fit; in aggiunta sono sempre state usate 1 o 2<br />

viti per aumentare l’ancoraggio del cotile protesico all’osso iliaco.<br />

In 8 casi l’accoppiamento delle superfici <strong>di</strong> scorrimento protesico<br />

è del tipo ceramica-ceramica; nei restanti 30 metallo-polietilene.<br />

In 5 casi <strong>di</strong> protrusione acetabolare sono stati impiegati innesti<br />

ossei autologhi ottenuti macinando con bone-mill l’epifisi femorale<br />

resecata; gli innesti sono stati <strong>di</strong>sposti a rinforzare la lamina quadrilatera<br />

e la regione superome<strong>di</strong>ale del cotile osseo contribuendo<br />

anche a ripristinare i corretti rapporti articolari e la <strong>di</strong>smetria degli<br />

arti inferiori. In tutti i pazienti si è provveduto a sospendere la terapia<br />

steroidea tra 1 e 5 giorni prima dell’intervento, riprendendola a<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1 mese. La profilassi della trombosi venosa profonda è<br />

stata eseguita con calze elastiche antitromboemboliche ed eparina<br />

a basso peso molecolare (ebpm) somministrata quoti<strong>di</strong>anamente a<br />

partire da 6-8 ore dopo la sutura e proseguita fino a ripresa del carico<br />

completo sull’arto operato. La profilassi delle infezioni è stata<br />

eseguita con cefalosporina <strong>di</strong> seconda generazione somministrata<br />

imme<strong>di</strong>atamente prima dell’inizio delle manovre anestesiologiche<br />

e richiamo a 8 e 16 ore dalla prima somministrazione. La rimozione<br />

dei drenaggi è avvenuta in seconda giornata post-operatoria. La rie-<br />

Tab. I. Classificazione Ra<strong>di</strong>ologica per l’Anca nell’Artrite reumatoide<br />

A1 Simil-artrosi primitiva Riduzione interlinea, geo<strong>di</strong>, reazione<br />

osteofitaria<br />

A2 Simil-artrosi <strong>di</strong>splasica Sublussazione<br />

B1 Coxa profunda<br />

B2 Protrusio acetabolare<br />

C1 Necrosi cefalica<br />

C2 Necrosi cefalica e acetabolare Quadro simile all’artrosi a rapida<br />

evoluzione dell’anziano<br />

ducazione funzionale assistita è iniziata con artroplastica elettrica<br />

(CPM) in seconda giornata e ortostasi e deambulazione con carico<br />

parziale sull’arto operato a partire dalla terza giornata post-operatoria<br />

fino a 1 mese dall’intervento. Eseguito il controllo ra<strong>di</strong>ografico<br />

a 30 gg dall’intervento è stato concesso il carico totale.<br />

rISuLTaTI<br />

Tutti i pazienti hanno avuto una netta riduzione o scomparsa del<br />

dolore all’anca operata con miglioramento dell’escursione articolare.<br />

Il ripristino <strong>di</strong> una corretta deambulazione è stato in alcuni casi<br />

con<strong>di</strong>zionato dal coinvolgimento da parte della malattia <strong>di</strong> base<br />

dell’anca controlaterale, delle ginocchia, caviglie e pie<strong>di</strong>. Come<br />

complicazioni sono state osservate 2 Trombosi Venose Profonde<br />

(TVP) risolte con terapia me<strong>di</strong>ca senza complicazioni polmonari o<br />

reliquati, 3 sguantamenti cutanei al terzo <strong>di</strong>stale della gamba omolaterale<br />

all’anca operata occorsi all’atto della manovra <strong>di</strong> riduzione<br />

intraoperatoria della protesi, favoriti dalla <strong>di</strong>strofia cutanea causata<br />

dal trattamento cortisonico prolungato a cui sono frequentemente<br />

sottoposti i pazienti affetti da artrite reumatoide. In 3 casi si è<br />

osservata riaccensione acuta <strong>di</strong> artrite delle articolazioni periferiche<br />

(caviglia, piede, polso, mano) a 5 giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’intervento.<br />

Infine in 1 caso si è sviluppata infezione profonda dell’impianto<br />

protesico che ha richiesto l’espianto della protesi a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1<br />

anno dal primo intervento con esito in Girdlestone.<br />

DISCuSSIONE<br />

L’artrite reumatoide (AR) è la forma più frequente delle artriti<br />

infiammatorie rappresentate, oltre che dalla AR, dalla artrite psoriasica,<br />

dall’artriti associate alle malattie infiammatorie intestinali,<br />

dal lupus eritematoide, dall’artrite nella periarterite nodosa e della<br />

spon<strong>di</strong>loartrite anchilopoietica. In tutte queste forme, sebbene siano<br />

<strong>di</strong>verse le manifestazioni cliniche, la base patogenetica è comune<br />

ed è rappresentata, in contrasto con le forme <strong>di</strong> artrosi degenerativa,<br />

dal primitivo interessamento della membrana sinoviale e solo<br />

successivamente della cartilagine articolare e dell’osso subcondrale<br />

1 . L’AR è una malattia infiammatoria cronica che colpisce<br />

prevalentemente le articolazioni <strong>di</strong>artro<strong>di</strong>ali, anche se ogni <strong>di</strong>stretto<br />

dell’organismo può essere coinvolto 2 . È 5 volte più frequente nelle<br />

popolazioni in<strong>di</strong>ane nord-americane rispetto a quelle europee ove<br />

la prevalenza è variabile dallo 0,3 fino al 2% della popolazione 2 3 .<br />

Colpisce maggiormente le femmine con un rapporto da 3:1 a 4:1;<br />

l’esor<strong>di</strong>o della malattia può avvenire a qualsiasi età, ma è più<br />

frequente tra i 40 e i 60 anni con un picco nella quinta decade <strong>di</strong><br />

vita 2 3 . L’eziopatogenesi dell’AR non è ancora completamente<br />

chiarita. Si ritiene si sviluppi in in<strong>di</strong>vidui geneticamente pre<strong>di</strong>sposti<br />

ad opera <strong>di</strong> un antigene scatenante rappresentato da un agente<br />

infettivo, un autoantigene o da un superantigene 2 . Tale antigene<br />

determinerebbe un’attivazione del sistema immunitario sia umorale<br />

che cellulare con sviluppo <strong>di</strong> un processo dapprima induttivo con<br />

proliferazione dei sinoviociti, dei capillari sinoviali e con depositi<br />

<strong>di</strong> fibrina a livello articolare; a questo segue un processo infiammatorio<br />

acuto caratterizzato dall’attivazione linfocitaria e successivamente<br />

dall’automantenimento e cronicizzazione che coincidono<br />

con la proliferazione del panno sinoviale e la <strong>di</strong>struzione articolare

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