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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Chirurgia delle fratture da fragilità<br />

(filettatura, incastro conico), per i chio<strong>di</strong> ad una filettatura dei fori<br />

<strong>di</strong> bloccaggio. Impianti con viti bloccate <strong>di</strong>vergenti garantiscono<br />

una fissazione rigida dei frammenti anche nell’osso osteoporotico<br />

6 . Altre strategie per migliorare la sintesi nelle fratture osteoporotiche<br />

includono materiali con capacità osteoinduttiva ed osteoconduttiva,<br />

cemento o materiali riassorbibili (fosfato <strong>di</strong> calcio,<br />

idrossiapatite) per aumentare la presa <strong>di</strong> viti e mezzi <strong>di</strong> sintesi.<br />

L’efficacia dell’idrossiapatite nel migliorare la stabilità dei fissatori<br />

esterni, riducendo anche il rischio <strong>di</strong> complicazioni, è stata <strong>di</strong>mostrata<br />

in stu<strong>di</strong> clinici su fratture <strong>di</strong> polso e <strong>di</strong> femore. Gli stu<strong>di</strong> su<br />

animali hanno valutato anche l’effetto <strong>di</strong> agenti antiosteoporotici<br />

sulla guarigione delle fratture e sull’integrazione degli impianti.<br />

Le sostanze ad attività antiriassorbitiva, anabolica o dual-action,<br />

somministrate a livello sistemico o utilizzate localmente, potrebbero<br />

agevolare, accelerare ed ottimizzare i processi legati al bone<br />

healing anche nell’uomo, ed è in questa <strong>di</strong>rezione che la ricerca si<br />

sta muovendo. In pazienti già fratturati con scarsa qualità dell’osso<br />

la terapia farmacologica osteotrofica costituisce un valido ausilio<br />

per migliorare la resistenza ossea riducendo il rischio <strong>di</strong> revisione.<br />

In pazienti protesizzati per frattura femorale da fragilità, la terapia<br />

farmacologica può migliorare l’osteointegrazione, riducendo così il<br />

rischio <strong>di</strong> mobilizzazioni e <strong>di</strong> fratture periprotesiche 8 .<br />

Nelle fratture vertebrali il trattamento è spesso conservativo, e si<br />

avvale dell’utilizzo <strong>di</strong> analgesici, corsetti e farmaci contro l’osteoporosi.<br />

Il trattamento chirurgico può essere in<strong>di</strong>cato in caso <strong>di</strong><br />

fratture vertebrali <strong>di</strong> recente insorgenza, valutabili in risonanza<br />

magnetica me<strong>di</strong>ante specifiche sequenze (sequenze STIR a sottrazione<br />

<strong>di</strong> grasso) in grado <strong>di</strong> evidenziare l’edema della spongiosa<br />

Fig. 1. Donna <strong>di</strong> 64 aa. con crolli vertebrali multipli sottoposta a vertebroplastica <strong>di</strong> D8-D9-D10-<br />

D11-D12.<br />

S10<br />

9 (Fig. 1). In particolare, interventi <strong>di</strong> stabilizzazione vertebrale a<br />

cielo aperto sono in<strong>di</strong>cati in caso <strong>di</strong> fratture instabili o <strong>di</strong> deficit<br />

neurologico, mentre vertebro- e cifo-plastica per via percutanea<br />

possono essere una valida soluzione in caso <strong>di</strong> fratture recenti<br />

caratterizzate da intensa sintomatologia algica. Queste tecniche<br />

consentono un ripristino dell’altezza del corpo vertebrale, con riduzione<br />

del dolore e rapida mobilizzazione del paziente. Tuttavia, per<br />

evitare che si verifichino fratture successive a livello delle vertebre<br />

a<strong>di</strong>acenti a quelle in cui è stato iniettato del cemento, è opportuno<br />

associare all’intervento chirurgico anche farmaci in grado <strong>di</strong><br />

migliorare la qualità dell’osso e <strong>di</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> ulteriori<br />

fratture vertebrali.<br />

Tra le fratture da fragilità, quelle <strong>di</strong> femore prossimale rappresentano<br />

sicuramente le più importanti, non solo da un punto <strong>di</strong> vista prettamente<br />

numerico (circa 87.000 nuove fratture nel 2006), ma anche<br />

per il forte impatto socio-economico. Secondo stime recenti, infatti,<br />

i costi unitari relativi alla singola frattura <strong>di</strong> femore in soggetti over<br />

65, si attestano intorno ai 13500 euro, per un peso complessivo<br />

sul sistema sanitario <strong>di</strong> oltre un miliardo <strong>di</strong> euro annui. Altrettanto<br />

importante è il risvolto sociale; è stato valutato che circa il 30%<br />

dei pazienti che hanno subito una frattura <strong>di</strong> femore prossimale va<br />

incontro ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità permanente, ed oltre il 40%<br />

non recupera la capacità <strong>di</strong> deambulare autonomamente.<br />

Fig. 2. Alcuni esempi <strong>di</strong> trattamento in soggetti con fratture me<strong>di</strong>ali e laterali del collo femore; a)<br />

frattura transcervicale in donna <strong>di</strong> 87 aa. trattata me<strong>di</strong>ante viti cannulate; b) frattura basicervicale<br />

in donna <strong>di</strong> 88 aa. trattata con endoprotesi biarticolare; c) frattura basicervicale in donna <strong>di</strong> 79 aa.<br />

trattata artroprotesi d’anca; d) frattura pertrocanterica <strong>di</strong> femore in uomo <strong>di</strong> 80 aa. trattata me<strong>di</strong>ante<br />

inchiodamento endomidollare; e) frattura pertrocanterica in uomo <strong>di</strong> 83 aa. trattata me<strong>di</strong>ante<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> una vite-placca.

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