30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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a B<br />
Fig. 20. Esempio <strong>di</strong> protesi a doppio livello.<br />
Fig. 21. Esempio <strong>di</strong> protesi a triplo livello.<br />
a B<br />
Preparazione dello spazio <strong>di</strong>scale<br />
Dopo la corretta esposizione dello spazio <strong>di</strong>scale da sostituire, bisogna<br />
sempre procedere ad una accurata <strong>di</strong>scectomia subtotale (Fig.<br />
12). In letteratura tale <strong>di</strong>scectomia prevede rimozione dell’anulus<br />
anteriore, <strong>di</strong> tutto il nucleo, e dell’anulus posteriore, preservando<br />
i bor<strong>di</strong> laterali dell’anulus e il legamento longitu<strong>di</strong>nale posteriore<br />
(PLL) 56 . In realtà noi preferiamo mantenere anche lo strato più<br />
esterno <strong>di</strong> fibre dell’anulus anteriore (Fig. 11), così da contenere<br />
meglio la protesi e preservare il più possibile le strutture, non invece<br />
quello posteriore così da effettuare il miglior curettage possibile<br />
<strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong>scali o osteofiti posteriori. Deve essere lasciato<br />
assolutamente integro l’osso corticale subcondrale dei piatti cartilaginei,<br />
così da prevenire ogni mobilizzazione o affondamento<br />
dell’impianto. Al fine <strong>di</strong> ottenere la miglior visualizzazione e quin<strong>di</strong><br />
pulizia dello spazio <strong>di</strong>scale, può venire utilizzato apposito strumento<br />
in <strong>di</strong>strazione così da aprire lo spazio <strong>di</strong>scale, stando molto<br />
attenti a non esagerare con la <strong>di</strong>strazione che potreppe causare<br />
instabilità agli elementi posteriori, in particolare le zigoapofisi 56 .<br />
Posizionamento <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> protesi<br />
Vi sono oggi in commercio <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> protesi <strong>di</strong>scali lombari,<br />
ciascuna con caratteristiche e modalità <strong>di</strong> inserimento proprie.<br />
D.a. Fabris Monterumici, r. Sinigaglia<br />
Queste però vengono <strong>di</strong>stinte in 2 gran<strong>di</strong> categorie: con o senza<br />
chiglia o alette (Fig. 3). Le alette sono delle proiezioni centrali<br />
metalliche poste nei piatti <strong>di</strong>scali superiore e inferiore che penetrano<br />
all’interno del corpo vertebrale aiutando la protesi ad ancorarsi<br />
ai piatti cartilaginei e al corpo vertebrale. La funzione quin<strong>di</strong> è <strong>di</strong><br />
stabilizzazione primaria. Non possiamo però assumere le protesi<br />
con alette come protesi a stabilità primaria, e le altre senza stabilità<br />
primaria, in quanto in quelle senza alette la stabilità primaria, fondamentale<br />
nella protesi, è assicurata da piccoli chio<strong>di</strong>ni metallici<br />
posti sulla superficie esterna dei piatti protesici (Fig. 3). Al fine <strong>di</strong><br />
assicurare la miglior stabilità, osteoconduzione e osteointegrazione,<br />
la superficie esterna della maggior parte degli impianti protesici<br />
è rivestita da superficie porosa e/o idrossiapatite 56 .<br />
Le protesi con alette hanno apposito sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione che<br />
permette <strong>di</strong> ristabilire la corretta altezza <strong>di</strong>scale (nella protesi<br />
Maverick questo sistema viene chiamato “4 in 1”). Questo sistema<br />
deve essere perfettamente centrato in visione AP e completamente<br />
all’interno dello spazio <strong>di</strong>scale in LL (Fig. 18). Questo sistema<br />
giuda serve per effettuare le corrette osteotomie, atte a preparare i<br />
piatti cartilaginei all’inserimento della protesi. Le protesi poi vengono<br />
impiantate come monoblocco, o in 2 pezzi quando bisogna<br />
inserire l’inserto in polietilene una volta fissata la protesi.<br />
Al <strong>di</strong> là del tipo <strong>di</strong> protesi utilizzata, è imperativo che la protesi<br />
sia perfettamente centrata in AP e LL in modo da assicurare una<br />
buona riuscita biomeccanica dell’impianto. Un malposizionamento<br />
protesico porterà a <strong>di</strong>sfunzioni sul movimento in tutti i piani dello<br />
spazio 56 , e ad una alterazione nella <strong>di</strong>stribuzione delle forze che<br />
porterà tanto più rapidamente al fallimento dell’impianto quanto<br />
maggiore è il malposizionamento 63 .<br />
Parlando della protesi Maverick, quella da noi attualmente utilizzata,<br />
tutti i tempi chirurgici <strong>di</strong> rimozione del <strong>di</strong>sco e <strong>di</strong> preparazione<br />
dello spazio intersomatico (curettage, <strong>di</strong>strazione, rimozione degli<br />
osteofiti marginali posteriori) non <strong>di</strong>fferiscono da quanto precedentemente<br />
descritto. Dopo repere ra<strong>di</strong>ologico per fissare la linea<br />
me<strong>di</strong>ana (Fig. 13), si incide l’anulus, avendo cura <strong>di</strong> effettuare<br />
un’incisione verticale me<strong>di</strong>ana e due incisioni orizzontali che,<br />
partendo da essa, si <strong>di</strong>rigono verso sx e dx (Fig. 11). Aperto a<br />
libro l’anulus, si procede, come <strong>di</strong> consueto, alla pulizia del <strong>di</strong>sco,<br />
rimuovendo il nucleo polposo e la cartilagine epifisaria. Si introduce<br />
quin<strong>di</strong> lo strumento “4 in 1”, il quale possiede un repere, che<br />
deve essere in continuità ideale con la linea <strong>di</strong> mezzeria (Fig. 18).<br />
Si prosegue quin<strong>di</strong>, seguendo passo passo i tempi previsti (<strong>di</strong>strazione,<br />
preparazione delle feritoie per l’alloggiamento delle chiglie,<br />
ecc.) fino ad ottenere l’inserimento della protesi.<br />
Utilizzo navigazione computer-assistita intraoperatoria<br />
La navigazione computer-assistita intraoperatoria del rachide lombare<br />
per via anteriore può essere effettuata in 3 mo<strong>di</strong>: fluoroscopia,<br />
navigazione TAC, neuronavigazione. Il fine è sempre il corretto<br />
posizionamento dell’impianto, con<strong>di</strong>zione necessaria ad un suo corretto<br />
funzionamento e successo clinico. La fluoroscopia è la tecnica<br />
più semplice e <strong>di</strong>ffusa, nonché quella da noi finora utilizzata (Fig.<br />
7). Utilizza la visione bi<strong>di</strong>mensionale per via AP, LL e obliqua.<br />
La navigazione TAC e la neuronavigazione sono recenti meto<strong>di</strong>che<br />
maggiormente accurate e maggiormente complesse, in cui arrivano<br />
al computer i dati da scansioni tri<strong>di</strong>mensionali effettuate sia pre-<br />
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