14.05.2013 Views

30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

La chirurgia del piede reumatoide<br />

Fig. 10. Artrodesi della sottoastragalica ed astragalo scafoidea e prima metatarso falangea a due anni.<br />

Negli esiti con degenerazione particolarmente grave ed anchilosi<br />

completa, eseguiamo l’artrodesi <strong>di</strong>rettamente attraverso l’infissione<br />

percutanea <strong>di</strong> viti cannulate (Fig. 10).<br />

Possono, tuttavia, anche essere effettuate artrodesi isolate 24 dell’astragalo<br />

scafoidea, qualora, in una fase clinica precoce, la deformità del<br />

piede non sia rigida, ma ancora correggibile pur avvertendo il paziente<br />

<strong>di</strong> un probabile intervento futuro <strong>di</strong> artrodesi della sottoastragalica in<br />

caso <strong>di</strong> ripresa della malattia. Un accesso longitu<strong>di</strong>nale me<strong>di</strong>ale, sopra<br />

la tuberosità scafoidea, esporrà, dopo la capsulotomia, l’articolazione<br />

astragalo-scafoidea, la cui artrodesi in posizione <strong>di</strong> corretta pronazione<br />

dell’avampiede, ridurrà il dolore ed i rischi <strong>di</strong> deformità future.<br />

Il rischio <strong>di</strong> complicanze quali la pseudoartrosi è descritto soprattutto<br />

a carico dell’articolazione astragalo-scafoidea in ragione del 3-5-%,<br />

considerando che nella sottoastragalica la superficie articolare <strong>di</strong><br />

contatto è significativamente maggiore e la linea <strong>di</strong> carico è perpen<strong>di</strong>colare<br />

all’artrodesi. Molta attenzione va posta anche ai rischi infettivi,<br />

che appaiono comunque superiori nell’artrodesi della caviglia.<br />

La CaVIGLIa rEuMaTOIDE<br />

La caviglia comprende l’articolazione tibio-peroneo-astragalica e<br />

tibio-peroneale <strong>di</strong>stale. Viene interessata dal processo reumatoide<br />

a B<br />

C<br />

Fig. 11. Grave lussazione della tibio tarsica trattata con artrodesi con viti e stabilizzazione artrodesi della sottoastragalica.<br />

S90<br />

molto tar<strong>di</strong>vamente; è eccezionale un suo coinvolgimento primario.<br />

Le sue articolazioni possiedono, infatti, una stabilità intrinseca<br />

superiore a quella del resto del piede. Il coinvolgimento della<br />

caviglia, quin<strong>di</strong>, si legge per lo più come un fenomeno secondario<br />

all’alterato allineamento della sottoastragalica.<br />

Il trattamento chirurgico prevede in fase iniziale, con superfici<br />

articolari ancora integre all’indagine RMN, la sinoviectomia della<br />

tibio-tarsica, anche in considerazione che qui la sinovia è estremamente<br />

più abbondante che nelle altre articolazioni.<br />

Possiamo assistere ad una degenerazione articolare senza deformità<br />

o ad una degenerazione con deformità. Il trattamento chirurgico<br />

prevede o l’intervento <strong>di</strong> artroprotesi o l’artrodesi.<br />

Le controin<strong>di</strong>cazioni all’artroplastica sono date da una deformità in<br />

varo o valgo superiore a 20°, la scomparsa del malleolo, un’evidente<br />

insufficienza vascolare periferica, con<strong>di</strong>zioni generali scadenti, neuropatia<br />

e non ultimo la presenza <strong>di</strong> una necrosi massiva dell’astragalo.<br />

In caso <strong>di</strong> interventi tar<strong>di</strong>vi la caviglia si trova spesso in grave<br />

atteggiamento <strong>di</strong> varo o valgo e con necrosi dell’astragalo e il danno<br />

articolare, con il dolore e la limitazione funzionale conseguenti,<br />

impone al chirurgo <strong>di</strong> ricorrere alla artrodesi.<br />

L’intervento <strong>di</strong> artrodesi della tibio tarsica deve essere il più<br />

atraumatico possibile con accurata <strong>di</strong>ssezione dei tessuti molli,<br />

correzione delle deformità in varo-valgo e sintesi rigida e stabile<br />

con precoce carico (Fig. 11).<br />

Se le con<strong>di</strong>zioni ossee lo permettono preferiamo l’utilizzo del chiodo<br />

bloccato in compressione per via retrogada perché oltre che un’ottima<br />

stabilità consente la messa in carico del paziente in modo celere.<br />

CONCLuSIONI<br />

L’artrite reumatoide necessita <strong>di</strong> un approccio plurispecialistico.<br />

La collaborazione tra il reumatologo, il fisiatra ed il chirurgo ortope<strong>di</strong>co<br />

deve essere concreta e fattiva, nell’interesse del paziente,<br />

sin dall’inizio della presa in carico del paziente.<br />

Il chirurgo ortope<strong>di</strong>co si pone come un tecnico cui debbono rivolgersi<br />

i colleghi reumatologi e fisiatri per il trattamento chirurgico<br />

delle sinoviti e per le stabilizzazioni dell’avampiede e del retropiede<br />

29 . Il raggiungimento <strong>di</strong> una sintesi stabile è l’obiettivo principale<br />

da perseguire, al fine <strong>di</strong> consentire una riduzione dei tempi <strong>di</strong><br />

immobilizzazione e permettere una riabilitazione precoce. Nel caso

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!