30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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L’imaging nelle malattie sistemiche dello scheletro in età evolutiva<br />
Tab. I. La tabella riporta la schematizzazione della sede dell’alterazione genica<br />
in alcune <strong>di</strong>splasie ossee e la sede macroscopica della lesione causale sul complesso<br />
epifisi-metafisario.<br />
(eclatante è il caso dell’acondroplasia) che il rallentamento della<br />
crescita del femore (segmento osseo solitamente preso come campione<br />
biometrico) non avviene precocemente, ma si appalesa dopo la<br />
28° settimana <strong>di</strong> vita intrauterina 2 3 . Altro aspetto che va approfon<strong>di</strong>to<br />
è che spesso la malattia <strong>di</strong>splasica può riguardare l’osso tubulare<br />
prossimale, me<strong>di</strong>o prossimale e <strong>di</strong>stale rispetto al tronco, andando a<br />
configurare la forma rizomelica, mesomelica e acromelica.<br />
È facile comprendere dunque come, se la <strong>di</strong>splasia è mesomelica e<br />
la misurazione biometrica prenatale è fatta sul femore, la <strong>di</strong>agnosi<br />
può essere omessa.<br />
Per tale motivo alcuni autori 4 propongono la cosiddetta “cross<br />
limbs measurements”, cioè la misurazione biometrica in utero del<br />
femore e del ra<strong>di</strong>o.<br />
Estremamente importante nella <strong>di</strong>agnosi prenatale è valutare la<br />
morfologia e la <strong>di</strong>sposizione delle costole. Una <strong>di</strong>sposizione orizzontale<br />
e la presenza <strong>di</strong> fratture inducono ad ipotizzate forme <strong>di</strong><br />
“short ribs dysplasia” o <strong>di</strong> osteogenesi imperfetta, che inducono<br />
una scelta obbligata per il parto che deve essere necessariamente<br />
operativo per ridurre al minimo le sollecitazioni indotte sulle<br />
costole fragili dalle contrazioni uterine. Come altrettanto utile, se<br />
non in<strong>di</strong>spensabile, è valutare il rachide e la sua integrità nel tratto<br />
lombare, nell’eventualità della <strong>di</strong>agnosi prenatale <strong>di</strong> piede torto.<br />
L’ipotesi infatti che tale patologia possa <strong>di</strong>pendere dalla presenza <strong>di</strong><br />
una spina bifida, non può essere mai esclusa ed ecco perché all’esame<br />
ecografico prenatale statico si affianca un’indagine ecografica <strong>di</strong>namica<br />
con attenta valutazione della motilità degli arti inferiori del feto.<br />
Di recente è stato proposto lo stu<strong>di</strong>o prenatale del feto tramite risonanza<br />
magnetica. Questo è un esame impegnativo e non del tutto<br />
agevole per le con<strong>di</strong>zioni della madre, spesso verso la fine della<br />
gravidanza. L’in<strong>di</strong>cazione primaria è quella <strong>di</strong> un dubbio <strong>di</strong>agnostico<br />
<strong>di</strong> malattia neurologica e <strong>di</strong> un’alterazione della morfologia e<br />
della salute del midollo spinale.<br />
DIaGNOSI DIFFErENzIaLE<br />
La necessità <strong>di</strong> pervenire a <strong>di</strong>agnosi in queste malattie è essenziale.<br />
E questo non solo per un’ovvia finalità deontologica, ma special-<br />
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mente per conoscere la storia naturale della <strong>di</strong>splasia da identificare<br />
e porre in essere tutti quei mezzi terapeutici e preventivi atti a<br />
rallentare l’evoluzione dei sintomi negativi.<br />
Basti considerare come l’osteogenesi imperfetta manifesta i suoi<br />
aspetti clinici peculiari (fragilità ossea) principalmente dalla nascita<br />
fino alla prima infanzia, per poi andare gradualmente a regre<strong>di</strong>re.<br />
O come nella <strong>di</strong>splasia epifisaria, che inesorabilmente porta<br />
all’artrosi per danno delle epifisi e delle cartilagini articolari, dove<br />
è tassativo un monitoraggio continuo della motilità articolare, il<br />
controllo del peso e un’astensione totale <strong>di</strong> qualunque programma<br />
<strong>di</strong> allungamento segmentario degli arti (spesso proposto in queste<br />
forme <strong>di</strong> nanismo micromelico) che andrebbe a incidere drammaticamente<br />
sulla motilità articolare, innescando precocemente<br />
un’artrosi irreversibile.<br />
Dunque, è essenziale pervenire a <strong>di</strong>agnosi.<br />
Ma può succedere che i sintomi ra<strong>di</strong>ologici e clinici raccolti non<br />
si adattino perfettamente al modello <strong>di</strong>agnostico che abbiamo<br />
ipotizzato.<br />
Ebbene, vogliamo riba<strong>di</strong>re un concetto caro a Giuseppe Canepa, padre<br />
della <strong>di</strong>smorfologia ossea italiana 5 “… se sei incerto sull’ipotesi <strong>di</strong>agnosticai,<br />
se non tutti i tasselli combaciano con la <strong>di</strong>agnosi che hai<br />
mente, non è quella la <strong>di</strong>agnosi giusta! Sospen<strong>di</strong> la valutazione, ripren<strong>di</strong><br />
il caso dopo 6 mesi, perché una volta che una sindrome è catalogata,<br />
quest’etichetta anche se erronea, gli rimarrà tutta la vita…”.<br />
Naturalmente esiste la possibilità, pur remota, che la <strong>di</strong>splasia non<br />
venga inquadrata, o perché molto rara o perché, ipotesi non del<br />
tutto peregrina, mai stata descritta precedentemente.<br />
In questi casi la <strong>di</strong>agnosi non va forzata e non si dovrebbe mai<br />
affiancare ad essa le desinenze “simil” o “pseudo”.<br />
La sindrome <strong>di</strong>splastica o è quella o non è quella!<br />
L’iMAgiNg NELLE OSTECONDrODISPLaSIE<br />
È ovvio che lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una malattia dell’osso si avvale, come mezzo<br />
<strong>di</strong> approccio e <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, dell’esame ra<strong>di</strong>ografico.<br />
L’imaging attualmente però non si limita soltanto alla ra<strong>di</strong>ologia<br />
tra<strong>di</strong>zionale, ma si affiancano ad essa altri sistemi d’indagine per<br />
immagine che vanno ad integrare e a volte a sostituire l’esame<br />
ra<strong>di</strong>ografico standard.<br />
Parliamo essenzialmente della TAC e della MOC, riservando<br />
all’ecografia, alla RM e alla scintigrafia ruoli, in questo tipo <strong>di</strong><br />
patologia, più marginali.<br />
Ma iniziamo dalla ra<strong>di</strong>ologia tra<strong>di</strong>zionale.<br />
L’esame ra<strong>di</strong>ografico standard va condotto essenzialmente per la<br />
valutazione della forma e della <strong>di</strong>mensione del segmento scheletrico.<br />
Nel caso dunque dell’acondroplasia – per citare la <strong>di</strong>splasia ossea<br />
più frequente – lo stu<strong>di</strong>o va condotto sul cranio, sul rachide comprensivo<br />
<strong>di</strong> bacino e sugli arti, con ra<strong>di</strong>ogrammi eseguiti fuori<br />
carico e in due proiezioni.<br />
Solitamente la <strong>di</strong>agnosi nelle forme più eclatanti non sfugge, ma nel<br />
caso che essa non sia del tutto sicura, specie nelle forme a manifestazione<br />
più tar<strong>di</strong>va, come già sottolineato, è preferibile “sospendere” il<br />
giu<strong>di</strong>zio e tornare sul paziente, con nuovo esame, un anno dopo.<br />
Nel caso <strong>di</strong> forme più fruste, dove non si evidenziano marcate variazioni<br />
nella biometria delle ossa tubulari e nella forma delle stesse,<br />
l’indagine può essere approfon<strong>di</strong>ta con lo stu<strong>di</strong>o del bacino con