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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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le lesioni ten<strong>di</strong>nee, con un enorme potenziale terapeutico.<br />

Tuttavia, i dati <strong>di</strong>sponibili non sono sufficienti per permettere <strong>di</strong><br />

giungere ad una conclusione univoca sul loro utilizzo nell’ambito<br />

delle patologie ten<strong>di</strong>nee. Inoltre, l’incidenza <strong>di</strong> complicazioni<br />

postoperatorie incontrate nel loro utilizzo è molto variabile nei<br />

<strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>. L’utilizzo dei biomateriali in ambito clinico è pertanto<br />

da subor<strong>di</strong>nare ad una più approfon<strong>di</strong>ta indagine sui loro<br />

potenziali effetti terapeutici e sulle complicanze che ne possono<br />

conseguire.<br />

OSSO<br />

Oggigiorno sono <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> graft ossei.<br />

Sostanzialmente, si possono <strong>di</strong>stinguere tre categorie <strong>di</strong> trapianto<br />

osseo: l’osso autologo, l’allotrapianto, ed i materiali sintetici.<br />

I trapianti <strong>di</strong> osso autologo sono prelevati generalmente dalla cresta<br />

iliaca e dal perone del paziente stesso. Questi trapianti presentano<br />

<strong>di</strong>versi vantaggi. Sono infatti dotati <strong>di</strong> proprietà osteoinduttive,<br />

osteogeniche e osteoconduttive. Nei trapianti <strong>di</strong> osso autologo sono<br />

contenuti minerali, proteine, tessuto connettivo e cellule in grado<br />

<strong>di</strong> facilitare la formazione <strong>di</strong> nuovo osso. La provenienza dallo<br />

stesso in<strong>di</strong>viduo garantisce la compatibilità del trapianto tra sito<br />

donatore e ricevente, e la mancanza <strong>di</strong> immunogenicità favorisce<br />

l’incorporazione del graft.<br />

Un ulteriore vantaggio dei trapianti autologhi è l’assenza del rischio<br />

<strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> malattie, che rappresenta invece una potenziale<br />

complicanza dei trapianti eterologhi 2 . L’aspetto negativo è legato<br />

alla necessità <strong>di</strong> un sito chirurgico aggiuntivo, suscettibile <strong>di</strong> ulteriori<br />

complicanze peri e post-operatorie. Tra queste ricor<strong>di</strong>amo<br />

le per<strong>di</strong>te ematiche, le fratture, le lesioni nervose, le infezioni, i<br />

<strong>di</strong>sturbi estetici ed il dolore cronico. Un’interessante alternativa<br />

all’utilizzo <strong>di</strong> osso autologo è rappresentata dai trapianti eterologhi.<br />

Questi presentano <strong>di</strong>versi vantaggi, tra i quali la mancata morbi<strong>di</strong>tà<br />

del sito <strong>di</strong> prelievo e la loro <strong>di</strong>sponibilità in quantità relativamente<br />

abbondanti.<br />

L’osso eterologo, a causa dei processi <strong>di</strong> era<strong>di</strong>cazione cellulare,<br />

non è considerato osteogenico. Mantenendo però le proprietà osteoconduttive,<br />

esso può essere utilizzato per facilitare la produzione<br />

<strong>di</strong> nuovo osso da parte dell’organismo ricevente.<br />

I trapianti <strong>di</strong> osso eterologo possono inoltre essere arricchiti con<br />

fattori <strong>di</strong> crescita ottenuti da gel piastrinico autologo o da altre<br />

sostanze osteoinduttive 3 .<br />

Gli svantaggi legati all’utilizzo <strong>di</strong> osso eterologo includono la possibilità<br />

<strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> malattie infettive, i costi legati alla conservazione<br />

dell’osso nelle banche, la possibile risposta immunitaria<br />

dell’ospite e la scarsa integrazione del graft.<br />

I materiali sintetici costituiscono una alternativa all’osso <strong>di</strong> derivazione<br />

umana, in virtù della loro proprietà osteoconduttiva. L’osso<br />

artificiale può essere composto <strong>di</strong> materiali ceramici, calcio fosfati<br />

(idrossiapatite, tricalciofosfato) e calcio solfato. Questi materiali<br />

hanno attività biologica variabile, a seconda del loro comportamento<br />

all’interno dell’ambiente fisiologico. Esempi <strong>di</strong> prodotti<br />

commerciali <strong>di</strong> questa natura sono il “VITOSS” (Orthovita Inc.),<br />

composto da tricalciofosfato e il “Pro Osteon” (Interpore Cross<br />

International), formato da idrossiapatite <strong>di</strong> derivazione dal corallo<br />

marino. I materiali sintetici possono essere inoltre arricchiti con<br />

N. Maffulli, et al.<br />

fattori <strong>di</strong> crescita (BMP) o essere ad<strong>di</strong>zionati con estratti <strong>di</strong> midollo<br />

osseo per aumentarne l’attività biologica.<br />

Tra gli svantaggi <strong>di</strong> questi materiali rientrano le infezioni, la possibilità<br />

<strong>di</strong> rigetto e i costi elevati.<br />

LEGaMENTI<br />

L’uso dei materiali sintetici è stato proposto anche nella chirurgia<br />

ricostruttiva del legamento crociato anteriore, come alternativa ai<br />

graft autologhi o eterologhi. Nonostante l’esito poco incoraggiante<br />

delle esperienze maturate negli anni ’80, negli ultimi anni alcuni<br />

stu<strong>di</strong> hanno riproposto l’utilizzo <strong>di</strong> nuovi grafts sintetici, riportando<br />

buoni risultati soggettivi ed obiettivi.<br />

I grafts sintetici <strong>di</strong> nuova generazione presentano infatti proprietà<br />

biomeccaniche migliori, maggiori biocompatibilità e bioattività.<br />

Nonostante i numerosi stu<strong>di</strong> sperimentali e gli sforzi effettuati in<br />

questo ambito, attualmente non esiste un graft in grado <strong>di</strong> sostituire<br />

in modo adeguato il tessuto umano.<br />

CarTILaGINE<br />

Il trattamento delle lesioni cartilaginee è uno dei punti chiave della<br />

chirurgia ortope<strong>di</strong>ca attuale e futura. Tra i molti approcci proposti<br />

figurano tecniche riparative, come perforazioni, abrasioni, microfratture,<br />

e tecniche rigenerative come il trapianto osteocondrale, la<br />

mosaicoplastica, il trapianto <strong>di</strong> pericondrio o periostio, i trapianti<br />

<strong>di</strong> condrociti 4 . L’ingegneria tissutale in questo ambito sta assumendo<br />

un ruolo sempre più rilevante, avvalendosi <strong>di</strong> un’ampia<br />

gamma <strong>di</strong> nuovi materiali e tecnologie come l’utilizzo <strong>di</strong> scaffolds,<br />

condrociti autologhi ed eterologhi, trapianti cartilaginei, fattori<br />

<strong>di</strong> crescita, cellule staminali e ingegneria genetica. L’esperienza<br />

clinica è in continua evoluzione, ed i materiali sempre più evoluti.<br />

Le prospettive future comprendono l’utilizzo <strong>di</strong> scaffolds bioattivi<br />

e “spatially oriented”.<br />

rEazIONE Da COrPO ESTraNEO<br />

Le reazioni da corpo estraneo sono una ben nota complicanza<br />

conseguente all’impianto <strong>di</strong> materiali estranei all’interno dell’organismo<br />

umano, e possono avere effetti devastanti. Per questo<br />

motivo lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi biomateriali, <strong>di</strong> “devices” biome<strong>di</strong>ci<br />

e <strong>di</strong> tessuti ingegnerizzati necessita <strong>di</strong> una profonda conoscenza<br />

delle risposte biologiche ai materiali che vengono impiantati<br />

nell’organismo.<br />

Una volta che un biomateriale viene introdotto all’interno del<br />

corpo umano si attiva una sequenza <strong>di</strong> eventi nei tessuti circostanti<br />

che esita nella formazione <strong>di</strong> cellule giganti da corpo estraneo<br />

a livello dell’interfaccia tra tessuti e materiali. La reazione da<br />

corpo estraneo è sostenuta principalmente da macrofagi e cellule<br />

giganti. I macrofagi vengono attivati dalla fagocitosi <strong>di</strong> materiale<br />

estraneo, andando a formare cellule giganti multinucleate 5 . Il<br />

materiale fagocitato induce quin<strong>di</strong> la secrezione <strong>di</strong> enzimi <strong>di</strong>gestivi<br />

da parte dei macrofagi, e i monociti circolanti nel flusso ematico<br />

vengono richiamati e convergono intorno ai macrofagi a formare<br />

un granuloma.<br />

S319

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