30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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La presenza <strong>di</strong> corpi mobili numerosi e <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni si configura<br />
nella condromatosi sinoviale primitiva.<br />
Nella maggior parte dei casi il corpo mobile isolato è ben visibile<br />
ed è facile la sua rimozione; si localizza generalmente a livello della<br />
fovea interponendosi tra testa femorale ed acetabolo; in rari casi<br />
può essere indovato tra il tessuto sinoviale della fovea ed essere <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fficile ritrovamento.<br />
CONDrOPaTIE<br />
Le condropatie dell’acetabolo e della testa femorale sono evenienza<br />
patologica piuttosto frequente e possono avere un adeguato<br />
trattamento per via artroscopica, ovviamente con una corretta<br />
selezione dei casi.<br />
L’artroscopia consente una completa valutazione della superficie<br />
cartilaginea dell’acetabolo ed una buona esplorazione <strong>di</strong> quasi tutta<br />
la cartilagine della testa femorale.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>agnostico l’artroscopia è certamente il migliore<br />
metodo per valutare la cartilagine e classificare le sue con<strong>di</strong>zioni<br />
patologiche.<br />
Possono essere utilizzate anche nell’anca le classificazioni delle<br />
lesioni cartilaginee utilizzate nelle altre articolazioni; quella attualmente<br />
più seguita è la classificazione della ICRS (International<br />
Cartilage Repair Society) che <strong>di</strong>vide le lesioni cartilaginee in 4 gra<strong>di</strong><br />
e che tiene conto delle <strong>di</strong>mensioni della lesione, della profon<strong>di</strong>tà<br />
della lesione stessa e dell’interessamento dell’osso sub condrale.<br />
Questa classificazione consente <strong>di</strong> comprendere bene il limite<br />
sfumato tra lesione cartilaginea isolata e condropatia in quadro <strong>di</strong><br />
degenerazione articolare ed introduce al problema dell’importanza<br />
<strong>di</strong> graduare l’evoluzione artrosica per potere comprendere fino a<br />
che punto può essere utile un trattamento artroscopico.<br />
Il trattamento artroscopico potrà essere utile solo in casi selezionati,<br />
nei quali non vi sia ancora un’evoluzione troppo avanzata del<br />
processo degenerativo.<br />
L’esplorazione articolare consente <strong>di</strong> valutare visivamente e palpatoriamente<br />
le caratteristiche delle lesioni cartilaginee, isolate o<br />
meno, e <strong>di</strong> comprendere quale sia complessivamente il grado <strong>di</strong><br />
degenerazione articolare.<br />
Nelle lesioni cartilaginee che presentano una soluzione <strong>di</strong> continuo<br />
della superficie articolare, interessando in parte o tutto lo spessore<br />
della cartilagine (gra<strong>di</strong> 2, 3, 4 ICRS), sono utili tecniche che permettano<br />
una stabilizzazione della lesione, con regolarizzazione<br />
della superficie, asportazione dei frammenti cartilaginei instabili e<br />
stimolazione, se necessaria, dell’osso subcondrale (shaving).<br />
Nei casi in cui vi sia un profondo danno cartilagineo con osso subcondrale<br />
esposto e sclerotico è necessario procedere ad una stimolazione<br />
dell’osso subcondrale me<strong>di</strong>ante la tecnica delle microfratture.<br />
In casi <strong>di</strong> lesione isolata, in pazienti giovani, dopo fallimento delle<br />
precedenti tecniche potrebbe essere in<strong>di</strong>cato un intervento <strong>di</strong> ricostruzione<br />
cartilaginea me<strong>di</strong>ante trapianto <strong>di</strong> condrociti autologhi.<br />
OSTEONECrOSI<br />
La necrosi avascolare della testa femorale è in<strong>di</strong>cazione controversa<br />
ad una artroscopia dell’anca.<br />
r. zini, et al.<br />
Per anni è stata considerata una controin<strong>di</strong>cazione ad una artroscopia<br />
dell’anca; McCarthy ancora recentemente la pone tra le<br />
controin<strong>di</strong>cazioni 8 ; da qualche anno sono comparsi in letteratura<br />
articoli che sottolineano invece l’importanza dell’artroscopia nelle<br />
<strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> questa patologia.<br />
La artroscopia può essere <strong>di</strong> grande aiuto per sta<strong>di</strong>are l’evoluzione<br />
dell’osteonecrosi e dà una più precisa valutazione rispetto ai quadri<br />
ra<strong>di</strong>ografici ed RMN 8 9 .<br />
Byrd 11 pone in<strong>di</strong>cazione elettiva ad artroscopia nel gra<strong>di</strong> IV (postcollasso)<br />
per asportazione dei frammenti <strong>di</strong>staccati, debridment<br />
delle lesioni labrali associate, eventuale assistenza a perforazioni<br />
retrograde.<br />
In definitiva esiste una corretta in<strong>di</strong>cazione ad artroscopia nell’osteonecrosi<br />
nelle <strong>di</strong>verse fasi della malattia; in tutte le fasi l’artroscopia<br />
può essere determinante per stu<strong>di</strong>are l’evoluzione dell’osteonecrosi<br />
ed identificare e trattare le lesioni articolari associate<br />
soprattutto lesioni labrali e cartilaginee, che determinano spesso la<br />
maggior parte dei sintomi; nelle fasi precoci è utile per assistenza<br />
a tecniche <strong>di</strong> perforazione retrograda; nelle fasi tar<strong>di</strong>ve (stage IV)<br />
è in<strong>di</strong>cata per rimozione <strong>di</strong> frammenti osteocartilaginei <strong>di</strong>staccati e<br />
debridment delle lesioni.<br />
PaTOLOGIa DEGENEraTIVa<br />
La coxartrosi è statisticamente la causa principale <strong>di</strong> coxalgia, e<br />
presenta una notevolissima <strong>di</strong>ffusione epidemiologica.<br />
Il ruolo dell’artroscopia nella coxartrosi è <strong>di</strong>scusso ed ancora non<br />
ben definito.<br />
È ormai certo che il trattamento artroscopico possa condurre ad<br />
un vantaggio clinico e quin<strong>di</strong> abbia corretta in<strong>di</strong>cazione in casi <strong>di</strong><br />
coxartrosi iniziale, in pazienti giovani, con quadro ra<strong>di</strong>ografico non<br />
avanzato, con insorgenza relativamente breve dei sintomi e che non<br />
traggano vantaggio dal trattamento conservativo.<br />
Una volta ben selezionati i casi da trattare in artroscopia, bisogna<br />
dare ampia importanza alla fase esplorativa e <strong>di</strong>agnostica<br />
dell’artroscopia, che ben definisce le patologie articolari e spesso,<br />
purtroppo, ci fa riscontrare manifestazioni degenerative articolari<br />
<strong>di</strong> gran lunga maggiori <strong>di</strong> quelle ipotizzate sulla base del quadro<br />
ra<strong>di</strong>ografico e clinico.<br />
Il quadro anatomo-patologico <strong>di</strong> una anca artrosica è complesso e<br />
si compone <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi aspetti patologici: oltre alla patologia degenerativa<br />
della cartilagine già descritta nel precedenti paragrafi,<br />
vi possono essere corpi mobili, lesioni degenerative del labbro<br />
acetabolare, osteofitosi acetabolare o della testa femorale, sinoviti<br />
croniche.<br />
Il trattamento artroscopico consiste in una serie <strong>di</strong> procedure combinate<br />
con rimozione dei corpi mobili, regolarizzazione del labbro<br />
acetabolare, exeresi degli osteofiti più voluminosi, sinoviectomia<br />
sub-totale con ra<strong>di</strong>ofrequenze, shaving o microfratture a livello<br />
delle principali aree <strong>di</strong> condropatia.<br />
Va sottolineato come il debridment articolare non debba essere<br />
troppo aggressivo e come i vantaggi realmente ottenuti nel primo<br />
post-operatorio non si mantengano nelle valutazioni a più lungo<br />
follow-up; queste considerazioni inducono ad una notevole selezione<br />
dei casi da trattare in artroscopia ed ad una limitazione rigorosa<br />
delle in<strong>di</strong>cazioni.<br />
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