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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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aSPETTI GENETICI E MOLECOLarI<br />

La malattia esostosante è una con<strong>di</strong>zione geneticamente eterogenea: le<br />

mutazioni associate alla malattia sono state mappate su due <strong>di</strong>fferenti<br />

loci, EXT1 (Exostosin-1, localizzato nella regione 8q23-q24) ed EXT2<br />

(Exostosin-2, localizzato nella regione 11p11-p12), mentre un terzo<br />

locus identificato, EXT3 (localizzato sul braccio corto del cromosoma<br />

19), rappresenterebbe un locus minore. I prodotti dei geni EXT1 ed<br />

EXT2 formano un complesso oligomerico che svolge un’importante<br />

attività glicosiltrasferasica nella biosintesi degli eparansolfati 4 5 .<br />

Gli eparansolfati, così come altri glicosamminoglicani quali condroitinsolfati,<br />

dermatansolfati e keratansolfati, sono componenti<br />

dei proteoglicani presenti sulla superficie cellulare.<br />

I proteoglicani, insieme al collagene, sono strettamente connessi col<br />

tessuto osseo e cartilagineo e influenzano il livello <strong>di</strong> idratazione del<br />

tessuto, l’elasticità e la composizione cationica. Molti eparansolfati,<br />

inclusi glipicano, perlecano, e betaglicano, sono presenti nella matrice<br />

extracellulare e sono coinvolti in una grande varietà <strong>di</strong> processi<br />

biologici che includono, oltre allo sviluppo osseo, <strong>di</strong>versi pathway<br />

<strong>di</strong> signaling cellulare; infatti, stabilendo interazioni con una grande<br />

varietà <strong>di</strong> altre molecole, essi prendono parte a vari processi cellulari,<br />

come ad esempio il signaling dei fattori <strong>di</strong> crescita, la proliferazione,<br />

l’adesione cellulare e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> morfogeni,<br />

come Ihh, che regolano la proliferazione ed il <strong>di</strong>fferenziamento<br />

dei condrociti 5 .<br />

Il malfunzionamento <strong>di</strong> tali proteine sarebbe quin<strong>di</strong><br />

alla base <strong>di</strong> un’insufficiente sintesi degli eparansolfati;<br />

inoltre, negli osteocondromi è stato osservato<br />

un accumulo <strong>di</strong> proteoglicani-eparansolfati nel citoplasma.<br />

In particolare, a seconda dell’ampiezza del<br />

danno genetico sui geni EXT, la funzionalità degli<br />

eparansolfati nello stoccaggio dei fattori <strong>di</strong> crescita<br />

e nella me<strong>di</strong>azione dei contatti ad alta affinità tra<br />

recettore ed agonista risulterà ridotta, con gravi<br />

conseguenze nella regolazione dell’accrescimento<br />

scheletrico, finemente regolato dalla presenza <strong>di</strong><br />

fattori secreti e liberi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere nella matrice<br />

extracellulare in momenti precisi dello sviluppo.<br />

Le mutazioni riportate in letteratura sembrano<br />

interessare maggiormente EXT1 (60-70%) piuttosto<br />

che EXT2 (30-40%). La classe più comune <strong>di</strong><br />

mutazioni è rappresentata da mutazioni inattivanti<br />

(frame shift, nonsenso, e splice-site) che determinano<br />

una terminazione prematura delle proteine<br />

co<strong>di</strong>ficate dai geni EXT, inducendone una rapida<br />

degradazione e portando ad una per<strong>di</strong>ta quasi<br />

completa della loro funzionalità 6 7 . Mutazioni<br />

missenso sono meno frequenti e riguardano principalmente<br />

residui che sono cruciali per il corretto<br />

funzionamento delle proteine EXT 6 8 .<br />

Le conoscenze fino ad ora acquisite a proposito <strong>di</strong><br />

questo <strong>di</strong>sturbo e dei meccanismi che ne sono alla<br />

base forniscono poche informazioni sulla possibile<br />

correlazione esistente fra un particolare tipo <strong>di</strong><br />

mutazione mappata in un locus EXT e i caratteri<br />

fenotipici che vengono evidenziati nel soggetto<br />

a<br />

C<br />

O. Donzelli, et al.<br />

affetto. Nonostante siano state identificate numerose mutazioni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versa entità e localizzazione, non si conoscono attualmente le<br />

cause della variabilità riscontrata a livello clinico 4 5 .<br />

PrINCIPI DI TraTTaMENTO<br />

L’approccio terapeutico a tale patologia, dal punto <strong>di</strong> vista ortope<strong>di</strong>co,<br />

dovrà innanzitutto avvalersi <strong>di</strong> alcuni principi <strong>di</strong> base, che<br />

tengano in considerazione la continua e contemporanea crescita <strong>di</strong><br />

numerose formazioni esostosiche (e dunque la necessità <strong>di</strong> evitare<br />

un accanimento <strong>di</strong>agnostico e terapeutico).<br />

I controlli<br />

Sono necessari controlli perio<strong>di</strong>ci dei pazienti:<br />

• Tali controlli routinari saranno effettuati clinicamente ogni<br />

6-8 mesi durante l’accrescimento; può essere <strong>di</strong> ausilio<br />

effettuare delle foto cliniche per valutare più agevolmente<br />

l’evolutività della con<strong>di</strong>zione. Nel corso <strong>di</strong> tali controlli,<br />

alcune con<strong>di</strong>zioni andranno sorvegliate con particolare<br />

attenzione (ad esempio, il rischio <strong>di</strong> progressiva lussazione<br />

del capitello ra<strong>di</strong>ale, ed il rischio <strong>di</strong> compressione nervosa<br />

a livello del perone prossimale);<br />

Fig. 1. M, 9 aa, esame TC con mezzo <strong>di</strong> contrasto iodato: esostosi multiple femorali, tibiali e peroneali, che a sinistra sono in stretta<br />

contiguità con l’asse vascolare. L’asse artero-venoso femorale appare decorrere all’interno <strong>di</strong> una neo-doccia delimitata da esostosi<br />

per un’estensione <strong>di</strong> circa 4 cm.<br />

D<br />

B<br />

S115

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