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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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artroscopia d’anca<br />

L’artroscopia inizia dal comparto centrale con valutazione del labbro<br />

acetabolare e della sua patologia, della cartilagine acetabolare<br />

e della testa femorale.<br />

Si passa successivamente nel compartimento periferico e si valuta<br />

la morfologia del passaggio cervico-cefalico spesso sede <strong>di</strong> alterazioni<br />

<strong>di</strong>splasiche o <strong>di</strong> osteofiti.<br />

Il trattamento artoscopico varia in rapporto al tipo <strong>di</strong> impingement<br />

da trattare; nel pincer-impingement si eseguono successivi<br />

tempi chirurgici che consistono in debridement del comparto<br />

centrale, trattamento della lesione del labbro acetabolare, resezione<br />

dell’osteofita cotiloideo, <strong>di</strong> eventuali ossicles paracotiloidei; il<br />

trattamento della patologia labrale può variare in rapporto al danno<br />

anatomo-patologico; in caso <strong>di</strong> grave deterioramento del labbro<br />

viene eseguito un debridment con shaver e ra<strong>di</strong>ofrequenze, qualora<br />

invece il labbro sia ancora valido si esegue una <strong>di</strong>sinserzione dello<br />

stesso fino ad una zona <strong>di</strong> impianto stabile ed una successiva reinserzione<br />

con ancorette, una volta eseguito il tempo osseo.<br />

Nel cam-impingement si esegue ugualmente un primo tempo chirurgico<br />

a livello del comparto centrale con debridment delle lesioni<br />

cartilaginee e labrali; il labbro acetabolare viene sempre salvato e<br />

reinserito in maniera stabile con ancorette; viene successivamente<br />

eseguita, nel comparto periferico, un’osteoplastica del collo<br />

femorale, con resezione della prominenza ossea e rimodellamento<br />

del collo femorale; questa tecnica artroscopica viene chiamata<br />

femoroplastica.<br />

iMPiNgeMeNt Da oS ACetAbuli<br />

Una <strong>di</strong>splasia acetabolare può essere causa pre<strong>di</strong>sponente <strong>di</strong> una<br />

coxartrosi, determinando precocemente una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> impingement<br />

femoro-acetabolare.<br />

La lesione anatomo-patologica può consistere nella presenza <strong>di</strong><br />

un frammento osseo <strong>di</strong>staccato dal bordo laterale dell’acetabolo,<br />

che viene denominato os acetabuli e che è spesso associato ad un<br />

<strong>di</strong>stacco del labbro acetabolare dal bordo osseo.<br />

Pitto ha riscontrato in uno stu<strong>di</strong>o ra<strong>di</strong>ografico su 178 anche <strong>di</strong>splasiche<br />

23 casi <strong>di</strong> os acetabuli e 37 casi <strong>di</strong> avulsione labrale 17 .<br />

L’exeresi artroscopica dell’os acetabuli migliora la sintomatologia<br />

dolorosa della funzionalità articolare; se l’intervento viene eseguito<br />

precocemente, quando ancora non siano presente avanzati fenomeni<br />

degenerativi, si possono ottenere brillanti risultati.<br />

iMPiNgeMeNt IN ESITI DI EPIFISIOLISI<br />

In esiti <strong>di</strong> epifisiolisi, anche in casi <strong>di</strong> buona riduzione dello scivolamento<br />

epifisario, può residuare una deformazione anatomica a<br />

livello del passaggio cervico-epifisario che determina un impingement<br />

femoro-acetabolare.<br />

L’in<strong>di</strong>cazione ad una artroscopia vi può essere in casi rari in età<br />

infantile, in caso <strong>di</strong> persistente ed incoercibile sintomatologia<br />

dolorosa; la causa del dolore può derivare da una erosione della<br />

cartilagine della regione antero-superiore dell’acetabolo o della<br />

superficie anteriore della testa femorale, oppure da una lesione del<br />

labbro acetabolare.<br />

Viene descritta in letteratura anche una in<strong>di</strong>cazione a trattamento<br />

S246<br />

artroscopico delle problematiche articolari, in associazione alla<br />

sintesi con viti 18 .<br />

Al termine dell’accrescimento si può manifestare una sindrome<br />

da impingement femoro-acetabolare, che ha carattere progressivamente<br />

ingravescente e può portare ad una importante evoluzione<br />

degenerativa.<br />

La tecnica artroscopica è analoga a quella effettuata negli altri casi<br />

<strong>di</strong> impingement femoro-acetabolari, e già descritta.<br />

I vantaggi del trattamento artroscopico sono <strong>di</strong>rettamente proporzionali<br />

alla precocità dell’in<strong>di</strong>cazione e migliori quando non siano<br />

ancora presenti importanti condropatie.<br />

CaLCIFICazIONI-OSSIFICazIONI<br />

Calcificazioni capsulari<br />

A livello del compartimento periferico possono essere presenti calcificazioni<br />

capsulari <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni che posso essere causa<br />

<strong>di</strong> dolore oppure <strong>di</strong> limitazione funzionale antalgica.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una patologia piuttosto rara, spesso associata a fenomeni<br />

degenerativi articolari, impingement femoro-acetabolare o esiti<br />

traumatici.<br />

La sintomatologia presente consiste generalmente in dolore, riferito<br />

soprattutto in regione peritrocanterica o inguinale, e lieve limitazione<br />

funzionale; i sintomi peraltro si confondono con quelli delle<br />

manifestazioni patologiche generalmente associate.<br />

Le calcificazioni possono essere evidenziate e rimosse in artroscopia<br />

con l’utilizzo dello shaver e delle ra<strong>di</strong>ofrequenze per il loro<br />

isolamento ed eventualmente <strong>di</strong> un grasper per l’asportazione.<br />

Ten<strong>di</strong>nopatia calcifica del retto femorale<br />

La ten<strong>di</strong>nopatia calcifica del retto femorale può essere causa <strong>di</strong> un<br />

dolore dell’anca; il dolore è localizzato in sede laterale, in corrispondenza<br />

della spina iliaca anteriore inferiore irra<strong>di</strong>ato al terzo<br />

prossimale della coscia; la mobilità articolare può essere limitata<br />

dal dolore soprattutto nei movimenti <strong>di</strong> flessione; vi può essere<br />

zoppia più o meno accentuata.<br />

La <strong>di</strong>agnosi è soprattutto ra<strong>di</strong>ografica con immagine calcifica che<br />

si proietta vicino al bordo superiore verso la testa femorale. La<br />

<strong>di</strong>agnosi, se dubbia, può essere approfon<strong>di</strong>ta e confermata con<br />

ecografia, scintigrafia e RMN.<br />

Il trattamento è generalmente incruento e consiste in terapia me<strong>di</strong>ca<br />

con FANS, terapia fisica, infiltrazioni cortisoniche. Talvolta la<br />

calcificazione determina un persistente dolore dell’anca nonostante<br />

i trattamenti eseguiti, spesso associandosi ad una capsulite o ad una<br />

iniziale patologia degenerativa articolare, per cui può essere posta<br />

in<strong>di</strong>cazione ad una artroscopia.<br />

Ossificazione del retto femorale<br />

Ben più complesso è il trattamento <strong>di</strong> voluminose calcificazioniossificazioni<br />

che si producono a livello del ten<strong>di</strong>ne retto femorale<br />

e che si estendono dalla spina iliaca anteriore inferiore fino alla<br />

regione articolare; il quadro clinico, oltre al dolore coxalgico è<br />

caratterizzato dalla rigi<strong>di</strong>tà dell’anca, soprattutto in flessione.<br />

L’asportazione della ossificazione può esser fatta in artroscopia,<br />

con un controllo costante ra<strong>di</strong>ologico con amplificatore <strong>di</strong> brillanza;<br />

la rimozione viene eseguita con un burr.

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