30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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Vantaggi della modularità del collo negli steli femorali<br />
Fig. 1. Anca sinistra: rappresentazione grafica dell’off-set femorale e del braccio <strong>di</strong> leva dei muscoli<br />
abduttori dell’anca. Anca destra: rappresentazione grafica delle forze che agiscono sull’anca: per<br />
stabilizzare il bacino i muscoli abduttori devono esercitare una forza molto superiore rispetto alla forza<br />
peso a causa del braccio <strong>di</strong> leva (A) più corto rispetto a quello della forza peso (B).<br />
reazione articolare ed in una ridotta usura delle superfici articolari<br />
in polietilene 6 . Se i muscoli abduttori dell’anca sono costretti<br />
a lavorare in con<strong>di</strong>zioni meccaniche svantaggiose si realizza il<br />
quadro della zoppìa da insufficienza glutea, che determina dolori<br />
periarticolari, facile affaticabilità ed aumento degli stress meccanici<br />
sull’impianto protesico.<br />
Il valore normale dell’off-set femorale, stu<strong>di</strong>ato in numerosi lavori<br />
ra<strong>di</strong>ografici, presenta un intervallo <strong>di</strong> variabilità piuttosto ampio<br />
(23-55 mm 2 ; 36-56 mm 7 ; 32-56 mm 6 , 33,4-44,1 mm 8 ).<br />
Gli steli femorali monoblocco prevedono un incremento dell’offset<br />
femorale all’aumentare delle <strong>di</strong>mensioni dello stelo stesso.<br />
A causa <strong>di</strong> questa peculiarità gli steli monoblocco consentono al<br />
chirurgo solo piccole mo<strong>di</strong>ficazioni della geometria articolare,<br />
possibili me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> testine modulari <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente<br />
lunghezza. Tuttavia, le variazioni dell’off-set così ottenute si associano<br />
a concomitanti variazioni della lunghezza dell’arto, cosicché<br />
al chirurgo viene preclusa la possibilità <strong>di</strong> agire in maniera in<strong>di</strong>pendente<br />
sull’off-set e sulla <strong>di</strong>smetria. Lo stelo femorale monoblocco<br />
appare incapace <strong>di</strong> garantire un accurata ricostruzione dell’anatomia<br />
articolare, infatti Massin e colleghi 9 hanno messo in evidenza<br />
come questa tipologia <strong>di</strong> stelo sia in grado <strong>di</strong> ripristinare un off-set<br />
adeguato solo nel 33% dei casi.<br />
Le evidenti limitazioni degli steli monoblocco sono probabilmente<br />
legate all’ampia variabilità dell’angolo cervico-<strong>di</strong>afisario (105,7-<br />
154,5°) 10 ed alle rilevanti <strong>di</strong>fferenze riscontrate tra maschi e femmine<br />
nella morfologia e nelle <strong>di</strong>mensioni del femore: nelle donne<br />
la <strong>di</strong>afisi femorale è più stretta, l’off-set è minore e l’antiversione<br />
femorale è incrementata 11-14 .<br />
L’introduzione <strong>di</strong> protesi modulari ha permesso al chirurgo <strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong>ficare intraoperatoriamente la geometria articolare allo scopo<br />
<strong>di</strong> riuscire a ripristinare una biomeccanica corretta. La modularità<br />
nelle protesi da primo impianto è stata sviluppata secondo linee<br />
S236<br />
progettuali <strong>di</strong>fferenti. Una prima tipologia <strong>di</strong> protesi modulare<br />
prevede una intercambiabilità della parte prossimale metafisaria<br />
dello stelo 15 . Questo genere <strong>di</strong> protesi deriva concettualmente da<br />
protesi da revisione, prevede la fissazione <strong>di</strong>afisaria dello stelo e<br />
richiede una tecnica chirurgica de<strong>di</strong>cata. Un secondo tipo <strong>di</strong> protesi<br />
modulari permette invece l’intercambiabilità del solo collo, che si<br />
accoppia allo stelo per mezzo <strong>di</strong> un cono morse. Questo secondo<br />
tipo <strong>di</strong> protesi modulare, derivando concettualmente da protesi da<br />
primo impianto, richiede una tecnica chirurgica identica a quella<br />
usata per impiantare steli monoblocco. Una volta impiantate le<br />
componenti protesiche definitive, utilizzando colli modulari e<br />
testine <strong>di</strong> prova si effettuano tests <strong>di</strong> stabilità dell’impianto e si<br />
verifica la <strong>di</strong>smetria, quin<strong>di</strong> si riduce la protesi con il collo e la<br />
testina definitive prescelte.<br />
Abbiamo cominciato ad impiegare quest’ultimo tipo <strong>di</strong> protesi<br />
modulari a partire dal 1995.<br />
Il sistema protesico utilizzato (AncA Fit, Wright, USA) era caratterizzato<br />
dalla presenza <strong>di</strong> colli modulari con tre off-set <strong>di</strong>fferenti<br />
(varo, valgo, standard), per ognuno dei quali erano <strong>di</strong>sponibili 2<br />
lunghezze (corto, lungo). Per il collo standard erano inoltre <strong>di</strong>sponibili<br />
2 varianti <strong>di</strong> anti/retroversione (8°, 15°). Ulteriori possibilità<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la geometria articolare erano riservate all’utilizzo<br />
delle tra<strong>di</strong>zionali testine modulari. Il vantaggio <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong><br />
modularità risiedeva nel fatto che le mo<strong>di</strong>ficazioni dell’off-set e<br />
della lunghezza dell’arto erano rese in<strong>di</strong>pendenti dalla taglia dello<br />
stelo femorale scelto (Fig. 2). La maggiore efficacia <strong>di</strong> questo sistema<br />
modulare rispetto ai tra<strong>di</strong>zionali steli monoblocco in termini<br />
<strong>di</strong> ricostruzione dell’off-set femorale è stata <strong>di</strong>mostrata da Sakai<br />
e colleghi 16 .<br />
In un altro stu<strong>di</strong>o 17 condotto su oltre 2000 protesi d’anca è stato<br />
evidenziato come l’utilizzo <strong>di</strong> questa modularità abbia permesso<br />
<strong>di</strong> ricostituire l’anatomia articolare tenendo conto delle <strong>di</strong>fferenze<br />
anatomiche tra maschi e femmine. Sempre in questo stu<strong>di</strong>o è stato<br />
riscontrato una importante riduzione del rapporto femmine:maschi<br />
nel tasso <strong>di</strong> lussazioni protesiche (2:1 in ragione del rapporto <strong>di</strong> 4:1<br />
tra<strong>di</strong>zionalmente riportato in letteratura) da ricondursi al più accu-<br />
Fig. 2. Una protesi monoblocco determina necessariamente un incremento dell’off-set all’aumentare<br />
delle <strong>di</strong>mensioni dello stelo, mentre utilizzando protesi modulari l’off-set può essere mo<strong>di</strong>ficato in<br />
maniera in<strong>di</strong>pendente dalla taglia dello stelo.