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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Innesti massivi omoplastici nella ricostruzione ossea della mano<br />

a<br />

“creeping substitution”, vasi e cellule osteoprogenitrici penetrano<br />

nel tessuto osseo omoplastico per pochi millimetri, attivando una<br />

cascata <strong>di</strong> eventi biologici che portano alla consolidazione a livello<br />

delle linee osteotomiche. Per quanto le parti molli dell’ospite<br />

a contatto con la <strong>di</strong>afisi dell’allograft siano in grado <strong>di</strong> rivascolarizzare<br />

uno strato molto superficiale della corticale, la maggior<br />

parte dell’allograft rimane avascolare e biologicamente inerte<br />

anche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> molti anni dall’impianto. Questo giustifica<br />

l’elevata percentuale <strong>di</strong> complicazioni a <strong>di</strong>stanza, che risulta essere<br />

del 46% nella revisione <strong>di</strong> un’ampia casistica <strong>di</strong> 718 casi 12 ,<br />

con un incremento delle complicanze <strong>di</strong>rettamente proporzionale<br />

S284<br />

B C<br />

D<br />

a B C<br />

D<br />

Fig. 5 A-D. Ricostruzione IFP 5° <strong>di</strong>to mano dx in esiti trauma<br />

complesso con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sostanza osteoarticolare, cutanea e<br />

ten<strong>di</strong>nea (A). Ottimo recupero della flessione attiva fino a 100°(B).<br />

Deficit <strong>di</strong> estensione attiva <strong>di</strong> 45° probabilmente conseguente a<br />

elongazione o parziale ce<strong>di</strong>mento della tenorrafia (C). Estensione<br />

passiva completa (B).<br />

Fig. 6 A-D. Resezione in blocco <strong>di</strong> MF pollice sede <strong>di</strong> tumore gigantocellulare (A). Risultato ra<strong>di</strong>ografico postoperatorio dopo impianto <strong>di</strong> allograft osteoarticolare (B) e sua consolidazione a 5 mesi (C). Degenerazione<br />

massiva della componente articolare a 4 anni dall’intervento ricostruttivo (D).<br />

alle <strong>di</strong>mensioni dell’ allograft e alla complessità della procedura<br />

chirurgica.<br />

Per le caratteristiche del processo <strong>di</strong> incorporazione <strong>di</strong> un innesto<br />

omologo appena ricordate, risulta evidente che la sua possibilità <strong>di</strong><br />

rivascolarizzazione e osteointegrazione è inversamente proporzionale<br />

alle sue <strong>di</strong>mensioni e <strong>di</strong>rettamente proporzionale alla superficie<br />

<strong>di</strong> contatto con l’osso ospite. Queste con<strong>di</strong>zioni sono più facilmente<br />

raggiungibili nella ricostruzione dei piccoli segmenti ossei della<br />

mano e tale consapevolezza ci ha spinto ad estendere la meto<strong>di</strong>ca<br />

in questo <strong>di</strong>stretto anatomico. La massa ossea utilizzata è sempre<br />

risultata <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni e l’adozione <strong>di</strong> osteotomie secondo

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