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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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con grande successo nel trattamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti ossei e fratture in<br />

forma <strong>di</strong> placche, viti, spaziatori, chio<strong>di</strong>.<br />

Il titanio trabecolare ha una elevata biocompatibilità, ha il vantaggio<br />

<strong>di</strong> avere una grande resistenza meccanica e quin<strong>di</strong>, utilizzato<br />

come scaffold, <strong>di</strong> poter sopportare forze elevate anche prima che si<br />

sia formato nuovo tessuto osseo.<br />

Gli scaffold polimerici invece hanno la caratteristica <strong>di</strong> essere<br />

impianti transitori perchè riassorbibili e <strong>di</strong> poter veicolare fattori<br />

bioattivi necessari alla crescita <strong>di</strong> nuovo tessuto osseo come le<br />

BMP. Essi inoltre hanno caratteristiche meccaniche (resistenza alla<br />

compressione e rigi<strong>di</strong>tà) simili a quelle del tessuto ospite finchè<br />

non sono sostituiti dal nuovo tessuto osseo. Durante il processo <strong>di</strong><br />

biodegradazione si formano monomeri come acido lattico e acido<br />

glicolico che sono facilmente eliminabili dalle cellule seguendo le<br />

normali vie cataboliche e quin<strong>di</strong> non si accumulano nell’organismo<br />

e non risultano tossici.<br />

Scopo <strong>di</strong> questa ricerca è <strong>di</strong> valutare con tecniche <strong>di</strong> microscopia<br />

elettronica, <strong>di</strong> biologia molecolare e <strong>di</strong> biochimica la biocompatibilità<br />

<strong>di</strong> tre <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> scaffold, uno costituito da titanio<br />

trabecolare, uno da acido polilattico-co-glicolide (PLGA) e un<br />

altro da acido polilattico-co-glicolide miscelato a idrossiapatite<br />

(PLGA/HA) e inoltre la capacità delle cellule staminali <strong>di</strong> tessuto<br />

a<strong>di</strong>poso <strong>di</strong> aderire, proliferare e <strong>di</strong>fferenziare in senso osteogenico<br />

su questi scaffold per poter essere utilizzate con successo per la<br />

riparazione <strong>di</strong> tessuto osseo danneggiato.<br />

MaTErIaLI E METODI<br />

Le ADSC sono state ottenute da tessuto a<strong>di</strong>poso sottocutaneo<br />

umano per <strong>di</strong>gestione enzimatica con collagenasi <strong>di</strong> tipo II per 1<br />

h a 37°C in bagno termostatato agitante secondo Gastal<strong>di</strong> et al. 3 .<br />

Le ADSC ottenute erano sospese in terreno DMEM F12-HAM<br />

contenente FBS 10%, penicillina/streptomicina 100 U e anfotericina<br />

[terreno <strong>di</strong> crescita] e lasciate crescere fino a raggiungere<br />

una confluenza del 90% in termostato in presenza <strong>di</strong> CO 2 al 5%<br />

a 37°C. Il terreno era cambiato due volte la settimana. Le cellule<br />

aderenti erano quin<strong>di</strong> tripsinizzate e 1 x 10 5 ADSC per 100 mm 2<br />

erano seminate in fiasche con lo stesso terreno <strong>di</strong> crescita. Questo<br />

passaggio era ripetuto tre volte. La presenza o assenza dei marker<br />

<strong>di</strong> superficie CD73, CD90 e CD45 delle cellule ottenute era valutata<br />

con citofluorimetria a flusso.<br />

Semina sugli scaffold<br />

Al terzo passaggio 4.5 x 10 5 cellule tripsinizzate erano seminate<br />

sugli scaffold posti in multi-well e lasciati aderire alla struttura<br />

per 2 h in termostato prima dell’aggiunta <strong>di</strong> 3 ml <strong>di</strong> terreno <strong>di</strong><br />

crescita.<br />

Per indurre il <strong>di</strong>fferenziamento osteogenico, dopo 7 giorni dalla<br />

semina sugli scaffold, il terreno <strong>di</strong> crescita era sostituito da DMEM<br />

F12-HAM contenente FBS 15%, beta-glicerofosfato 10 mM, desametazone<br />

100nM, acido ascorbico 0.05 mM, antibiotici e anfotericina<br />

(terreno osteogenico) per tutto il periodo <strong>di</strong> coltura.<br />

Scaffold<br />

Gli scaffold <strong>di</strong> titanio trabecolare erano forniti dalla <strong>di</strong>tta Lima-Lto<br />

S.p.A. (Lima, Villanova <strong>di</strong> San Daniele del Friuli, Italia); avevano<br />

G. Gastal<strong>di</strong>, et al.<br />

una porosità del 65% con un <strong>di</strong>ametro dei pori <strong>di</strong> 640 μm. Gli<br />

scaffold <strong>di</strong> PLGA e PLGA/HA erano preparati con il metodo <strong>di</strong><br />

Dorati et al. 4 utilizzando una soluzione <strong>di</strong> PLGA (15% w/v in<br />

1,4-Dioxano) e una sospensione <strong>di</strong> idrossiapatite 5% in PLGA.<br />

Come porogeno erano utilizzate particelle <strong>di</strong> NaCl con <strong>di</strong>ametro<br />

<strong>di</strong> 600-1180 µm. La porosità degli scaffold <strong>di</strong> PLGA era 84% e<br />

quella degli scaffold <strong>di</strong> PLGA/HA era 75%, il <strong>di</strong>ametro dei pori era<br />

compreso tra 300 e 350 µm. Tutti gli scaffold avevano una altezza<br />

<strong>di</strong> 6 mm e un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 12 mm.<br />

Microscopia elettronica a scansione<br />

La microscopia elettronica a scansione era eseguita sui tre <strong>di</strong>versi<br />

tipi <strong>di</strong> scaffold su cui erano fatte crescere e <strong>di</strong>fferenziare le ADSC<br />

per 21 giorni seguendo il metodo descritto da Gastal<strong>di</strong> et al. 3 .<br />

Attività della fosfatasi alcalina, marker del <strong>di</strong>fferenziamento osseo<br />

L’attività della fosfatasi alcalina era valutata nelle cellule seminate<br />

sugli scaffold <strong>di</strong> titanio trabecolare e coltivate in terreno <strong>di</strong> crescita e<br />

osteogenico per 21 giorni. Il lisato cellulare era incubato a 37°C per<br />

30 min in tampone glicina 50 mM, MgSO 4 1 mM, ZnSO 4 1 mM , pH<br />

10.5, contenente p-nitrofenil-fosfato 5 mM. La reazione era bloccata<br />

con l’aggiunta <strong>di</strong> NaOH 1 N e l’assorbanza del p-nitro-fenolo formato<br />

letta a 410 nm. L’attività enzimatica era espressa come µmol<br />

p-fenilfosfato idrolizzato/mg proteine ∙ min. La concentrazione delle<br />

proteine del lisato cellulare era valutata col metodo <strong>di</strong> Lowry et al. 5<br />

Isolamento del RNA totale e real-time PCR<br />

L’RNA totale era estratto dalle cellule cresciute sugli scaffold <strong>di</strong><br />

titanio trabecolare in presenza e assenza <strong>di</strong> terreno osteogenico<br />

per 7, 14 e 21 giorni con il reagente QIAzol (Qiagen SpA, Milano,<br />

Italia). La reazione <strong>di</strong> trascrizione inversa del mRNA a cDNA<br />

era ottenuta con random esameri e l’enzima Trascrittasi M-MLV<br />

(Invitrogen, Carlsbad, CA, U.S.A.). La PCR quantitativa (qPCR)<br />

era eseguita in triplicato con 1 µl <strong>di</strong> cDNA e con i primer specifici<br />

della fosfatasi alcalina (for: AGC CCT TCA CTG CCA TCC TGT;<br />

rev: ATT CTC TCG TTC ACC GCC CAC) secondo il metodo <strong>di</strong><br />

Laforenza et al. 6 . La qPCR era normalizzata usando come gene<br />

housekeeping GUSB (QT 00046046 QuantiTect Primer Assay,<br />

Qiagen) e i risultati erano espressi come fold change rispetto al<br />

valore a 7 giorni <strong>di</strong> coltura.<br />

Estrazione delle proteine della matrice extracellulare<br />

Al termine del periodo <strong>di</strong> coltura le proteine secrete dalle ADSC<br />

negli scaffold erano estratte e la quantità <strong>di</strong> fosfatasi alcalina presente<br />

dosata con metodo ELISA 3 .<br />

rISuLTaTI<br />

L’analisi al citofluorimetro mostrava che le ADSC erano positive<br />

per i marker <strong>di</strong> superficie CD73 e CD90 (tipici delle cellule staminali<br />

mesenchimali) e negative per il marker CD45 (marker delle<br />

cellule della linea ematopoietica) in accordo con i dati <strong>di</strong> letteratura<br />

(Fig. 1) 7 .<br />

Lo stu<strong>di</strong>o al microscopio elettronico a scansione mostrava che le<br />

ADSC coltivate e <strong>di</strong>fferenziate per 21 giorni sui tre <strong>di</strong>versi tipi<br />

<strong>di</strong> scaffold erano in grado <strong>di</strong> proliferare e produrre una abbon-<br />

S155

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