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Antico Testamento

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installato per sempre sul trono”. Salomone<br />

non poteva vedere che “dietro<br />

l’oscuro ignoto, Dio sta nell’ombra, tenendo<br />

l’occhio sui suoi” 27 .<br />

4:2 In questo suo stato di abbattimento,<br />

concludeva dicendo che i<br />

morti stanno meglio dei vivi. Per lui la<br />

morte costituiva una via di scampo alle<br />

persecuzioni e alle crudeltà di questa<br />

vita. In quel momento non si preoccupava<br />

delle più profonde conseguenze<br />

della morte, e cioè che se una persona<br />

muore nell’incredulità è condannata a<br />

soff erenze più dure della peggiore oppressione<br />

che possa subire sulla terra.<br />

Per lui la domanda non era: “C’è vita<br />

dopo la morte?”, ma piuttosto: “C’è vita<br />

dopo la nascita?”<br />

4:3 Il cinismo di Salomone toccava<br />

il fondo quando diceva che se è vero<br />

che i morti stanno meglio dei vivi,<br />

i non nati occupano una posizione<br />

ancora più invidiabile. Non sono mai<br />

vissuti per impazzire a causa dell’oppressione<br />

che viene commessa sotto il<br />

sole e non hanno mai dovuto sopportare<br />

“quell’orribile presa in giro della<br />

felicità chiamata vita”.<br />

4:4 C’era anche qualcos’altro che<br />

non riusciva a mandare giù: il fatto<br />

che l’attività umana e la bravura fossero<br />

motivate dal desiderio da parte<br />

dell’uno di superare l’altro. Salomone<br />

vide che la ruota della vita era sospinta<br />

dallo spirito di competizione. Il<br />

desiderio di possedere vestiti migliori<br />

e case più lussuose erano tutte cose<br />

senza senso e indegne di uomini creati<br />

all’immagine di Dio e simili a lui.<br />

Quando Michelangelo e Raff aello<br />

furono incaricati di mettere a frutto<br />

i loro talenti artistici per provvedere<br />

alle decorazioni del Vaticano, un acu-<br />

ECCLESIASTE 4:7-8<br />

to spirito di rivalità esplose tra di loro.<br />

“Nonostante ciascuno dei due svolgesse<br />

un lavoro diverso, la gelosia raggiunse<br />

un livello tale che fi nirono per<br />

non rivolgersi più la parola” 28 . È vero<br />

che alcuni sono più bravi di questi due<br />

geni a nascondere l’invidia, tuttavia lo<br />

stesso spirito di rivalità è alla base di<br />

molte attività contemporanee.<br />

Un cinico moderno ha scritto: “Ho<br />

provato tutte le cose che la vita può offrire,<br />

ma ho scoperto che, in defi nitiva,<br />

ogni individuo cerca di superare l’altro<br />

in uno stupido tentativo di raggiungere<br />

la felicità” 29 .<br />

4:5 In opposizione a colui la cui<br />

motivazione e ricompensa è l’invidia,<br />

si trova lo stolto, che è indolente,<br />

stupido, fannullone. Egli incrocia le<br />

braccia e si accontenta di mangiare<br />

quel poco cibo che riesce a rimediare<br />

senza sforzarsi molto. Forse è più<br />

saggio dei suoi vicini che si aff annano<br />

senza posa spinti dall’invidia e dalla<br />

cupidigia.<br />

4:6 Mentre quelli che gli stanno attorno<br />

si accaniscono nella frenesia della<br />

rivalità, lo stolto pensa che vale più<br />

una mano piena, con riposo, che entrambe<br />

le mani piene, con travaglio<br />

e corsa dietro al vento. Ecco come H.<br />

C. Leupold ha parafrasato questa frase:<br />

“Preferisco starmene tranquillo,<br />

anche se possiedo poco, piuttosto che<br />

acquistare di più e aff rontare tutta la<br />

preoccupazione che ciò comporta”.<br />

4:7-8 C’era un altro tipo di follia che<br />

tormentava la mente dell’Ecclesiaste,<br />

vale a dire la stupidità insensata di colui<br />

che, pur essendo solo, si ammazza<br />

di lavoro per accumulare ricchezza;<br />

egli, infatti, non ha né fi glio né fratello<br />

e nessun parente prossimo. Possiede<br />

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