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Antico Testamento

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DEUTERONOMIO 15:12-15<br />

prestiti (il “cattivo pensiero”, o pensiero<br />

malvagio, cui si allude al v. 9 è,<br />

per l’appunto, il rifi uto) all’approssimarsi<br />

di tale scadenza. A tal riguardo,<br />

in tutta la storia il popolo ebraico si è<br />

conquistato la fama, meritata, di prendersi<br />

cura dei propri connazionali. A<br />

ratifi ca di quanto aff ermato da Mosè<br />

al v. 10, l’apostolo Paolo scrive che:<br />

“Dio ama un donatore gioioso” (2 Co<br />

9:7). Questo versetto non è soltanto un<br />

comandamento bensì una promessa,<br />

poiché Dio non è debitore nei confronti<br />

di nessuno. “Chi è benefi co sarà<br />

nell’abbondanza, e chi annaffi a sarà<br />

egli pure annaffi ato” (Pr 11:25).<br />

15:12-15 Il settimo anno lo schiavo<br />

ebreo doveva essere liberato (vv. 12-<br />

18) ma non prima di essere stato fornito<br />

generosamente di doni. Allorché<br />

ebbe liberato il suo popolo dalla schiavitù<br />

d’Egitto Dio lo aveva colmato di<br />

beni (vd. Es 12:35-35): per questo motivo<br />

uno schiavo redento non sarebbe<br />

potuto andarsene a mani vuote. Dio<br />

desidera che il suo popolo segua il suo<br />

esempio ossia (per parafrasare la “regola<br />

aurea”) che faccia ad altri ciò che<br />

il Signore ha fatto a lui.<br />

15:16-18 D’altro canto, però, lo<br />

schiavo aveva facoltà di rifi utare di<br />

emanciparsi e scegliere, per amore, di<br />

rimanere schiavo per sempre e manifestare<br />

tale scelta lasciandosi forare<br />

l’orecchio contro la porta di casa del<br />

suo padrone. Si fa inoltre notare come<br />

lo schiavo valesse il doppio di un operaio.<br />

15:19-23 Dal v. 19 fi no a 16:17 si<br />

riportano le norme che regolavano<br />

determinate funzioni da svolgersi nel<br />

luogo dove Yahweh aveva deciso di<br />

stabilire il proprio nome:<br />

244<br />

1. la consacrazione dei primogeniti<br />

degli animali (15:19-23);<br />

2. la Pasqua e la festa degli Azzimi<br />

(16:1-8);<br />

3. la festa delle Settimane o Pentecoste<br />

(16:9-12);<br />

4. la festa delle Capanne (16:13-17).<br />

Il primogenito di ogni animale<br />

puro doveva essere off erto al Signore<br />

e al popolo era permesso mangiarne<br />

una parte delle carni, tranne il<br />

sangue. Gli animali dovevano essere<br />

senza macchia né difetto: di ogni<br />

cosa si sarebbe off erto a Dio soltanto<br />

il meglio.<br />

K. Le tre festività di precetto<br />

(cap. 16)<br />

16:1-8 Nel cap. 16 si riepilogano le tre<br />

feste in occasione delle quali gli uomini<br />

di Israele erano tenuti a recarsi<br />

annualmente al santuario scelto da<br />

Dio come dimora del suo nome. Con<br />

riferimento allo scopo di tali festività,<br />

Moody osserva:<br />

Le festività sacre erano, generalmente,<br />

stabilite per i seguenti<br />

fi ni e scopi:<br />

1. Distinguere il popolo di Dio<br />

dalle altre nazioni.<br />

2. Mantenere viva la memoria dei<br />

benefi ci già ricevuti.<br />

3. Costituire simbolo ed emblema<br />

dei futuri benefi ci che Cristo<br />

avrebbe concesso al popolo.<br />

4. Unire il popolo divino in un<br />

santo culto comune.<br />

5. Preservare la purezza della<br />

santa pratica devozionale prescritta<br />

da Dio 9 .<br />

La Pasqua e la festa degli Azzimi

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