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Antico Testamento

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CANTICO DEI CANTICI 4:16<br />

via dal Libano con lui e nel contempo<br />

ne ammira la bellezza, l’amore (così<br />

ND; NR ha “carezze”), le labbra e la<br />

fragranza (ND) delle vesti, ossia la<br />

condotta e la purezza. Egli la paragona<br />

a un rorido giardino ricco di frutti<br />

squisiti e di ogni… aroma soave.<br />

4:16 Con linguaggio poetico la ragazza<br />

lo invita a deliziarsi nel suo giardino<br />

e a prenderne possesso.<br />

5:1a Il pastore accoglie l’invito della<br />

Sulamita del versetto precedente,<br />

aff ermando che verrà nel giardino a<br />

raccogliervi le sue erbe profumate, a<br />

mangiarvi il suo miele e a bervi vino<br />

e latte.<br />

5:1b La seconda parte del v. 1 pare<br />

un invito rivolto ai due focosi amanti<br />

da ignoti spettatori aff ascinati dalla<br />

loro storia 15 .<br />

XI. LA SULAMITA RICORDA DI<br />

ESSERE STATA TURBATA DA<br />

UN SOGNO IN CUI, PER IN-<br />

DOLENZA, NON RIUSCIVA A<br />

INCONTRARE IL SUO AMATO<br />

(5:2-8)<br />

5:2-7 Ora la fanciulla descrive un sogno<br />

in cui aveva udito il suo amato<br />

bussare alla porta e chiederle di aprirgli.<br />

Egli aveva il capo bagnato dalla rugiada<br />

serotina. La ragazza aveva esitato<br />

ad aprire la porta poiché si era già<br />

preparata per la notte; egli aveva dunque<br />

ritirato la mano dalla maniglia<br />

della porta. Finalmente la fanciulla si<br />

era alzata ed era andata ad aprire. Le<br />

sue mani avevano assorbito il profumo<br />

di mirra liquida lasciato dall’uomo<br />

sulla maniglia della serratura.<br />

Lui però se n’era andato (ND). Ella<br />

l’aveva cercato, chiamato ma non l’a-<br />

1084<br />

veva trovato. Le guardie della città,<br />

scambiatala per una donna di malaffare,<br />

l’avevano battuta e le avevano<br />

strappato il velo.<br />

5:8 L’infelice implora le fi glie di<br />

Gerusalemme di riferire al suo amico,<br />

se mai capitasse loro di incontrarlo,<br />

che lei lo ama ancora.<br />

XII. INCALZATA DELLE DAME<br />

DI CORTE, LA FANCIULLA<br />

DECANTA LA BELLEZZA<br />

DEL SUO INNAMORATO. LE<br />

DONNE SONO CURIOSE DI<br />

VEDERLO (5:9–6:3)<br />

5:9 L’inesauribile ardore della ragazza<br />

per un semplice pastore suscita l’interesse<br />

delle ragazze di Gerusalemme,<br />

le quali non si capacitano che si possa<br />

rifi utare l’amore di Salomone per un<br />

oscuro ragazzo di campagna. Esse le<br />

domandano dunque che cosa trovi di<br />

tanto speciale nel suo amico.<br />

5:10-16 Questa domanda le dà<br />

l’opportunità tanto attesa di decantare<br />

l’avvenenza del suo amato, il quale “si<br />

distingue fra diecimila”. Con dovizia<br />

di metafore poetiche di questo tipo<br />

ella ne magnifi ca la bellezza: capo,<br />

chiome, occhi, gote, labbra, mani,<br />

corpo, gambe e bocca. In breve, il suo<br />

amore, nonché suo amico, è tutto…<br />

un incanto 16 .<br />

6:1 A questo punto le fi glie di Gerusalemme<br />

hanno proprio voglia di<br />

vedere questo portento di virile avvenenza;<br />

domandano alla ragazza dove<br />

sia andato e si off rono di andarlo a<br />

cercare con lei 17 .<br />

6:2-3 La risposta della ragazza è<br />

intenzionalmente vaga ed evasiva: “è<br />

sceso nel suo giardino”. Perché do-

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