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Antico Testamento

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ISAIA<br />

11 (6:2-5) Il termine serafi ni deriva dal verbo ebraico sāraf, “bruciare”, a sottolineare<br />

la santità consumante di Dio, com’essa è altresì espressa dalle parole “il nostro<br />

Dio è anche un fuoco consumante” (Eb 12:29; cfr. De 4:24).<br />

12 (6:9-10) Vine, Isaiah, p. 32.<br />

13 (7:3) Il nome di suo fi glio signifi ca un residuo tornerà.<br />

14 (7:10-13) Vine, Isaiah, p. 35.<br />

15 (7:14) Il termine ebraico tradotto con giovane (‘almah) al v. 14 può anche indicare<br />

una “vergine”. La profezia può altresì aver conosciuto un primo, parziale adempimento<br />

quando la moglie di Isaia diede alla luce Maher-Shalal-Hash-Baz (8:1-4).<br />

Nondimeno, l’adempimento ultimo e completo è costituito dalla nascita di Cristo.<br />

Nel citare il v. 7, Matteo ricorre al termine greco parthenos, il cui unico signifi cato<br />

è quello di vergine (Mt 1:23).<br />

16 (7:14) Vine, Isaiah, p. 35.<br />

17 (7:18-22) Jennings, Isaiah, p. 90.<br />

18 (8:19) Vine, Isaiah, p. 41.<br />

19 (9:5) Ibid., p. 43.<br />

20 (11:1) Il vecchio cantico tedesco “Mirate, come una rosa ognora sboccia” enucleò<br />

così bene il pensiero di Isaia in questo brano. Poeticamente l’autore scelse una<br />

rosa quale pianta che sboccerà dal tronco d’Isai.<br />

21 (11:2) Vine, Isaiah, p. 49.<br />

22 (11:6-9a) L’autodidatta artista quacchero americano Edward Hicks amava questo<br />

brano a tal punto da dipingere diverse tele rappresentando il testo in modo<br />

estremamente letterale. Il tema delle tele è “Il regno di pace”. Il suo stile fascinoso<br />

superava di gran lunga la sua conoscenza dell’anatomia umana.<br />

23 (13:14-22) Ryrie scrive: “Il declino di Babilonia ha attraversato diverse fasi. Attorno<br />

al 20 a.C. Strabone la descriveva come ‘una vasta desolazione’. Persino il viandante<br />

del deserto (l’Arabo) la evitava per i cattivi presagi che le erano associati”<br />

(Ryrie Study Bible, New King James Version, p. 1.053).<br />

24 (14:12-17) “Lucifero”, lett. “portatore di luce”, è la forma latina per “astro mattutino”.<br />

25 (14:12-17) Ryrie, Study Bible, p. 1054.<br />

26 (14:24-27) Ryrie scrive che “l’adempimento di questa predizione relativa alla distruzione<br />

dell’Assiria è documentato in 37:21-38”, ibid., p. 1055.<br />

27 (18:1-7) Il termine è quello consueto per guai, ma qui “si diff erenzia dal cap. 17:12<br />

giacché esprime compassione (cfr. Is 55:1; Za 2:10) piuttosto che ira”, Franz Delitzsch,<br />

“Isaiah”, in Biblical Commentary on the Old Testament, XVII:348.<br />

28 (20:1-6) Il nome “Palestina” deriva dal termine Filisteo. Rinaldo Diprose riporta:<br />

“Il termine ‘Palestina’, applicato originalmente al territorio dei fi listei, nemici<br />

di Israele, fu usato per prima da Erodoto per designare il sud della Siria. Dopo<br />

la rivolta capeggiata da Bar Kokhba (132-135 d.C.), la provincia della Giudea fu<br />

rinominata “Siria Palestina” dai romani e più tardi fu chiamata semplicemente<br />

Palaestina… Dal dopoguerra in poi, è andata consolidandosi l’attribuzione a esso<br />

di un signifi cato diverso dal senso geografi co che aveva rivestito durante i seco-<br />

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