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Antico Testamento

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ESTER 4:13-14<br />

già da trenta giorni, e questo poteva<br />

signifi care che il re era, per qualche<br />

motivo, irritato nei suoi confronti.<br />

4:13-14 La risposta di Mardocheo<br />

al ragionamento di Ester fu appropriata:<br />

se tutti i Giudei dovevano essere<br />

uccisi, neppure lei sarebbe scampata,<br />

nonostante fosse regina. Se si rifi utava<br />

di agire, qualcun altro avrebbe portato<br />

soccorso al suo popolo, ma lei sarebbe<br />

morta. E forse era salita al trono proprio<br />

per avere l’opportunità di salvare<br />

il suo popolo. Le parole del v. 14 dovrebbero<br />

essere una sfi da per ciascuno<br />

di noi: Chi sa se non sei diventata<br />

regina appunto per un tempo come<br />

questo? Certo, pochi di noi occuperanno<br />

mai una posizione come quella<br />

di Ester, ma ogni credente svolge un<br />

ruolo essenziale nel progetto di Dio<br />

che si sta realizzando.<br />

4:15-17 Infi ne Ester si convinse<br />

e ordinò a tutti i Giudei di digiunare<br />

con lei per tre giorni, dopo di che sarebbe<br />

andata dal re.<br />

Matthew Poole commenta le famose<br />

ed eroiche parole di Ester, se io<br />

debbo perire, che io perisca!<br />

580<br />

Benché il pericolo che corro sia<br />

innegabilmente grande, se teniamo<br />

conto della chiarezza della<br />

legge, dell’ambiguità nella mente<br />

del re e della severità che ha dimostrato<br />

nei confronti della regina<br />

che mi ha preceduta, Vasti,<br />

tuttavia, per non venire meno ai<br />

miei doveri nei confronti di Dio<br />

e del suo popolo, andrò dal re e<br />

confi derò serenamente e risolutamente<br />

sulla provvidenza di<br />

Dio, che può garantire la mia salvezza<br />

e il mio successo 9 .<br />

L’atteggiamento del credente in circostanze<br />

diffi cili e pericolose non dovrebbe<br />

essere fatalista, ma ottimista,<br />

specialmente quando accede al trono<br />

celeste per chiedere grazia e aiuto nel<br />

tempo del bisogno. Possiamo avvicinarci<br />

al trono pieni di coraggio e di<br />

fi ducia, perché Dio ha steso verso di<br />

noi lo scettro del perdono sul Golgota:<br />

“Accostiamoci dunque con piena fi ducia<br />

al trono della grazia, per ottenere<br />

misericordia e trovar grazia ed essere<br />

soccorsi al momento opportuno” (Eb<br />

4:16).<br />

IV. LO STERMINIO DEI GIUDEI È<br />

SVENTATO (capp. 5–9)<br />

A. La supplica di Ester e l’ira di<br />

Aman (cap. 5)<br />

5:1-3 Il terzo giorno, terminato il digiuno,<br />

Ester si mise la veste reale,<br />

raccolse tutto il suo coraggio e si presentò<br />

ad Assuero senza essere stata invitata.<br />

Poiché sapeva che solo una grave<br />

faccenda poteva spingere la regina<br />

a rischiare la propria vita, il re stese<br />

verso Ester lo scettro d’oro, facendole<br />

grazia della vita. Poi promise che le<br />

avrebbe dato tutto ciò che gli avrebbe<br />

chiesto, perfi no la metà del regno<br />

(un’immagine retorica che signifi ca<br />

tutto ciò che era umanamente ragionevole).<br />

Cristo tende il suo scettro di<br />

grazia a qualunque incredulo vada<br />

a lui con pentimento e fede (vd. Gv<br />

6:37b). Lo scettro d’oro è sempre teso<br />

verso il credente (vd. Eb 10:22).<br />

5:4-8 Per tutta risposta Ester si limitò<br />

a invitare il re e il suo ministro<br />

preferito, Aman, a un convito (il quarto<br />

di cui si parla nel libro). Durante il<br />

banchetto il re cercò di nuovo di sape-

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