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Antico Testamento

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PROVERBI 1:26<br />

di Dio sono per il bene dell’uomo, non<br />

per il bene di Dio. Una valida illustrazione<br />

di questo principio è una storia<br />

raccontata da D. G. Barnhouse. Allo<br />

zoo di Washington una bambina si era<br />

infi lata al di là delle sbarre di metallo<br />

che separavano il pubblico dalla gabbia<br />

dei leoni. Quando il nonno le ordinò<br />

di uscire, lei si allontanò ancora di<br />

più. Un leone in agguato la aff errò, la<br />

trascinò dentro la gabbia e la sbranò.<br />

Secondo Barnhouse questa è la lezione:<br />

932<br />

Dio ci ha dato comandamenti e<br />

principi che sono per il nostro<br />

bene e non ci dà mai un ordine<br />

perché è prepotente o perché non<br />

vuole che ci divertiamo. Dio dice:<br />

“Non avere altri dei oltre a me”,<br />

non perché è geloso della propria<br />

posizione e delle proprie prerogative,<br />

ma perché sa che se mettiamo<br />

qualcosa, qualsiasi cosa,<br />

prima di lui, essa ci farà del male.<br />

Se comprendiamo il principio<br />

che sta alla base di questa verità,<br />

comprendiamo anche perché<br />

Dio ci castiga. “Il Signore corregge<br />

quelli che ama” (Eb 12:6). Non<br />

vuole che cadiamo nelle grinfi e<br />

di un leone, perché c’è un leone,<br />

il diavolo, che va attorno cercando<br />

chi possa divorare 5 .<br />

1:26 Se l’uomo persiste nel suo rifi<br />

uto di ascoltare, la sua opposizione<br />

inevitabilmente gli procurerà disastri<br />

e distruzione. E allora sarà la saggezza<br />

colei che riderà: anch’io riderò delle<br />

vostre sventure, mi farò beff e quando<br />

lo spavento vi piomberà addosso.<br />

Questo signifi ca che veramente il<br />

Signore riderà, quando la rovina cadrà<br />

sugli empi, come sembrerebbe leggendo<br />

questo versetto e Salmo 2:4? Se<br />

pensiamo che tale risata possa scaturire<br />

da crudeltà, malvagità o rancore,<br />

allora la risposta, chiaramente, è “no”.<br />

Dobbiamo invece pensare a questa<br />

risata in modo simbolico. Con linguaggio<br />

fi gurato, essa esprime questo<br />

pensiero: quanto è ridicolo e assurdo<br />

che un semplice uomo possa sfi dare<br />

il Sovrano onnipotente! È come se un<br />

moscerino osasse sfi dare una fornace<br />

ardente. E possiamo aggiungere anche<br />

un’altra rifl essione: l’uomo può ridere<br />

dei comandamenti della saggezza o<br />

comportarsi come se non esistessero;<br />

ma quando raccoglierà il frutto della<br />

sua follia, i comandamenti saranno<br />

ancora lì, inalterati e, almeno di fronte<br />

allo schernitore, essi avranno l’ultima<br />

parola: questa sarà la risata della giustizia<br />

poetica.<br />

1:27 Il giorno della retribuzione<br />

arriverà, questo è certo. Il giudizio che<br />

gli uomini temevano si abbatterà su di<br />

loro come una tempesta. La sventura<br />

sopraggiungerà come un uragano. Affl<br />

izione, angoscia, sgomento e disperazione<br />

li aff erreranno.<br />

1:28 Invano, quel giorno, gli uomini<br />

chiameranno la saggezza. La<br />

cercheranno disperatamente, ma non<br />

riusciranno a trovarla. E scopriranno,<br />

troppo tardi, che la luce rifi utata è luce<br />

negata. Allora non vedranno, ora non<br />

possono vedere. Lo Spirito di Dio non<br />

combatterà per sempre contro lo spirito<br />

dell’uomo (Ge 6:3).<br />

Questo è ciò che riveste di urgenza<br />

l’appello del vangelo:<br />

Aff rettati! Aff rettati!

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