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Antico Testamento

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L’arca del patto Il trono della grazia<br />

(Eb 9:4)<br />

(Eb 4:16)<br />

L’incensiere (Eb 9:4) L’incensiere celeste<br />

(Ap 8:3)<br />

Le cortine di lino a recinzione del<br />

cortile esterno (45 x 22,5 m)<br />

Le cortine erano di lino bianco fi -<br />

nemente ritorto e simboleggiavano<br />

la perfetta integrità di Dio. Esse erano<br />

alte circa due metri e formavano<br />

una barriera che impediva la visuale<br />

dall’esterno. Questo particolare richiama<br />

l’inadeguatezza umana nel<br />

raggiungimento del modello divino<br />

di giustizia (vd. Ro 3:23) e l’incapacità<br />

del peccatore di vedere o capire le<br />

cose dello Spirito di Dio (vd. 1 Co 2:14).<br />

Le cortine erano fi ssate a cinquantasei<br />

colonne, a loro volta fi ssate su basi di<br />

rame con aste e ganci d’argento.<br />

La porta del cortile<br />

Si accedeva al cortile da un unico ingresso,<br />

fi gura di Cristo, unica via che<br />

conduce a Dio (vd. Gv 14:6; At 4:12).<br />

La porta, larga nove metri, rappresenta<br />

la bastevolezza di Cristo per l’umanità<br />

intera (vd. Gv 6:37; Eb 7:25).<br />

Le cortine che formavano la porta<br />

erano fatte di lino bianco con ricami<br />

color indaco, porpora e scarlatto. I colori<br />

rappresentano il Cristo descritto<br />

dai quattro vangeli.<br />

Porpora Matteo Il re (Mt 2:2).<br />

Scarlatto Marco L’umile servo soff erente<br />

che porta i nostri peccati<br />

(paragonati allo<br />

scarlatto in Is 1:18).<br />

Bianco Luca L’uomo perfetto<br />

(Lu 3:22).<br />

Violaceo/<br />

indaco<br />

Giovanni Colui che è disceso dal<br />

cielo (Gv 3:13).<br />

ESODO 31:18<br />

L’altare di rame degli olocausti<br />

(2,25 x 2,25 x 1,35 m)<br />

Il primo manufatto che si incontrava<br />

nel cortile interno era l’altare, il luogo<br />

dei sacrifi ci. Esso è fi gura della croce di<br />

Cristo sul Golgota (vd. Eb 9:13-14, 22).<br />

Questo è il punto di partenza dal quale<br />

il peccatore deve cominciare per avvicinarsi<br />

a Dio. L’altare era fatto di rame<br />

e legno di acacia, l’inattaccabile legno<br />

del deserto. Il rame raffi gura il giudizio<br />

e il legno è simbolo dell’umanità<br />

pura e incorruttibile di Cristo. Colui<br />

che non ha conosciuto peccato ha subito<br />

il castigo di Dio per i nostri peccati<br />

(vd. 2 Co 5:21).<br />

Nell’incavo a metà dell’altare era<br />

collocata una graticola sulla quale veniva<br />

deposto l’animale sacrifi cato. Ai<br />

quattro angoli dell’altare sporgevano<br />

quattro corni rivestiti di rame (vd. Es<br />

27:2). Evidentemente la vittima del<br />

sacrifi cio veniva legata a questi corni<br />

(vd. Sl 118:27b). Non furono le corde e<br />

neppure i chiodi a legare il nostro Salvatore<br />

alla croce, bensì il suo eterno<br />

amore per noi.<br />

Quando recava una bestia da offrire<br />

in olocausto, l’Israelita imponeva<br />

le mani sul capo della vittima, identifi<br />

candosi con essa e dichiarandola<br />

suo sacrifi cio sostitutivo (essa sarebbe<br />

morta al suo posto). Il sangue dell’animale<br />

sgozzato e dissanguato è prefi -<br />

gurazione del sangue di Cristo, senza<br />

il quale non vi è perdono dei peccati<br />

(vd. Eb 9:22).<br />

Sull’altare si bruciava tutto tranne<br />

la pelle dell’animale. A questo punto il<br />

parallelo, come talvolta accade, viene<br />

meno. Al Golgota, infatti, Cristo si abbandonò<br />

interamente alla volontà del<br />

Padre.<br />

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