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Antico Testamento

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2 SAMUELE 11:22-25<br />

messaggero a prevenire la collera del<br />

re aggiungendo questa frase: Anche<br />

il tuo servo Uria, l’Ittita, è morto. In<br />

questo modo Davide avrebbe scordato<br />

la disfatta militare del giorno.<br />

11:22-25 Il messaggero fece la sua<br />

relazione a Davide come gli era stato<br />

ordinato. Gli fu detto di tornare da<br />

Ioab con la risposta che le sconfi tte<br />

militari sono inevitabili e che la morte<br />

di Uria non doveva causare dolore<br />

perché, in guerra, la spada divora<br />

indiscriminatamente. Così Davide,<br />

con ipocrisia, cercò di seppellire la<br />

sua colpa smisurata con un fatalistico<br />

commento circa l’inevitabilità e la bizzarria<br />

della morte.<br />

11:26-27 Quando fu passato il<br />

periodo consueto del lutto, Davide<br />

mandò a prendere Bet-Sceba, che<br />

diventò sua moglie. Qualche tempo<br />

dopo il bambino nacque.<br />

386<br />

Che le Scritture riportino questo<br />

fatto della vita di Davide è la dimostrazione<br />

della loro veracità.<br />

Esse ci off rono una immagine<br />

onesta e autentica del popolo di<br />

Dio e di come esso era nel bene e<br />

nel male (Daily Notes of the Scripture<br />

Union).<br />

B. Confessione al Signore<br />

(cap. 12)<br />

12:1-9 Si ritiene, generalmente, che<br />

circa un anno separasse i fatti dei capitoli<br />

11 e 12. In quel periodo la mano<br />

del Signore poggiava pesantemente<br />

su Davide; la sua battaglia spirituale è<br />

descritta nei Salmi 32 e 51. Il profeta<br />

Natan andò da lui con questa parabola<br />

e gli chiese un giudizio in merito:<br />

“Un uomo ricco che possedeva molte<br />

pecore non volle usare nessuno dei<br />

suoi animali per cibare un ospite di<br />

passaggio. Invece prese un’agnellina<br />

che apparteneva a un uomo povero e<br />

la uccise”. Davide riusciva a vedere negli<br />

altri il peccato molto più facilmente<br />

che in se stesso. Rabbiosamente dichiarò<br />

che il colpevole doveva risarcire<br />

quattro volte il valore dell’agnellina e<br />

meritava di morire per il suo peccato.<br />

Senza timore Natan puntò un dito<br />

accusatore contro Davide, dicendogli<br />

pressappoco: “Tu sei quell’uomo. Dio<br />

ti ha trattato con benevolenza, facendoti<br />

re, rendendoti ricco, dandoti ogni<br />

cosa che il tuo cuore poteva desiderare.<br />

Ma tu hai strappato Bat-Sceba a suo<br />

marito e poi l’hai ucciso per coprire il<br />

tuo crimine”.<br />

12:10-14 A questo punto fu pronunciata<br />

la solenne sentenza contro il<br />

re: i suoi fi gli gli avrebbero procurato<br />

molto dolore, la sua famiglia sarebbe<br />

stata lacerata da confl itti sanguinosi,<br />

le sue mogli gli sarebbero state sottratte<br />

e sarebbero state pubblicamente<br />

oltraggiate (vd. 2 S 16:22). Il suo peccaminoso<br />

segreto sarebbe diventato<br />

di dominio pubblico. Davide allora si<br />

pentì e ammise di aver peccato contro<br />

il Signore. Morgan commenta:<br />

Si noti la parola “altresì” nel versetto<br />

13 (Diodati). Un uomo si libera<br />

dal proprio peccato quando<br />

con sincerità lo confessa. Questo<br />

fa si che anche Dio cancelli il<br />

peccato 13 .<br />

Natan immediatamente lo assicurò<br />

che la pena del suo peccato gli<br />

era stata condonata: egli non sarebbe<br />

morto. Ma le conseguenze del suo

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