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Antico Testamento

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SALMI 89:46-48<br />

re il nemico. Il re fu deposto e il suo<br />

trono distrutto. Umiliato e coperto di<br />

vergogna, il re era invecchiato prematuramente.<br />

89:46-48 Il Signore, il quale aveva<br />

stipulato il patto, sembrava nascondersi<br />

al suo popolo. La sua ira bruciava<br />

come fuoco. Un lamentoso “Fino<br />

a quando?” si alza fi no al cielo. Etan<br />

prega Dio di ricordarsi di quanto sia<br />

comunque breve la vita che egli ha<br />

dato all’uomo, di quanto fragile esso<br />

sia, oltre che insignifi cante. Ai suoi<br />

tempi l’unica certezza dell’uomo era<br />

la morte e il potere del soggiorno<br />

dei morti dal quale sarebbe stato infi<br />

ne sopraff atto. Oggi abbiamo una<br />

speranza migliore di quella di Etan:<br />

sappiamo che quando il Signore Gesù<br />

tornerà per condurre in cielo la sua<br />

chiesa non tutti moriranno ma che tutti<br />

saranno strasformati (vd. 1 Co 15:51;<br />

1 Te 4:13-18). Ma tutto questo era ancora<br />

un mistero per i credenti dall’A.T.<br />

89:49-51 La supplica di Etan è assai<br />

ardita e insistente. Senza mezzi termini<br />

egli domanda a Dio che fi ne abbia<br />

fatto la bontà che egli aveva assicurato<br />

a Davide. Egli è assai suscettibile agli<br />

scherni e alle beff e dei nemici di Israele,<br />

agli insulti personali che gli vengono<br />

rivolti ovunque vada e a quelli<br />

diretti al re esiliato.<br />

89:52 In questo versetto conclusivo,<br />

però, trionfa la fede. Sebbene non<br />

riesca a vedere la risposta alle sue perplessità,<br />

Etan è però ancora in grado di<br />

benedire Yahweh. Come a voler dire:<br />

“Signore, non capisco ma voglio ancora<br />

fi darmi”. Qui termina la sua preghiera<br />

con un’estatica benedizione:<br />

Benedetto sia il Signore per sempre.<br />

Amen! Amen!<br />

804<br />

IV. LIBRO QUARTO<br />

(Salmi 90–106)<br />

Salmo 90 – Per chi suona<br />

la campana<br />

Nel commento di questo salmo mi si<br />

permetta un piccolo volo dell’immaginazione.<br />

Ci troviamo dunque nel<br />

deserto del Sinai. Sono ormai trascorsi<br />

molti anni dal ritorno degli esploratori<br />

da Cades-Barnea con il loro rapporto<br />

negativo. Il popolo continua a spostarsi<br />

per il deserto senza andare da nessuna<br />

parte… una fatica inutile.<br />

Ogni mattina un inviato si presenta<br />

alla tenda di Mosè con il bollettino<br />

delle vittime. Morti su morti! Le notizie<br />

sono costituite per la maggior parte da<br />

necrologi. Il deserto è un cimitero in<br />

espansione; ogni qualvolta levano le<br />

tende gli Israeliti si lasciano alle spalle<br />

una scia di tombe.<br />

Oggi Mosè, uomo di Dio, non può<br />

più reggere tale situazione. Sopraff atto<br />

dal prezzo, sempre in crescita, di<br />

vite umane, si ritira nella sua tenda e,<br />

prostrato a terra, si sfoga con Dio con<br />

questa preghiera.<br />

90:1-2 In mezzo a tanta precarietà<br />

e alla morte riesce a trarre sollievo al<br />

pensiero dell’eternità del Signore…<br />

Dio. Mentre tutto sbiadisce e scompare,<br />

Dio è immutabile, una casa e un<br />

riparo per il suo popolo. Di eternità in<br />

eternità egli è Dio, “infi nito, eterno e<br />

immutabile; nel suo Essere raccoglie<br />

saggezza, potere, santità, giustizia,<br />

bontà e verità” (dal Catechismo di<br />

Westminster).<br />

90:3-4 All’eternità di Dio si contrappone<br />

la fugacità della vita umana.<br />

Dio sembra ribadire l’ordine “Ritor-

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