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Antico Testamento

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SALMI 89:19<br />

grandezza del Dio del patto, Etan descrive<br />

ora la benedizione del suo popolo.<br />

Con l’espressione “Beato il popolo<br />

che conosce il grido di gioia”<br />

(ossia “Beato il popolo che ti sa acclamare”<br />

[CEI]) si fa riferimento alle grida<br />

festose del popolo osservante che<br />

saliva a Gerusalemme in occasione<br />

delle solennità del calendario ebraico.<br />

Per noi il grido di gioia sarà sempre<br />

quello del vangelo. Il salmista traccia<br />

quindi alcune caratteristiche di questo<br />

popolo gioioso. …esso cammina<br />

alla luce del… volto di Dio, ossia nel<br />

suo favore e guidato dalla sua presenza.<br />

Avendo trovato in lui la fonte di<br />

ogni gioia, non si stanca mai di gioire<br />

della sua giustizia. I fi gli di Israele non<br />

si vantano della propria forza bensì<br />

soltanto di Dio poiché la loro potenza<br />

(lett. “corno”) è accresciuta solamente<br />

grazie al suo favore. Poiché il nostro<br />

scudo appartiene al Signore, e il nostro<br />

re al Santo d’Israele.<br />

89:19 Da qui Etan prende spunto<br />

per citare il patto stipulato da Yahweh<br />

con Davide (vv. 19-37). Molti anni addietro<br />

Dio aveva parlato in visione al<br />

suo fedele. Qui l’appellativo “santo”<br />

(così ND, maiuscolo; NR ha: “diletto”)<br />

può indicare Samuele (vd. 1 S 16:1-13),<br />

Natan (vd. 2 S 7:1-17) o forse il Servo<br />

di Yahweh, il Signore Gesù Cristo. Dio<br />

stipulò dunque un patto incondizionato<br />

di grazia, incoronando un prode<br />

ed esaltando un eletto fra il popolo.<br />

Dietro a molte di queste allusioni a<br />

Davide siamo quasi istintivamente<br />

portati a scorgere il futuro Re-Messia.<br />

89:20-24 Tra tutti i fi gli di Isai Yahweh<br />

aveva scelto Davide e tramite Samuele<br />

l’aveva unto con il suo santo<br />

olio, riservato alla consacrazione dei<br />

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re. Il patto sanciva che la mano di Dio<br />

avrebbe sempre custodito e protetto<br />

Davide e i suoi eredi al trono mentre<br />

il suo braccio avrebbe dato loro tutta<br />

la forza necessaria. I nemici non sarebbero<br />

stati in grado di vincere il re in<br />

astuzia, né gli empi sarebbero riusciti<br />

a opprimerlo. Il Signore si impegnava<br />

a stroncare i nemici e sconfi ggere<br />

quelli che l’odiavano. La fedeltà e la<br />

bontà del Signore non l’avrebbero mai<br />

lasciato e dal Signore la casa di Davide<br />

avrebbe tratto la propria forza.<br />

89:25 Secondo la promessa fatta<br />

ad Abraamo (vd. Ge 15:18) il regno<br />

avrebbe infi ne confi nato con il mar<br />

Mediterraneo e con il fi ume Eufrate<br />

(Ge 15:18 riporta: “dal fi ume d’Egitto<br />

al gran fi ume, il fi ume Eufrate” tuttavia,<br />

poiché il fi ume d’Egitto si getta nel<br />

Mediterraneo, i confi ni coincidono).<br />

89:26-27 Davide avrebbe riconosciuto<br />

Yahweh come Padre… Dio…<br />

rocca e rifugio. Dal canto suo Dio<br />

l’avrebbe costituito suo primogenito,<br />

il più eccelso dei re della terra. Il termine<br />

“primogenito” signifi ca talvolta<br />

“il primo in ordine di successione”<br />

(vd. Lu 2:7 in cui si legge che Maria<br />

“diede alla luce il suo fi glio primogenito”);<br />

nondimeno questo non è il caso<br />

di Davide, il quale era l’ultimogenito<br />

di Isai. Qui signifi ca “il primo in ordine<br />

di importanza e onore”, come spiega la<br />

seconda parte del versetto: “il più eccelso<br />

dei re della terra”. Tale è altresì<br />

il signifi cato che gli attribuisce Paolo<br />

allorché fa riferimento al Signore Gesù<br />

come al “primogenito di ogni creatura”<br />

(Cl 1:15). Ciò non signifi ca che<br />

Gesù fu il primo essere creato (come<br />

insegnano alcune sette) bensì che detiene<br />

il primato su tutta la creazione.

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