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Antico Testamento

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ISAIA 28:23-29<br />

verità annunciata da Dio. Il letto sarà<br />

troppo corto… la coperta troppo<br />

stretta, vale a dire, l’alleanza non sarà<br />

foriera del benessere e della protezione<br />

auspicate. Dio il Signore sorgerà<br />

in giudizio contro il suo popolo come<br />

aveva fatto contro i suoi nemici, un<br />

giudizio per lui singolare. Lo scherno<br />

non farà che intensifi care la stretta<br />

della morsa che li attanaglia.<br />

28:23-29 Come Herbert Vander<br />

Lugt fa notare, il profeta illustra<br />

1124<br />

il modo in cui Dio tratta i suoi<br />

fi gli menzionando tre aspetti<br />

del lavoro dell’agricoltore. Prima<br />

cosa, l’agricoltore non continua<br />

ad arare in modo indiscriminato,<br />

ma si interrompe nel momento<br />

in cui il terreno è pronto<br />

per la semina (v. 24). Similmente,<br />

le nostre prove fi niscono non<br />

appena raggiungono lo scopo<br />

per cui erano state date. Il profeta<br />

dice poi che l’agricoltore semina<br />

con discernimento, spargendo<br />

il comino, ma mettendo<br />

il frumento a solchi (vv. 25-26).<br />

Questo ci rassicura circa l’oculatezza<br />

della scelta operata dal<br />

Signore nel trovare la disciplina<br />

adatta a ciascuno. Infi ne, Isaia<br />

ritrae l’agricoltore mentre trebbia<br />

il raccolto. Con attenzione<br />

massima batte l’aneto servendosi<br />

di un bastone leggero, laddove<br />

colpisce il comino con una verga<br />

più pesante. Per il grano usa una<br />

ruota, ma che non pesi troppo<br />

per non schiacciarlo (vv. 27-<br />

28). Così l’Onnipotente tocca le<br />

nostre vite nel modo più dolce<br />

possibile per la condizione in<br />

cui ciascuno di noi versa, non<br />

permettendo mai a un’affl izione<br />

di essere maggiore di quanto siamo<br />

in grado di sopportare 38 .<br />

2. Guai a Ariel/Gerusalemme<br />

(cap. 29)<br />

29:1-4 Ariel è la città prescelta di Gerusalemme,<br />

dove… Davide aveva il<br />

suo quartier generale. I suoi abitanti<br />

perpetuano anno dopo anno le loro<br />

tradizioni religiose, ma Dio porterà lamenti<br />

e gemiti sulla città fi no a ridurla<br />

a niente più che un Ariel. Il nome Ariel<br />

ha due signifi cati: “leone di Dio” e “altare”<br />

(vd. Ez 43:15-16). La città che un<br />

tempo era il “leone di Dio” è ora un altare<br />

fumante, le cui vittime sacrifi cali<br />

sono i suoi abitanti.<br />

29:5-8 Nondimeno Dio interverrà<br />

a un tratto e i nemici saranno respinti<br />

come polvere minuta e pula. Proprio<br />

quando i nemici pensano che divoreranno<br />

Gerusalemme per intero, il loro<br />

piano sarà sventato quasi fosse stato<br />

tutto un sogno.<br />

29:9-12 La cecità delle persone,<br />

dapprima deliberata, si tramuta<br />

nell’espressione del giudizio di Dio ed<br />

essi barcollano quasi fossero ubriachi.<br />

La parola di Dio non è più intelligibile<br />

per loro. Per alcuni è come uno<br />

scritto sigillato, per altri come uno<br />

scritto indecifrabile. Tutti hanno una<br />

scusa dinanzi alla parola di Dio.<br />

29:13-14 Giacché la loro religione<br />

è puramente esteriore e il loro unico<br />

timore di Dio è quello dettato da una<br />

serie di credi imparati a memoria, Dio<br />

compirà un’opera di giudizio sovrannaturale,<br />

privando le menti più penetranti<br />

di sapienza e discernimento. Le<br />

“meraviglie” del v. 14 si riferiscono

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