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Antico Testamento

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SALMI 13:1-4<br />

656<br />

del tutto i miseri sulla terra e i bisognosi<br />

in mezzo agli uomini.<br />

Salmo 13 – Fino a quando?<br />

Quattro volte Davide si lascia sfuggire<br />

l’espressione “Fino a quando?” Braccato<br />

dal nemico (quasi certamente<br />

Saul), Davide si domandava cosa trattenesse<br />

l’arrivo della cavalleria di Dio.<br />

Non gli sarebbe dunque giunto alcun<br />

aiuto a liberarlo dai quattro terribili<br />

fardelli che l’opprimevano?<br />

Era convinto che Dio si fosse dimenticato<br />

di lui.<br />

Si sentiva escluso dal favore di<br />

Dio.<br />

Provava quotidianamente un profondo<br />

scoraggiamento.<br />

Soff riva costantemente l’umiliazione<br />

di essere dalla parte dei<br />

perdenti.<br />

13:1-4 Davide prega Dio di guardare<br />

alle sue condizioni e di soccorrerlo<br />

al più presto onde evitare la doppia<br />

tragedia della sua morte e dell’esultanza<br />

del nemico. Se il Signore non si<br />

fosse aff rettato a ravvivare la scintilla<br />

negli occhi di Davide, la morte glieli<br />

avrebbe chiusi per sempre. Se Yahweh<br />

non avesse rovesciato le sorti, i nemici<br />

si sarebbero gloriati di aver vinto e annientato<br />

Davide.<br />

13:5 Ora non vi è alcun dubbio riguardo<br />

all’epilogo della storia. Il salmista<br />

è convinto dell’imminenza della<br />

risposta alle sue preghiere. Confi dando<br />

nella bontà del Signore, Davide è<br />

certo che rimarrà in vita per celebrare<br />

l’aff rancamento dall’avversario. Pregustando<br />

la salvezza, egli riesce a can-<br />

tare lodi al Signore per la sua infi nita<br />

sollecitudine.<br />

Questo salmo ci ricorda alcune<br />

delle prove mandateci da Dio: inizia<br />

nel pianto ma fi nisce col canto!<br />

Salmo 14 – La dottrina dello stolto<br />

14:1 “Non c’è Dio”. Ecco il credo dello<br />

stolto. Costui non vuole che vi sia<br />

un Dio e perciò ne nega l’esistenza.<br />

Questo è un atteggiamento alquanto<br />

irrazionale. In primo luogo perché denota<br />

una presunzione di onniscienza<br />

(“Io so tutto: non è possibile che esista<br />

un Dio trascendente i limiti della mia<br />

conoscenza”) e, in secondo luogo, una<br />

pretesa di onnipresenza (“Io sono presente<br />

ovunque contemporaneamente<br />

e non è possibile che nell’universo<br />

esista un Dio e che io non ne sia a conoscenza”).<br />

Tale forma mentis, inoltre, non<br />

tiene conto delle meraviglie della creazione<br />

di Dio: l’immensità dell’universo,<br />

il moto preciso dei pianeti, la<br />

sorprendente idoneità della Terra a<br />

ospitare la vita, la stupefacente organizzazione<br />

del corpo umano, la fantastica<br />

complessità del nostro cervello<br />

e le straordinarie caratteristiche degli<br />

elementi della natura.<br />

Si prenda, ad esempio, la capacità<br />

della Terra di ospitare e sostenere<br />

la vita. Henry Bosch rileva i seguenti<br />

esempi del progetto accurato e meraviglioso<br />

di Dio:<br />

La Terra ruota attorno al proprio<br />

asse a circa ca 1.600 km/h. Con<br />

una rotazione di soli 160 km/h i<br />

nostri giorni e le nostre notti sarebbero<br />

dieci volte più lunghi e il

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