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Antico Testamento

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peccati simili. Quando si cerca di superare<br />

un altro che racconta storielle<br />

scherzose, facilmente si cade nella<br />

volgarità.<br />

L’uomo che controlla la propria<br />

lingua è prudente. Evita imbarazzi,<br />

scuse e peccati palesi.<br />

10:20 Ciò che un giusto dice rispecchia<br />

ciò che è. Il suo carattere è<br />

sincero e anche il suo modo di parlare<br />

lo è. Poiché il cuore (o la mente) degli<br />

empi non ha virtù, lo stesso vale per<br />

ciò che dicono.<br />

10:21 Questo versetto è stato ottimamente<br />

parafrasato come segue: “Il<br />

bene nutre se stesso e gli altri. Il male<br />

non riesce neppure a mantenersi in<br />

vita”. Gli stolti qui sono gli individui<br />

cocciuti e intrattabili.<br />

10:22 Solo la benedizione del Signore<br />

arricchisce veramente la vita.<br />

Invece la fatica e il duro lavoro non le<br />

aggiungono nulla. L’impegno tenace è<br />

una buona cosa, ma se non è guidato<br />

da Dio è inutile (vd. Sl 127:1-2).<br />

Esiste una traduzione alternativa<br />

della seconda parte di questo proverbio:<br />

“Egli [Dio] non vi aggiunge alcun<br />

dolore” (ND). È vera questa aff ermazione?<br />

Come si concilia con il fatto che<br />

molti credenti patiscono soff erenze<br />

indicibili?<br />

Qui di seguito alcune interpretazioni<br />

possibili di questa variante:<br />

1. Dio non manda la soff erenza.<br />

Ogni soff erenza, dolore e patimento<br />

sono opera di Satana. Dio<br />

spesso li permette nella vita dei<br />

suoi fi gli, ma non ne è direttamente<br />

responsabile.<br />

2. La tristezza non è un ingrediente<br />

della benedizione di Dio; invece<br />

PROVERBI 10:28<br />

la prosperità procurata al di fuori<br />

di Dio porta con sé dolori.<br />

10:23 Lo stolto gode a cacciarsi nei<br />

guai: è il suo divertimento preferito.<br />

L’uomo intelligente, invece, trova il<br />

suo piacere nel comportarsi saggiamente.<br />

10:24 La calamità che l’empio<br />

teme cadrà su di lui. Quello che i giusti<br />

desiderano, la volontà di Dio in<br />

questa vita e la presenza di Dio nella<br />

vita futura, è loro concesso. Riallacciandosi<br />

a questa verità C. S. Lewis<br />

commenta:<br />

Alla fi ne il viso che è gioia o terrore<br />

dell’universo dovrà volgersi<br />

verso ognuno di noi o con<br />

un’espressione o con l’altra, o<br />

donando gloria indescrivibile<br />

o suscitando una vergogna che<br />

non potrà mai essere cancellata<br />

o nascosta 14 .<br />

10:25 Quando la tempesta del giusto<br />

giudizio di Dio passa, l’empio non<br />

si trova più in alcun luogo, ma il giusto<br />

è ben radicato sulla “roccia dei secoli”<br />

(Is 6:24) e niente può smuoverlo.<br />

10:26 L’aceto fa allegare i denti e il<br />

fumo fa bruciare gli occhi. Allo stesso<br />

modo un messaggero pigro che indugia<br />

per la strada è dannoso, deludente<br />

ed esasperante per chi lo manda.<br />

10:27 Una vita timorata di Dio<br />

procura longevità. Gli empi muoiono<br />

prematuramente. Le cause sono: gli<br />

omicidi delle bande criminali, i delitti<br />

per vendetta, la morte per ubriachezza,<br />

droga e immoralità.<br />

10:28 Le cose alle quali i giusti<br />

aspirano si avvereranno con gioia.<br />

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