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Antico Testamento

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fi ne faceva giurare la donna con un<br />

giuramento di maledizione in caso<br />

di colpevolezza. Dopo aver scritto le<br />

maledizioni in un rotolo che faceva<br />

sciogliere nell’acqua amara, il sacerdote<br />

agitava l’oblazione davanti al Signore,<br />

ne bruciava una manciata…<br />

sull’altare e faceva bere l’acqua alla<br />

donna (nonostante la ripetizione del<br />

concetto ai vv. 24 e 26, la donna beveva<br />

quell’acqua solamente una volta).<br />

In caso di colpevolezza, le maledizioni<br />

minacciatele, compresa quella della<br />

sterilità, si avveravano. Se la donna<br />

era innocente sarebbe stata dichiarata<br />

pura: sarebbe stata in grado di condurre<br />

una normale vita coniugale e di<br />

avere dei fi gli. I vv. 29-31 ricapitolano<br />

la legge della gelosia.<br />

La gelosia, giustifi cata o ingiustifi<br />

cata, può distruggere il matrimonio.<br />

Questo rituale costituiva un modo di<br />

chiarire la questione una volta per tutte.<br />

Sulla colpevole gravava il castigo di<br />

Dio mentre l’innocente era fi nalmente<br />

liberata dal sospetto del marito.<br />

Alcuni esegeti biblici ritengono<br />

che quanto illustrato in questo brano<br />

avrà una particolare attuazione in un<br />

tempo futuro in cui il popolo di Israele<br />

sarà giudicato per la propria infedeltà<br />

a Yahweh.<br />

E. La legge del nazireato (cap. 6)<br />

6:1-8 L’appellativo “nazireo” deriva da<br />

una radice verbale che signifi ca “separare”.<br />

Il voto di nazireato era un voto<br />

volontario con cui un uomo o una<br />

donna intendeva consacrarsi al Signore.<br />

Nella Mishna si legge che, quantunque<br />

potesse protrarsi per cento giorni,<br />

la consueta durata del voto di nazireato<br />

era di trenta giorni 4 . In alcuni rari<br />

NUMERI 6:9-12<br />

casi l’individuo rimaneva nazireo a<br />

vita (p. es. Samuele, Sansone e Giovanni<br />

il battista). Il voto prevedeva tre<br />

condizioni: 1) astenersi dal mangiare<br />

e bere del prodotto della vigna: aceto,<br />

vino, liquori d’uva, uva fresca…<br />

secca (vv. 2-4); 2) non tagliarsi i capelli<br />

(v. 5); 3) non contaminarsi al contatto<br />

con un corpo morto (vv. 6-8).<br />

Il vino rappresenta le gioie umane.<br />

I capelli lunghi (essendo un disonore<br />

per l’uomo) sono un segno di umiliazione.<br />

Il corpo morto provoca contaminazione<br />

(stato di impurità).<br />

Di conseguenza il nazireo era, e<br />

rimane, un enigma per i fi gli di<br />

questo mondo. Per essere felice,<br />

prendeva le distanze dalla gioia,<br />

per essere forte si faceva debole<br />

e per amare i propri congiunti, li<br />

“odiava” (Lu 14:26) 5 .<br />

6:9-12 In questo passo si descrive<br />

la procedura che doveva seguire colui<br />

che avesse involontariamente infranto<br />

un voto venendo a contatto con un cadavere.<br />

In primo luogo si sarebbe sottoposto<br />

al periodo di purifi cazione di<br />

sette giorni descritto al cap. 19. Il settimo<br />

giorno si sarebbe rasato il capo e il<br />

giorno successivo avrebbe off erto due<br />

tortore o due giovani piccioni… uno<br />

come sacrifi cio per il peccato e l’altro<br />

come olocausto. Avrebbe off erto,<br />

inoltre, un agnello dell’anno come<br />

sacrifi cio di riparazione. Nonostante<br />

i sacrifi ci, però, i giorni precedenti<br />

del suo nazireato non erano contati<br />

e la persona consacrata doveva ricominciare<br />

da capo. Di conseguenza, il<br />

nazireo che si fosse contaminato si sarebbe<br />

potuto riconsacrare ma i giorni<br />

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