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Antico Testamento

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1 SAMUELE 16:1-3<br />

verso Ghilgal, Saul si fermò per edifi<br />

care un monumento a ricordo della<br />

sua vittoria. Ma Samuele vedeva le<br />

cose in modo diverso e rimproverò<br />

Saul per la sua disubbidienza. Saul<br />

non era mai a corto di giustifi cazioni,<br />

ma il rumore del suo peccato giunse<br />

alle orecchie del profeta e lasciò le scuse<br />

di Saul a mezz’aria. Rigettato! Saul<br />

aveva già sentito quella parola (13:14)<br />

che ora tornava con forza assordante.<br />

Saul modifi cava in continuazione gli<br />

ordini del Signore, facendo ciò che a<br />

lui sembrava meglio invece di quello<br />

che a Dio sembrava meglio. Ora fi nse<br />

di essersi pentito e implorò Samuele<br />

di non abbandonarlo. Addirittura<br />

strappò il mantello del profeta quando<br />

questi cercò di andarsene. Anche<br />

questo fu un segno che il regno sarebbe<br />

stato strappato a Saul e sarebbe<br />

stato dato a un altro uomo.<br />

Dopo aver accompagnato Saul ad<br />

adorare il Signore, Samuele ordinò<br />

che Agag fosse condotto davanti a lui.<br />

Credendo di essere risparmiato, Agag<br />

andò da lui fi ducioso pensando: Certo<br />

l’amarezza della morte è passata<br />

(v. 32). Ma Samuele lo fece squartare<br />

con la spada. L’anziano giudice sentì il<br />

peso della disubbidienza di Saul per il<br />

resto della sua vita. In un certo senso<br />

anche il Signore si pentiva di aver<br />

fatto Saul re d’Israele.<br />

Dovremmo imparare a memoria<br />

il v. 22. È uno dei classici della Parola<br />

di Dio. L’ubbidienza va prima, dopo<br />

e sempre. È la parola d’ordine di coloro<br />

che vogliono servire e piacere al<br />

Signore.<br />

Erdmann commenta:<br />

354<br />

Nelle parole l’ubbidire è meglio<br />

del sacrifi cio il pensiero prende<br />

una nuova strada: a parte ciò che<br />

soltanto piace a Dio, solo una ubbidiente<br />

disposizione della mente<br />

è in sé qualcosa di buono; l’offerta,<br />

senza tale disposizione, non<br />

è una buona cosa, non ha valore<br />

morale… Perciò la disubbidienza<br />

(e la conseguente ribellione e la<br />

spavalda fi ducia in se stesso) è simile<br />

in essenza e sta sullo stesso<br />

piano morale dell’esteriore malvagità<br />

della stregoneria (“la divinazione<br />

al servizio delle potenze<br />

demoniache nemiche di Dio”,<br />

Keil) e dell’idolatria 14 .<br />

I vv. 29 e 35 sembrano in contraddizione.<br />

Nel primo leggiamo che Dio<br />

non cambia idea e non si pentirà,<br />

nel secondo leggiamo che si pentiva<br />

d’aver fatto Saul re. Il v. 29 descrive<br />

Dio nel suo carattere essenziale. Egli è<br />

immutabile, stabile e costante. Il v. 35<br />

signifi ca che un cambiamento nella<br />

condotta di Saul determinava un corrispondente<br />

cambiamento nei piani<br />

e nei progetti di Dio per lui. Per rimanere<br />

coerente con i suoi attributi, Dio<br />

deve benedire l’ubbidienza e punire la<br />

disubbidienza.<br />

III. VITA DI DAVIDE FINO ALLA<br />

MORTE DI SAUL (capp. 16–30)<br />

A. L’unzione da parte di Samuele<br />

(16:1-13)<br />

16:1-3 Mentre Samuele ancora si addolorava<br />

per Saul, il Signore lo esortò<br />

bruscamente a convincersi del fatto<br />

che Saul era ormai rigettato: Dio aveva<br />

scelto un altro uomo per governare<br />

il suo popolo. Samuele doveva andare

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