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Antico Testamento

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DEUTERONOMIO 11:22-25<br />

240<br />

la Parola tra gli occhi esprime il<br />

controllo di Dio sulla nostra vista<br />

(dove guardiamo, gli oggetti della<br />

nostra concupiscenza) e, infi ne,<br />

la Parola di Dio apposta sullo stipite<br />

della propria abitazione sta a<br />

indicare che la casa e la vita familiare,<br />

in particolar modo le giovani<br />

vite affi date alle nostre cure,<br />

sono vincolate alla responsabilità<br />

nei confronti di Dio (Daily Notes<br />

of the Scripture Union).<br />

11:22-25 Quanti avessero percorso<br />

le vie del Signore avrebbero scacciato<br />

gli abitanti pagani del paese di Canaan<br />

e si sarebbero impadroniti di tutta la<br />

terra che avessero calpestato. Le condizioni<br />

per il possesso della terra sono<br />

quelle elencate al v. 22. Secondo la<br />

promessa, il paese apparteneva già al<br />

popolo di Israele ma agli Israeliti toccava<br />

entrarvi e impadronirsene, nello<br />

stesso modo in cui occorre impadronirsi<br />

delle promesse di Dio. Storicamente,<br />

Israele non ha mai occupato i<br />

confi ni cui si fa riferimento al v. 24. Il<br />

regno di Salomone si estendeva, effettivamente,<br />

dal fi ume Eufrate fi no<br />

ai confi ni dell’Egitto (vd. 1 R 4:21) ma,<br />

in realtà, gli Israeliti non possedevano<br />

tutto quel territorio giacché questo<br />

comprendeva alcuni stati che pagavano<br />

il tributo a Salomone mantenendo<br />

il proprio governo interno. Dunque le<br />

promesse anticipate al v. 24, analogamente<br />

a molte altre, si adempiranno<br />

in occasione del regno millenniale del<br />

Signore Gesù Cristo.<br />

11:26-32 A Israele si prospettava<br />

dunque una benedizione (mediante<br />

l’osservanza dei comandamenti) o<br />

una maledizione (in caso di ribellio-<br />

ne). Queste realtà erano rappresentate<br />

da due monti di Canaan: il monte<br />

Gherizim (la benedizione) e il monte<br />

Ebal (la maledizione); entrambi sorgevano<br />

presso Sichem e si aff acciavano,<br />

uno di fronte all’altro, su una stretta<br />

vallata. Non appena entrate nella<br />

terra promessa, sei tribù si sarebbero<br />

disposte sul monte Gherizim durante<br />

l’annuncio, proclamato dai sacerdoti,<br />

delle benedizioni che si sarebbero riversate<br />

su un popolo ubbidiente. Le<br />

rimanenti sei tribù si sarebbero disposte<br />

sul monte Ebal durante la dichiarazione<br />

delle maledizioni che si sarebbero<br />

abbattute sul popolo ribelle.<br />

In entrambi i casi l’assemblea avrebbe<br />

risposto “amen” (per ulteriori dettagli<br />

sul signifi cato attribuito a questi due<br />

monti vd. commento a 27:11-26).<br />

Le querce di More erano probabilmente<br />

quelle cui si fa riferimento<br />

in Genesi 35:1-4. Colà, secoli addietro,<br />

Giacobbe aveva purifi cato la propria<br />

famiglia dall’idolatria. Probabilmente<br />

questo riferimento era volto a fornire<br />

un’indicazione non soltanto geografi -<br />

ca ma altresì spirituale.<br />

F. Leggi e prescrizioni per il culto<br />

(cap. 12)<br />

12:1-3 Una volta entrato nel paese il<br />

popolo di Israele avrebbe dovuto distruggere<br />

tutti gli idoli, gli altari e i<br />

luoghi dove si fossero svolti culti idolatrici.<br />

Gli idoli d’Astarte (ebr. ’ashērîm)<br />

erano simboli di una divinità femminile.<br />

Le statue (o “colonne”) simboleggiavano<br />

la divinità maschile Baal.<br />

12:4-14 Dio avrebbe scelto un<br />

sito per il culto, un luogo dove recare<br />

olocausti e… sacrifi ci. Quello sarebbe<br />

stato il luogo dove si sarebbe

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