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Antico Testamento

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GENESI 33:12-17<br />

sione e nel consueto atteggiamento<br />

disfattista, disponendo i famigliari in<br />

modo da off rire la massima protezione<br />

a coloro che più amava. Giacobbe<br />

si inchinò a terra sette volte, fi nché<br />

si fu avvicinato a suo fratello. Al confronto,<br />

Esaù era tranquillo, cordiale e<br />

aff ettuoso allorché incontrò dapprima<br />

Giacobbe e quindi le mogli e i fi gli di<br />

questi. Esaù protestò dolcemente per<br />

il dono esagerato di armenti ma, infi<br />

ne, lo accettò. Autodefi nendosi suo<br />

servo, Giacobbe sembra qui dimostrare<br />

eccessivo servilismo nei confronti<br />

del fratello. Nella frase in cui<br />

Giacobbe aff erma che vedere il volto<br />

di Esaù è come vedere il volto di Dio<br />

taluni ravvisano adulazione ed esagerazione.<br />

Secondo altri, la locuzione “il<br />

volto di Dio” signifi cherebbe “un volto<br />

rappacifi cato”.<br />

33:12-17 Allorché Esaù gli propose<br />

di riprendere assieme la via del ritorno,<br />

Giacobbe rifi utò con il pretesto<br />

che gli animali più giovani e i bambini,<br />

con la loro andatura più lenta, non<br />

avrebbero retto il passo. Giacobbe<br />

promise a Esaù di incontrarlo a Seir<br />

(Edom) benché non ne avesse alcuna<br />

intenzione. Perfi no quando Esaù si<br />

off rì di lasciargli, come scorta, un po’<br />

della gente che aveva con sé, Giacobbe<br />

declinò l’off erta senza rivelare i veri<br />

motivi (ossia il timore e il sospetto) del<br />

diniego.<br />

33:18-20 Anziché dirigersi verso<br />

sud al monte Seir, Giacobbe puntò a<br />

nord-ovest. Giunse infi ne a Sichem,<br />

vi si stabilì e vi eresse… un altare che<br />

chiamò (forse con una punta di presunzione)<br />

El-Eloè-Israel (lett. “Dio,<br />

il Dio di Israele”). Vent’anni prima,<br />

68<br />

quando Dio gli era apparso a Betel,<br />

Giacobbe aveva giurato che il Signore<br />

sarebbe stato il suo Dio, che gli avrebbe<br />

corrisposto la decima di tutti i suoi<br />

averi e che avrebbe fatto di Betel la<br />

casa di Dio (vd. 28:20-22). Ora, anziché<br />

tornare a Betel, si stabiliva a una<br />

cinquantina di chilometri di distanza,<br />

nella fertile regione di Sichem (Sichem<br />

rappresenta il mondo, la carne), probabilmente<br />

a motivo dei pascoli per le<br />

greggi. Dio non gli avrebbe più parlato<br />

direttamente per qualche anno fi nché<br />

un giorno non gli avrebbe ricordato<br />

di sciogliere il suo voto (cap. 35). Nel<br />

frattempo si sarebbero verifi cati i tragici<br />

fatti narrati al cap. 34.<br />

7. I peccati di Sichem (cap. 34)<br />

34:1-12 In questo capitolo il nome di<br />

Dio non compare mai. Mentre Giacobbe<br />

e la sua famiglia vivevano a<br />

Sichem, sua fi glia Dina incontrava e<br />

frequentava le ragazze pagane (ciò<br />

costituiva una violazione del giusto<br />

regime di separazione dagli empi).<br />

In una di quelle occasioni, Sichem,<br />

fi glio di Camor abusò sessualmente<br />

della ragazza ma ebbe in seguito un<br />

gran desiderio di sposarla. Ben consapevole<br />

della collera di Giacobbe e dei<br />

suoi fi gli, Camor propose una soluzione<br />

pacifi ca: la possibilità di contrarre<br />

matrimoni misti tra Israeliti e Cananei<br />

e il pieno diritto degli Israeliti di<br />

vivere nel paese come cittadini (il v. 9<br />

può esser visto come la descrizione di<br />

uno degli svariati tentativi satanici di<br />

contaminare la linea di sangue degli<br />

ascendenti di Cristo). Sichem si off rì<br />

inoltre di pagare una gran dote e di<br />

dare molti doni.

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