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Antico Testamento

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icordò loro la disubbidienza e l’idolatria<br />

loro e dei loro padri. Dio un giorno<br />

ricondurrà il popolo nel suo paese,<br />

ma prima pescatori e cacciatori (i Babilonesi)<br />

li cattureranno e condurranno<br />

in cattività dove Dio li punirà per la<br />

loro iniquità e per il loro peccato.<br />

E. Il cuore saldo di Geremia<br />

(16:19–17:18)<br />

16:19-21 Il profeta già vede il giorno in<br />

cui le nazioni si convertiranno dagli<br />

idoli a Dio. Al v. 21, il Signore esprime<br />

la sua ferma determinazione a far conoscere<br />

a Giuda la sua potenza attraverso<br />

il castigo.<br />

17:1-11 L’idolatria di Giuda, scolpita<br />

com’è in profondità, la destinerà<br />

alla cattività. La montagna di Dio è<br />

Gerusalemme. Confi dare nell’uomo<br />

è fonte di maledizione; confi dare<br />

nel Signore è fonte di benedizione.<br />

Dio conosce il cuore… ingannevole<br />

dell’uomo e punirà l’uomo che acquista<br />

ricchezze disonestamente come<br />

la pernice 19 che cova uova che non<br />

ha fatte per poi guardare i pulcini andare<br />

via.<br />

Il v. 9 dà un giudizio sgradito ai più<br />

(ma nondimeno molto vero) del cuore<br />

naturale dell’uomo. R. K. Harrison<br />

commenta la locuzione “insanabilmente<br />

maligno” nei seguenti termini:<br />

La natura umana non rigenerata<br />

versa in una condizione<br />

diperata senza la grazia divina.<br />

Questa condizione è descritta<br />

dall’espressione insanabilmente<br />

maligno al v. 9 (ND, insanabilmente<br />

malato). Cfr. 15:18 e 30:12,<br />

dove ricorre il signifi cato di “incurabile”.<br />

Ogni generazione ne-<br />

GEREMIA 17:1-11<br />

cessita della rigenerazione operata<br />

dallo Spirito e della grazia di<br />

Dio (cfr. Gv 3:5ss; Tt 3:5) 20 .<br />

Coloro che forse considerano queste<br />

parole un ingiustifi cato atto d’accusa<br />

farebbero bene a soff ermarsi su<br />

quanto Matthew Henry ha da dire a<br />

riguardo in un’estesa, ma quanto mai<br />

opportuna, rifl essione:<br />

Nei nostri cuori c’è una malvagità<br />

di cui neppure noi siamo<br />

consapevoli e che non sospettiamo<br />

di avere. In realtà, l’errore<br />

comune dei fi gli degli uomini è<br />

ritenere se stessi, o perlomeno<br />

i propri cuori, molto migliori di<br />

quanto siano veramente. Il cuore,<br />

la coscienza dell’uomo, nella<br />

sua condizione di corruzione e<br />

di precarietà, è ingannevole più<br />

d’ogni altra cosa (v. 9). È subdolo<br />

e falso, tende a ingannare (è<br />

questo il signifi cato esatto della<br />

parola), ed è da questo che deriva<br />

il nome di Giacobbe: ingannatore<br />

(Gr 9:4). Il cuore chiama<br />

male il bene e bene il male, mette<br />

le cose sotto una falsa luce e<br />

annuncia la pace a quelli a cui<br />

la pace non appartiene. Quando<br />

gli uomini dicono nei loro<br />

cuori (cioè quando permettono<br />

ai loro cuori di sussurrargli)<br />

che Dio non c’è, che Dio non<br />

vede, che Dio non li chiamerà<br />

a rendere conto, o che avranno<br />

pace anche se perseverano nel<br />

peccato, in questo e in altri mille<br />

suggerimenti simili il cuore è<br />

ingannevole. Il cuore inganna<br />

gli uomini e li rovina e questo<br />

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