1896-1898 Tome 18 - Ouvrages anciens sur Saint-Omer (Pas-de ...

CCCCXXXII
Parmi hora non solamentc convenirmesi ; ma
trovarmi obligato di doverlc
successo del crudel spectaculo:
scribere anche il
pero le dico che
venuto il niiserabil giorno che dovea csser ultimo a
quei meschini : che un brève piaccre opposto al
manifcstissimo pericolo, che ultimamente incorsero ;
piu che lhonore, il dcbito e finalmente la vita propria
estimarono. Fattosi un palco avanti la Torre di
Londra il mercordi che lu alli XArmdi Maggio, et
sopra esse conduttoA'i délia Torre ; ove erano stati
pvigioni, il fratcllo délia Regina, con li quattro
Gentilhuoniini di quella maniera ligati : c guardati :
che gencralmente si guardino in si fatti accident
tutti gli altri rei: nel conspetto di tutta la Litta:
Milort di Ricciafort (che cosi Iiavea nome il fratello
délia Regina) tre A'olte inalzando le voci disse: O
voi tutti signori miei e christiani. Io sonnato sotto
la legge e giudicato sotto la legge : e nioriro sotto legge:
elaleggcmehacondannato: signori miei, tutti, Io
non son venuto gia qui per predicare :ma per morire :
dove non potendo desiderare altro in questo termine
chio mi trovo : che di bagnare le asciute e misère labbra
mie nel fonte de letcrna c infinita misericordia
di Dio: vi prego plessa : e per la somma bonita suo
pigliatc Diô p. me. Io non nego dhaver meritato la
morte : quando bene havessi mille vite : e de morire
piu vituperosamente et con piu istratio che imaginar
si posse. Inipero che son un misero peccatore : il
quale tristamentc ho peccato : ne cognosco huoiuo
piu di me perverso : senza che apertamente A'enghi
a raccontai'c i miei peccati : la recordatione de quai
de quai sorte siano stati non darebbe a voi piacer