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pobierz - Uniwersytet Warmińsko - Mazurski

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Giudici e mediazione419Tutto ciò oggi non vi è per una serie di cause 6 , non ultima i costi eccessivi e lalunghezza insopportabile delle cause, che allontanano i cittadini ed in generale gliuomini dalla fruizione del loro diritto fondamentale alla “giustizia”.2. Verso la giustizia: la direttiva UE 2008/52/CEdel Parlamento europeo e del Consigliodel 21 maggio 2008La situazione è tanto critica che da tempo l’UE l’ha avvertita ed ha tentato diproporre qualche rimedio. Con il trattato di Mastricht ha rispolverato la sempre affascinantetradizione di matrice romanistica (la quale, secondo alcuni risalendo al Tribunatodella plebe o addirittura all’Eforato spartano, nell’età contemporanea si è riproposta6 Guardiamo per un momento la situazione italiana, che è quella che conosco meglio. Non vi è nessunagaranzia dell’effettiva idoneità del magistrato a sapere cogliere e valutare correttamente le specificità dei casisottoposti al suo giudizio. A differenza di altri sistemi nei quali il giudice è scelto tra chi ha già esperienza divita ed esperienza della realtà giuridica, in Italia l’ingresso in magistratura avviene attraverso un “concorso”basato sul nozionismo (io stesso sono stato più volte parte di una commissione di esami d’ingresso inmagistratura e posso testimoniare che il merito è meramente manualistico), senza nessuna verifica dellaeffettiva idoneità a relazionarsi con la realtà e le persone o ad avere le necessarie doti di equilibrio edesperienza, indispensabili per un buon giudizio. Dopo questo primo esame le carriere dei magistrati sonoautomatiche. Il magistrato è presunto “onniscente” e, pertanto, ad esempio, non esiste divisione delle carrierefra magistratura giudicante e magistratura inquirente, come se fosse la stessa cosa indagare e valutare lepresunte prove con equilibrio e distacco; il che vuol dire che non esiste parità fra accusa e difesa nel corso deiprocessi ed ancora. L’operato dei magistrati non è mai sottoposto, né direttamente né indirettamente, algiudizio della collettività, ma è controllato esclusivamente dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)i cui membri sono in larga misura magistrati: insomma, i magistrati sono giudicati da altri magistrati, possonoessere trasferiti solo da altri magistrati, sono sottoposti soltanto al controllo di altri magistrati. Nessuno chenon sia un magistrato controlla e limita il potere di un magistrato. Infine i magistrati sono irresponsabiliriguardo alle loro scelte: cosa mai successa in passato e nell’antichità; questo si giustifica perché l’Italiaveniva fuori da una dittatura, ma oggi è incomprensibile. Malgrado e contro un referendum popolare che siè pronunciato per la responsabilità diretta del magistrato per il proprio operato, oggi in Italia non esiste laresponsabilità civile del magistrato. Se un magistrato sbaglia e fa fare qualche anno di galera ad un innocentenon risponde di nulla a nessuno. L’innocente può essere indennizzato, ma è lo Stato, non il magistrato che hasbagliato a pagare, cioè per il magistrato che danneggi ingiustamente un cittadino non paga il danneggiante,bensí gli altri cittadini, inconsapevoli ed innocenti. È il magistrato che decide a quali procedimenti va data lapriorità e a quali no, quali devono essere rapidamente portati a termine e quali devono aspettare: non esistealcuna norma che obblighi un magistrato a giudicare prima il presunto responsabile, ad esempio, di unomicidio rispetto a chi è sospettato di aver dato una mazzetta ad un finanziere. È ancora unicamente ilmagistrato a fissare le date delle udienze, per la trattazione delle cause, ed è abituale che esse siano fissatea distanza di anni l’una dall’altra. Personalmente mi è capitato di assistere ad un rinvio di 2 anni per unacausa possessoria (quindi di per sé urgente) che interessava una persona di 97 anni! In sintesi, il magistratonon è responsabile di fronte al popolo, non è sottoposto a nessun tipo di controllo da parte dei poteri esecutivoe legislativo, risponde solo a sé stesso in condizione di quasi totale irresponsabilità. È chiara la differenzaradicale fra questa situazione e quella che auspicava Montesquieu: l’illuminista francese voleva la divisionedei poteri per garantire il cittadino da un potere troppo accentrato e quindi tirannico, nei suoi rapporti con lamagistratura il cittadino italiano entra invece in relazione con un potere di fatto irresponsabile. Se ha a chefare con un giudice imparziale e sereno le cose vanno bene, in caso contrario deve solo sperare. Ai tradizionalidittatori, talora, si aggiunge la dittatura del magistrato.

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