Il Forte sul Fiume

sgranati su di me. «Merlino, Merlino... ecco che ti parlo come a uno
pari a me, e tu rispondi da uomo cieco e stupido come tanti altri.» Il
sorriso si allargò. «Farò allora la maga e ti confiderò segreti che
nessuno conosce.»
«Tu sei una maga, e lo sai. Ma perché hai l'aria tanto
compiaciuta?»
«Davvero?»
Per un attimo non capii a quale delle mie due osservazioni si
riferisse, ma me lo chiarirono le successive parole e l'improvviso
guizzo malizioso nei suoi occhi.
«Lo so di essere una maga, ma avevo cominciato a credere di
essere diventata immune ai miei stessi incantesimi. Da anni non
percepisco in te l'impeto amoroso e voluttuoso della lussuria.»
Mi sentivo la gola stretta per la tensione e il cuore mi martellava
nel petto. Entrambi avevamo ammesso molto tempo prima che era
forte in noi l'impeto del desiderio reciproco, ma doveva restare
inappagato per lealtà verso Donuil. Erano passati anni da quando ne
avevamo discusso e avevamo deciso di comune accordo di
reprimere lo slancio della passione e non perseguirla, pur
rimanendone consapevoli.
Le sue due gravidanze e la scelta del celibato da parte mia
avevano rafforzato la nostra amicizia e confidenza. Dall'attrazione,
che persisteva, era scaturito il calore di un legame saldo. Ma
all'improvviso il desiderio esplose dentro di me. Inghiottii il groppo
che sentivo in gola.
«Non si è mai spento» dissi sforzandomi di parlare in tono
leggero. «Stai invecchiando, ecco tutto. Si è ottusa in te la percezione
di tali sentimenti.»
«Una maga non perde mai l'acutezza della percezione.»
Levandosi in piedi, allontanandosi dal tronco e tendendo le mani
verso di me, cominciò a canticchiare una melodia seducente e
ammaliante.
Mi raddrizzai contro l'albero al quale ero rimasto appoggiato, e
mi lasciai condurre dove era stata seduta fino a quel momento.