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Il Forte sul Fiume

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qualche cosa; mi sembri intenzionato ad ascoltarmi.»<br />

Camminammo avanti e indietro ai piedi delle mura dell'antico<br />

forte; Lucano mi teneva stretto il braccio sotto il suo mentre parlava<br />

dell'inquietudine suscitata in lui dalle richieste che gli avevo rivolto in<br />

un passato lontano e recente. Era da sempre convinto che io fossi in<br />

errore nell'assecondare la castità e avessi imboccato una strada<br />

destinata a portarmi al fallimento e alla frustrazione. Adesso che<br />

avevo abbandonato quell’irrealistico desiderio sperava che avrei<br />

tratto maggiore soddisfazione dai pochi insegnamenti che poteva<br />

impartirmi <strong>sul</strong> celibato. Era pronto, più di quanto lo fosse stato un<br />

tempo, a dirmi quello che sapeva <strong>sul</strong>la filosofia sottesa alla disciplina<br />

dell'astinenza.<br />

A sentirlo parlare in quel modo, gli chiesi di essere più chiaro.<br />

In origine, mi ricordò, volevo arrivare alla castità con<br />

l'autodisciplina, sperando che tale regola mi avrebbe aiutato<br />

nell'educazione di Artù. Non c'era nulla di arcano in questo. Alla<br />

disciplina ero già avvezzo data la vita che avevo condotto. Arrivare<br />

all'arcana scienza dei maghi che avevano praticato l'ascetismo e<br />

l'abnegazione era un passo in avanti verso una disciplina che non si<br />

limitava all'astinenza sessuale; era una scienza, disse, superflua, di cui<br />

non avevo bisogno. Per mettere a frutto i doni e le capacità che<br />

possedevo erano necessarie una serenità dello spirito e<br />

un'equanimità che avevano radice nella fiducia in se stessi. Una volta<br />

deciso chi e che cosa ero, una volta accettato il ruolo che volevo<br />

svolgere nella vita, i doni e le capacità di cui ero dotato sarebbero<br />

fioriti senza costrizioni.<br />

Avevamo da poco superato metà del percorso, quando ci corse<br />

incontro, rumoroso e turbolento, simili a foglie al vento, un gruppo<br />

di bambini. Ci fermammo per farci superare da loro che, quasi<br />

fossimo invisibili, ci sfiorarono tra grida gioiose e acute. Lucano si<br />

voltò a guardarli mentre si allontanavano, quindi dopo un silenzio<br />

piuttosto prolungato che non intendevo interrompere, disse: «Lo sai,<br />

Caio, non mi ricordo di avere mai corso con la foga e l'allegrezza di<br />

questi bambini. Ma l'avrò certamente fatto. Anch'io ho avuto<br />

un'infanzia».<br />

«È passato tanto tempo che non te ne ricordi neppure?»

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