Il Forte sul Fiume

conosco nessun'altra arma capace di fare una cosa simile.»
Mi guardai subito intorno, ma non vidi niente. «E dov'è, allora, la
spada?»
«Conficcata nella belva, scommetto. Non vedo in quale altro
modo spiegare perché non sia rimasta qui a mangiarsi Rufio.»
Inspirai profondamente, tentando di calmare il mio stomaco e la
mia mente. Dedalo aveva ragione. Una volta persa la zampa, l'orso
sarebbe stato abbastanza inferocito da non lasciare che brandelli di
Rufio. Solo una ferita ancora più grave e più dolorosa avrebbe
potuto farlo fuggire senza uccidere l'uomo.
Udii la voce di Lucano, come in lontananza, dare istruzioni per la
costruzione di una barella, ma la mia mente era ormai presa da
un'altra emergenza.
«Dobbiamo trovarla» dissi.
«Che cosa, la spada o la belva?»
«Tutt'e due. La prima ci serve, la seconda ci serve morta.»
«Sì, questo è vero, ma non ho intenzione di inseguire quel mostro
ferito senza almeno venti lance intorno a me.»
«Dovrebbe essere già morto, a quest'ora.»
«Sì, anche Rufio, eppure lui - sia lode a Dio - è vivo.»
«Hai ragione.» Mi voltai verso i ragazzi. «Artù, prendi il giovane
Ghilly con te e corri a cercare la pattuglia di perlustrazione più
vicina. Dirai loro che abbiamo trovato Rufio, e che ci serve aiuto per
eliminare un orso, un grosso orso. Ci servono uomini armati di
lance, almeno una ventina. E di' loro di mandare qualcuno al forte,
per far rientrare le altre pattuglie e per allertare l'infermeria
dell'arrivo del ferito. Devono preparare grandi quantità di acqua
bollente, Lucano ha sempre bisogno di acqua bollente. Ora vai,
svelto, e porta qui quelli che troverai. E stai attento a come ti muovi!
Non sappiamo dove si trovi quell'orso. Se lo vedi, o lo senti, stanne
ben lontano. Va'!»
Poco dopo, Dedalo e io guardammo partire anche il gruppo con
la barella, e avemmo modo di ammirare il sistema che Lucano aveva
escogitato, passando una cinghia sotto la barella con una quantità di