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Il Forte sul Fiume

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albero, inciampai nella radice di un altro e mi ritrovai lungo disteso.<br />

Piombai a terra di peso e nell'impatto restai senza fiato. Mi<br />

contorcevo disperatamente, accecato dal dolore e rantolando nel<br />

tentativo di respirare. Mi parve che sopra di me, <strong>sul</strong>la destra,<br />

qualcuno ghignasse piano. Quel suono mi gelò. Mi irrigidii nel<br />

tentativo di parare un attacco violento, ma non accadde nulla e il<br />

suono non si ripeté. Non appena ricominciai a riprendere fiato,<br />

cercai di inalare aria con respiri dolorosi e profondi. Sapevo da<br />

alcune fitte meno penose che dovevo essermi graffiato le mani e il<br />

viso cadendo tra i rovi. Tenevo gli occhi chiusi in attesa di<br />

recuperare le forze. In qualche modo riuscii a mettermi in ginocchio,<br />

la testa china, le braccia intorno alle costole per proteggermi, le<br />

orecchie tese per cogliere il suono di un qualche movimento intorno<br />

a me. Silenzio.<br />

Mi raddrizzai, allentai la stretta delle braccia e aprii gli occhi. In<br />

quel momento qualcuno mi assestò un calcio al diaframma,<br />

gettandomi di nuovo tra i rovi. Questa volta caddi seduto, sostenuto<br />

dall'intreccio fitto e robusto dei rami che mi ressero la schiena e le<br />

spalle. Sopra di me si stagliava l'uomo che mi aveva colpito; si<br />

avvicinava e dietro a lui ne scorsi altri due. Ridevano alla prospettiva<br />

di quello che avrebbero potuto farmi, in tre contro uno. Mi mossi<br />

portandomi <strong>sul</strong>le ginocchia, ignorando le spine che mi ferivano le<br />

mani mentre cercavo di sollevarmi. Lessi la sorpresa <strong>sul</strong> viso del mio<br />

assalitore nel notare con quanta rapidità mi fossi ripreso; si spostò in<br />

fretta, avvicinandosi nel tentativo di assestarmi un altro calcio,<br />

questa volta mirando alla testa.<br />

Malgrado il vantaggio su di me, fu troppo lento e io riuscii a<br />

evitare il piede che si abbatteva. Mossi la testa in avanti verso la sua<br />

destra, levai le braccia per afferrarlo alla caviglia, tirandogli il<br />

calcagno con forza contro la mia spalla destra e gettandomi <strong>sul</strong>la<br />

sinistra contro di lui. Colto di sorpresa, perse l'equilibrio e cadde<br />

pesantemente <strong>sul</strong>la schiena. Sentii il rantolo che gli uscì come un<br />

sibilo dalla bocca e colsi un grugnito di dolore. Lasciai la presa e,<br />

levato il pugno sinistro, glielo abbattei <strong>sul</strong> naso; percepii la<br />

cartilagine che si appiattiva sotto il colpo. Tesi quindi la mano e la<br />

strinsi intorno alla sua gola. Un gesto goffo, tanto più che ero<br />

ostacolato dalla posizione in cui mi trovavo, ma efficace. Mi

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