Il Forte sul Fiume

sutura, ma tutte bruciavano moltissimo e il pomeriggio fu per me
penoso. L'occhio sinistro, chiuso per il gonfiore, aveva già assunto
una colorazione nera con bordi rossi e gialli. I quattro ragazzi mi
fissarono attoniti, ma non osarono chiedermi che cosa mi fosse
capitato. Derek venne a trovarmi sul tardi e, entrato nella stanza
dove stavo vicino al braciere, rimase a fissarmi in silenzio, il volto
aggrottato.
«Qual è stata la causa?» mi chiese alla fine. Scuotendo la testa, gli
raccontai dell'uomo con la tunica gialla, ricordandogli la domanda
che gli avevo posto sulla birreria quando vi eravamo passati accanto
quella mattina. Ascoltò in silenzio finché non ebbi finito.
«Credi che ti sia stata tesa una trappola?»
«No, non è possibile. Quell'uomo non sapeva che si sarebbe
imbattuto in me. Sono arrivato alla porta della fortezza per caso
mentre lui l'attraversava. È stata la sua reazione ad attirare la mia
attenzione. Dopo, tutto è accaduto in fretta... non avrebbe avuto il
tempo di organizzare un trabocchetto. La versione che ho reso a
Blundyl corrisponde alla realtà dei fatti. L'uomo è passato vicino ai
tre facendoli infuriare e io, che gli ero alle calcagna, ne ho fatto le
spese. Non ci sono altre spiegazioni ragionevoli.»
«A meno che non sapesse che erano lì e ti ha portato in quella
direzione, chiedendo aiuto mentre li superava.»
«Perché allora non è ritornato indietro e non si è unito a loro, una
volta che mi avevano messo a terra?»
«Non lo so. Mi hai detto che non voleva che tu lo notassi. Lo hai
riconosciuto?»
«No, non sono riuscito ad avvicinarmi abbastanza da vederlo
chiaramente. Ma il viso non mi era familiare, da quello che ho
potuto scorgere.»
«Eppure lui ti conosceva.»
«Sembra di sì.»
Sospirando Derek si grattò un orecchio. «Merlino, questo dà
ragione e conferma il giudizio che mi ero fatto. Sei a Ravenglass da
meno di un giorno e già ci sono guai. Te la senti di cenare con noi