Il Forte sul Fiume

non volevo avere a che fare con te. Ed eccoti qui, tranne che questa
volta sei tu che, spinto da un sogno, vieni a cercare me. Ti avverto:
altri mi hanno visto in sogno qui, di questi tempi, nemici che
complottavano ed erano ben vigili. Ora sono morti. Perché dovrei
pensare che i tuoi sogni siano diversi dai loro? Non è necessario
avere un'intelligenza superiore per capire che sei qui perché hai in
mente un piano e persegui un sogno.»
«La mia presenza non è una minaccia, Derek. Non ti verrà alcun
danno dal mio arrivo. Sono venuto da supplice a invocare il tuo
aiuto e credo che sia in tuo potere darmelo.»
«Potere...» Spostandosi leggermente, dal terreno trasse un ciottolo
che gli premeva la coscia, lo lanciò lontano e lo guardò cadere nel
precipizio davanti a noi. «Lo sai, un saggio mi disse una volta che per
un re i nemici più infidi sono coloro che ha cercato di aiutare.
Sembra strano, no? E strano mi parve allora, perché ero giovane. Gli
chiesi che cosa volesse dire, e non ho mai dimenticato la sua risposta.
Mi spiegò che la bontà d'animo spesso genera odio... che esiste un
tipo di uomo - e anche di donna - nel quale cova e fermenta sempre
il rancore e che nulla lo esaspera di più che l'obbligo della
gratitudine.» Rimase in attesa di una mia reazione, fissandomi
intensamente.
«Capisco quello che vuoi dire, ma non ne condivido la
generalizzazione. Stando alle tue parole, sembra che tu voglia
riferirle a tutti, mentre a mio avviso si applicano soltanto a pochi.»
Parve che volesse annusare l'aria e, dopo avere schioccato la
lingua, spiegò: «Siamo andati fuori del seminato, ma forse meglio
così. Dimmi, Merlino Britannico: quante volte ti capita di fare i tuoi
sogni profetici?».
«Non spesso. Una sola volta all'anno, forse più di rado.»
«Compaiono sempre persone nei tuoi sogni?»
Ci dovetti pensare un momento. «Non lo so con precisione.
Credo di sì.»
«Ami la gente?»
«Amare la gente? In generale, vuoi dire?»