Il Forte sul Fiume

ecco quello che voglio dire, il buono è buono, il cattivo è cattivo, e
non è difficile tracciare una netta linea divisoria e comportarsi di
conseguenza. Credo per esempio che quasi tutti i ragazzi assegnino
gli uomini adulti a tre categorie. Uomini che apprezzano, ammirano,
cercano di imitare; sono contenti di stare con loro. Poi ci sono i
mediocri, la massa degli anonimi, gli sconosciuti... a questi i ragazzi
reagiscono con indifferenza, li ignorano perché sono insignificanti, e
continuano a vivere come prima. Il terzo tipo è rappresentato dai
prepotenti, dai misantropi, persone sgradevoli e odiose. Costoro i
ragazzi sensati schivano e si premurano di sfuggire. Sei d'accordo?»
Artù annuì lentamente e pensosamente.
Riprendendo a parlare, mi accorsi che stavo usando un tono
solenne.
«Bene. La capacità di evitare gli individui di quest'ultimo tipo è
una delle cose che cambiano nei ragazzi mano a mano che crescono.
Finché sono piccoli, non si curano di scansarli, non ci badano. Li
evitano forse, si nascondono, li rifuggono, ma da questa fuga non
deriva loro alcun danno perché ci sono gli adulti a vegliare. Un
grande vantaggio, anche se i ragazzi non se ne rendono conto. Ma
quando crescono e diventano a loro volta adulti, le cose cambiano.
Sono ancora gli stessi nel cuore, ma il loro corpo è quello di un
uomo e sono da uomo i loro pensieri. Non è possibile fuggire senza
mettere a repentaglio l'onore, una volta raggiunta la virilità. Mi
capisci?»
«Sì. Stai dicendo che un uomo deve resistere e combattere certi
individui, se non vuole perdere l'onore.»
«No, non proprio. Voglio dire che un uomo deve imparare a
vivere con costoro, avere un certo grado di tolleranza per i loro
difetti, adoperarsi per comportarsi con rispetto e onore malgrado
questi individui. Non occorre che li combatta sempre, anzi non può
farlo.»
«Perché no?»
«Perché... perché ce ne sono troppi, se vuoi sapere la verità.»
«Troppi? Vuoi dire che esistono più uomini così che uomini
onesti?»