Il Forte sul Fiume

momento che quanto io, come uomo, accettavo perché mi
sembrava naturale seppur deplorevole, era un oltraggio al senso di
giustizia del ragazzo. Tossii per mascherare l'imbarazzo.
«Che cosa ne ha fatto Droc della spada, una volta presa?»
«Non lo so; se l'è portata via.»
«Dopo che vi siete azzuffati?»
«Sì.»
«Perché hai deciso di venire alle mani con lui?»
«Non è che l'abbia deciso. Mi sono trovato a picchiarlo prima di
sapere ciò che facevo. Aveva assestato a Ghilly un colpo di piatto
con la lama di quella vecchia spada. Ghilly si era messo a piangere.
So solo che subito dopo mi sono trovato a terra e Droc mi dava
calci.»
«Lo hai colpito?»
Un lieve sorriso gli fremette sulle labbra. «Credo di sì; gli
sanguinava il naso.»
«E gli altri? Bedwyr e Gwin? Ti hanno aiutato?»
«Non potevano. Landroc li teneva lontano. Droc me le ha date di
santa ragione. E poi se ne è andato con suo fratello ridendo. L'ha
fatto perché aveva la forza di- farlo. Non credo che ci sia altro da
capire.»
«Cioè che è un prepotente?»
L'occhiata che mi lanciò era di pura commiserazione. «Cioè che è
il figlio del re.»
Ero attonito; non volevo credere a quelle parole.
«Che c'entra? Credi che Derek, il re, assolverebbe il
comportamento di suo figlio in questo caso?»
«C'entra con molte cose, Merlino. È cominciato la settimana
scorsa.» Ignorando l'espressione che mi si era disegnata in faccia,
parlò come se io fossi il discepolo e lui il maestro, e io rimasi ad
ascoltarlo affascinato dal suo trasporto. «Una settimana fa, il giorno
dopo l'arrivo dello zio Ambrogio, ho trovato qualcosa di molto più
prezioso della vecchia spada di Ghilly. Ho trovato una spilla nel