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Il Forte sul Fiume

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non aveva bisogno del sacerdote: ecco il motivo del contendere che<br />

si era rivelato chiaramente non appena la Chiesa cristiana, affrancata<br />

dalla clandestinità e sotto Costantino, riconosciuta dapprima come<br />

portatrice di una religione ufficiale e poi della religione ufficiale<br />

dell'Impero, aveva cominciato ad affermare una propria gerarchia. I<br />

prelati di Roma, soddisfatti del recente privilegio ottenuto di poter<br />

organizzare se stessi, le proprie attività e dogmi, non avevano<br />

gradito sentirsi dire che erano inutili. Avevano ricevuto non soltanto<br />

il riconoscimento ufficiale, ma un rango nell'ambito dell'Impero.<br />

L'immagine del povero falegname era stata obliata nell'arco di pochi<br />

decenni e sostituita dalle ricchezze e dai fasti della corte imperiale; il<br />

papato romano aveva ereditato l'opulenza e lo sfarzo della Città<br />

eterna.<br />

In quello stesso periodo Agostino, il grande vescovo di Ippona in<br />

Africa, aveva cominciato a diffondere la propria dottrina, secondo la<br />

quale l'uomo era incapace di raggiungere la salvezza eterna in<br />

quanto privo della grazia divina che da Dio scendeva sui suoi figli<br />

tramite la preghiera. Senza la grazia, predicava Agostino, l'uomo era<br />

condannato a peccare in eterno. Portando tale ragionamento alle<br />

sue estreme conseguenze, si poteva concludere che le leggi erano<br />

inutili perché ogni azione riprovevole poteva essere imputata a Dio,<br />

che non aveva dato al trasgressore bastante grazia per combattere la<br />

tentazione.<br />

Tali dottrine erano evidentemente destinate a scontrarsi, perché<br />

l'una metteva in discussione la necessità di una Chiesa, l'altra negava<br />

la necessità di una legge umana contrapposta a quella divina. Si<br />

erano scontrate nelle sembianze di due uomini, Pelagio e Agostino,<br />

ed era stato Pelagio a perdere, condannato dai poteri congiunti della<br />

Chiesa ufficiale e dei suoi Padri fondatori. La gerarchia lo aveva<br />

scomunicato e bandito dalla comunità religiosa; i suoi insegnamenti<br />

erano stati giudicati eretici e dichiarati anatema.<br />

Proprio quell'anatema aveva scatenato le mie paure. In quanto<br />

soldato, non avevo familiarità con la teologia e non nutrivo<br />

interesse per la politica, ma la mia intelligenza mi aveva detto che<br />

quel conflitto era diventato politico, anzi forse lo era sempre stato.<br />

Con la scomunica di Pelagio erano stati scomunicati anche i suoi<br />

seguaci, e questo mi aveva lasciato attonito. L'idea che il reverendo

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