Il Forte sul Fiume

«Sì» rispose Dedalo, le labbra increspate in un sorriso. «Ti ho
chiesto che cosa farai quando quel tuo grosso cavallo nero schiatterà
sotto il tuo peso.» Seguì un altro scoppio di risa. Capivo di avere
davvero perduto il filo del discorso perché non avevo idea di che
cosa ci fosse di tanto divertente. Mi rifugiai dietro una smargiassata.
«Se ti riferisci a Germanico, mastro Dedalo, ti insegnerò a
mostrare maggiore rispetto. Da più di dieci anni mi porta in groppa
senza tradire il minimo segno di stanchezza.»
«Certo, certo, mastro Cay, ma non è qui in discussione la forza
della cavalcatura, bensì la stazza del cavaliere.»
«Che dici?» mi guardai la pancia per vedere se ci fossero tracce che
la cintura si era allargata. «Sono ingrassato?»
Un altro scoppio di ilarità, e Lucano, seduto all'estremità del
tavolo, si sporse in avanti. «No, Cay, Ded ti sta prendendo in giro
perché è chiaro che non ascoltavi. Stavamo dicendo che da quando
siamo entrati in cavalleria le armi delle truppe sono proliferate. La
quantità di armi, e di conseguenza, il peso, ha continuato ad
aumentare, mentre i nostri cavalli più di così non possono crescere. È
stato allora che Ded ha osservato che tu, con la tua mole, il peso
della cotta, dei gambali, della corazza, delle calzature, più la sella, i
finimenti, le armi, prima o poi ucciderai il tuo Germanico.»
Li guardai uno a uno seduti intorno al tavolo. Tacevano. «Poiché
la morte sopraggiunge a tempo debito per ogni essere vivente,
troverò un altro cavallo come lui. Forse non suo pari, perché non ce
ne sono di uguali, ma simile.»
«Non lo troverai qui» brontolò Ded. «Non a Ravenglass e da
nessun'altra parte che non sia Camelot. Gli animali che qui si fanno
passare per cavalli vanno bene a un nano, non a un gigante come te
e non sono animali da combattimento.»
Osservai il mio amico, accettando la verità delle sue parole. Non
avrei infatti potuto sostituire Germanico. Una carenza cui bisognava
provvedere. Mi venne in mente un'altra questione che di tanto in
tanto, pensando al nostro insediamento a Mediobogdum, mi
turbava. Cinque anni era il periodo massimo di permanenza nei miei
piani. Nel frattempo Artù sarebbe diventato tredicenne, quasi sulla