Il Forte sul Fiume

«Frena, Shelagh.» Non avevo nulla da ridire su ciò che aveva
detto della religione di Mitra, ma nutrivo ancora dei seri dubbi.
«Così mi confondi. Come può Pendragon essere rappresentato sia
dall'aquila sia dal toro bianco, in uno stesso sogno?»
«Non ho detto che lo fosse. Sei tu che sostieni l'identità dell'aquila
con Pendragon. Ma non è incompatibile con la mia interpretazione,
perché io penso che l'aquila sia Artù. Sta' a sentire in che modo è
mutato il mio sogno. Anche questa volta l'orso e il drago
combattono insieme e sconfiggono il cinghiale, ma solo l'orso
sopravvive. Questo, come dici tu, è ovvio, giacché Uther e Lot sono
morti entrambi. L'orso va poi, in groppa al toro bianco, a
combattere un'altra bestia, qualcosa di simile a un orso, ma non è
proprio un orso, è qualcosa di più spaventoso e selvaggio, come se
un orso fosse stato incrociato con un lupo, o qualche altra belva
tremenda. Era un...» Esitò, cercando una parola che non conosceva.
«Una chimera» dissi io.
«Una che?»
«Una mostruosa creatura mitica, formata da parti diverse di belve
diverse.»
«Sì, allora era una... chimera.»
«E cosa accadde quando si scontrarono queste creature?»
Shelagh sollevò il mento e mi guardò negli occhi. «Si batterono
nel cerchio di lupi, tra fiumi di sangue e quando fu finito, l'orso era
gravemente ferito. Pensò di appartarsi per morire, ma
improvvisamente calò l'oscurità e, come lanciata dalle spalle del toro
bianco su un raggio di luce, giunse l'aquila a salvarlo, la chimera si
ritirò, e i lupi furono sbaragliati.»
Annuii, trattenendo l'impulso di sorridere quando mi accorsi
dell'espressione rapita con cui Donuil seguiva i pronunciamenti
profetici di sua moglie. Purtroppo, invece di sorridere, insinuai nella
mia voce più ironia di quella che intendevo.
«Così l'orso sopravvisse. Insomma vivrò...»
Ma Shelagh non aveva sorrisi, né sul viso né nella voce. «No, Cay.
L'orso non si riprese. Cadde morto. Eppure, alla fine del sogno, lo