Il Forte sul Fiume

segreto... il segreto della tua identità e del luogo in cui vivi perché
sapevi di poterlo fare. Da questa fiducia dipendono la mia esistenza
oltre che quella della mia gente. Ma sei disposto ad andare oltre? Sei
disposto a darmi altra fiducia?»
Capivo dall'espressione del viso che parlava seriamente, che si
aspettava una risposta e mi scrutava per saggiare la sincerità delle
mie parole. Gli restituii lo sguardo. Aspettava, mentre io sceglievo
con quali parole rispondergli.
«Sì, Derek, la mia fiducia va ben oltre. Mi sono sempre fidato di
te, seppure per ragioni non logiche. L'ho fatto, ecco tutto. Per questo
sono venuto a Ravenglass. Sono venuto seguendo un sogno che mi
diceva che potevo fidarmi di te. Ammetto che ci sono stati momenti
in cui ho dubitato di me stesso e della saggezza dei miei sentimenti,
ma ho scelto di rimanere e non me ne sono pentito. In questi mesi
abbiamo trovato in te un amico leale e fidato. Lucano è del mio
stesso avviso. Ne abbiamo discusso poche sere fa... Che succede? Ti
ho offeso?»
Inspiegabilmente il viso gli si era incupito in una espressione mista
di perplessità e riprovazione. Scosse la testa. «No, ma mi è difficile
crederti» borbottò. «La tua lealtà va al ragazzo e io sono l'uomo che
uccise suo padre. Come puoi fidarti a tal punto di me dopo quello
che ti dissi il giorno stesso in cui arrivasti a Ravenglass?»
«Perché dovrei diffidare di te? Ti darò la misura della mia
fiducia...» Mi interruppi fissandolo con la stessa intensità con cui lui
fissava me. Gli avevo taciuto una verità. Sapevo ormai che era un
uomo giusto e degno e fino a quel momento ero stato riluttante a
dirgli qual era stato il suo ruolo nel destino di Artù: come la sua
effimera libidine aveva reso il ragazzo orfano anche di madre. Era
venuto, a mio avviso, il momento di dirglielo. Forse avrebbe
rinsaldato il legame che aveva con noi e con il buon esito della
nostra impresa.
«Non uccidesti soltanto suo padre; uccidesti anche sua madre.»
Fece un balzo all'indietro quasi lo avessi schiaffeggiato; gli occhi
gli luccicavano per la rabbia e l'incredulità. Levai una mano per
trattenerlo dal rispondere. «È vero, Derek.» Si controllò, quindi si
sedette e rimase immobile, impietrito; perfino lo sguardo era fisso.