Il Forte sul Fiume

Ci sono stati di recente grandi sconvolgimenti nella nostra terra,
come di sicuro saprai. Nella tua ultima lettera esprimevi la speranza
che non fossimo stati coinvolti nelle guerre in corso nella Cambria, il
regno che apparteneva a mio cugino Uther. Quel conflitto invero
non ci toccò quasi e da tempo si è pacificato. Ma ne derivarono
brutte complicazioni e un clima politico pericoloso che mise a
repentaglio la vita del giovane Artù Pendragon. Fare di lui un uomo
è oggi il mio maggior impegno.
Come sai, il ragazzo è il figlio di mio cugino Uther Pendragon che
morì nove anni fa, all'epoca in cui nacque il bambino. Ora Artù è
l'erede legittimo al trono di Cambria, il regno di suo padre. E anche
erede della Cornovaglia per via di madre, sebbene la questione sia
irta di difficoltà: Gulrhys hot, il precedente duca autoproclamatosi
re, padre apparente del ragazzo e ignaro dell'identità del padre vero,
lo riconobbe ufficialmente come erede legittimo. Ho in mio possesso
il sigillo personale di hot e lo custodisco per conto del ragazzo. Con
maggiore legittimità, ancora dal ramo materno, il ragazzo è anche
erede del regno e dei beni di suo nonno, Athol Mac lain, re del
popolo dell'Ibernia: gli Scoti nella lingua dei Romani e i Gaeli nella
loro lingua. È inoltre bisnipote di Publio Varro e bis-bisnipote di
Caio Britannico, e pertanto successore nelle principali proprietà di
Camelot.
Per tutte queste ragioni, per proteggere il ragazzo dalle sfrenate
ambizioni di chi ha già tentato di ucciderlo, l'ho portato via da
Camelot e condotto in questa località, nel nord-ovest della
Britannia, in una regione montuosa che si chiama Cumbria, vicino
all'estremità occidentale del grande vallo costruito dall'imperatore
Adriano per difendere la provincia dai Pitti, il popolo che si
dipingeva il corpo e veniva da settentrione, dai territori della
Caledonia.
Arrivando qui, mi adoperai per scomparire alla vista degli uomini.
Davanti a tutti lasciai, insieme ad Artù, il rifugio di Ravenglass
imbarcandomi alla volta dell'Eire. Nessuno, soltanto la mia gente e
pochi amici fidati sapevano che il capitano della nave, Connor Mac
Athol, era fratello della madre di Artù, morta. Ci sbarcò a poche
miglia a nord di Ravenglass, dove alcuni amici ci aspettavano con i
cavalli. Da lì segretamente raggiungemmo il nostro insediamento tra