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Il Forte sul Fiume

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natura rassegnarsi senza combattere. «Non potremmo tappare le<br />

fessure delle pareti?»<br />

Scoppiai a ridere. «Certamente, e potremmo anche montare<br />

nuove porte e stendere pelli di animali per proteggerci dagli spifferi.<br />

È fattibile, ma tutti noi, compresi tu e i tuoi amici, dovremo lavorare<br />

per mesi e mesi. E non avremmo ancora risolto il problema della<br />

sopravvivenza quotidiana.»<br />

Mi fermai e gli posai una mano <strong>sul</strong>la spalla, in attesa che levasse<br />

lo sguardo su di me. «Artù, non escludo che verremo a vivere qui.<br />

Forse faremo proprio così. Ma hai sentito quello che ho detto agli<br />

altri?» Annuì.<br />

«Allora sai quanto è importante che si decida in autonomia, visto<br />

che la scelta cambierà la vita di ciascuno di noi. Confronteremo le<br />

diverse opinioni, arriveremo a un consenso e <strong>sul</strong>la base di questo<br />

formuleremo una decisione. Un modo democratico di agire.»<br />

<strong>Il</strong> ragazzo mi fissò, socchiudendo gli occhi, poi il suo viso si<br />

dischiuse nel sorriso. «Lo so, ma <strong>sul</strong>la galea, qualche giorno fa mentre<br />

parlavi delle guerre in Cornovaglia, ti ho sentito dire a Dedalo e a<br />

Connor che la democrazia funziona bene soltanto se alla sua guida<br />

c'è un uomo illuminato e determinato.»<br />

Mi aveva messo con le spalle al muro. Distogliendo lo sguardo<br />

per non tradire l'imbarazzo, mi portai una mano <strong>sul</strong>la bocca a<br />

nascondere un sorriso mesto. «Sì, ho detto così, ma non sapevo che<br />

tu fossi in ascolto. Ma, malgrado quello che ho detto allora a Dedalo<br />

e a Connor, oggi ci ritroviamo in numero esiguo e siamo tutti amici.<br />

Voglio che sia la volontà degli altri a prevalere.»<br />

«Finché non riterrai che sono incerti nel loro agire, che sbagliano,<br />

che non sono capaci di prendere una decisione e di darti ragione.» <strong>Il</strong><br />

viso era grave, ma negli occhi brillava una luce divertita. Ancora una<br />

volta rimasi sorpreso che a parlare così fosse un ragazzo di otto anni.<br />

Se avesse continuato a ragionare in quel modo, quel bambino<br />

sarebbe diventato un adulto di grande levatura.<br />

Annuii, atteggiando il volto in un'espressione seria.<br />

«Un'osservazione assai impertinente, ragazzo mio. Nessuno nel<br />

nostro gruppo è incerto. Ma...» mi lasciai andare a un sorriso «hai

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