Il Forte sul Fiume

Sul bordo inferiore dell'interminabile muretto, nascosto ai miei
occhi dalla massiccia figura di Derek e dal tronco di una betulla,
giaceva il cadavere di un grande lupo, il dorso inarcato nello
spasimo dell'ultima convulsione. Gli enormi artigli delle zampe
anteriori erano spalancati, simili alle dita pelose di un gigante; le
zampe posteriori e la coda erano imbrattate di sangue. Il ronzio di
migliaia di mosche che sciamavano sulla carcassa riempiva l'aria.
Guardavo Derek che, sceso di sella, si avvicinava cautamente al
muretto per andare a vedere da vicino la bestia. Ignorando gli sciami
di mosche si inginocchiò e, afferrandogli le zampe, con un grugnito
di disgusto, voltò la carcassa sull'altro fianco. Allora fu evidente che
cosa lo aveva ucciso: una freccia incrostata di sangue sporgeva dal
lato destro. I denti aguzzi della bestia sofferente avevano lacerato
l'asticciola. Il lupo, un maschio adulto, più grosso di quelli che avevo
visto nelle regioni meridionali, era grigio con striature bianche. In
piedi sulle zampe posteriori mi sarebbe arrivato all'altezza delle
spalle, e le enormi mascelle avrebbero potuto stringersi con facilità
intorno alla mia testa. «Bel tiro» commentò Derek. «Owen aveva
ragione.» Allungò la mano per far scorrere le dita sul pelo del
possente collo. «Una bella pelle! Peccato averla rovinata. Un adulto
giovane. Guarda!»
Mi mostrò le zanne scoperte nell'estremo rantolo della morte,
lunghe, bianchissime, senza una macchia. Rialzatosi, Derek rimontò
in sella.
«Chi è Owen?» chiesi.
«Mio figlio, il primogenito» disse spronando il cavallo e
precedendomi verso il sentiero. «Ha colpito la bestia la notte scorsa,
al calare del sole, a circa due miglia da qui, nella valle. Lavorava nei
campi. Il lupo correva dall'altra parte del muretto. Owen non era
sicuro di averlo colpito: la luce era grigia, grigi erano il lupo e le
pietre. Non è riuscito a trovare la freccia, ma questo non vuole dire
molto. Ha tirato mirando alle pietre, e quindi la freccia,
rimbalzando, avrebbe potuto finire chissà dove. Sarà contento di
sapere che ha centrato il bersaglio, ma si sentirà male quando gli
racconterò che era una bestia gigantesca. Una veste rovinata, sarà il
suo primo pensiero.»